La Lega commenta politicamente la tragedia di don Roberto Malgesini, ucciso da uno straniero questa mattina a Como.
EUGENIO ZOFFILI
In una comunicazione ufficiale che parla di “prete ucciso da clandestino a Como” è il deputato leghista comasco Eugenio Zoffili a intervenire: “Mai più orrori simili, rimpatriare con urgenza clandestini e potenziare agenti. Audizione Ministro Lamorgese in bicamerale Schengen”
“Il brutale omicidio avvenuto questa mattina in Piazza San Rocco ha sconvolto la nostra Como, ha ferito profondamente una città che necessita di risposte immediate e concrete da parte dello Stato. Questo è il momento della preghiera e del ricordo, per un martire che ha dedicato la sua vita e le sue energie all’aiuto degli ultimi, ma anche dell’azione – premette Zoffili – Mi unisco a tutti i comaschi nel ringraziamento a Don Roberto per quanto ha fatto, e mi impegnerò ad onorare al meglio la sua memoria con iniziative concrete”.
Omicidio a Como in piazza San Rocco: ucciso il parroco don Roberto, il prete degli ultimi
Il deputato comasco della Lega annuncia che “fiovedi 24 settembre alle 14.00 ho convocato in audizione presso la bicamerale Schengen, Europol e immigrazione il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e in quella sede nell’ ambito dell’indagine che sto portando avanti con il comitato parlamentare che presiedo sull’ emergenza immigrazione in corso, le chiederò anche conto dei rimpatri, un’urgenza per tutto il nostro Paese ma in particolare per quelle zone che, come la provincia di Como, sono territori di confine”.
“Gli sbarchi possono essere fermati, come ha dimostrato Matteo Salvini durante la sua permanenza al Viminale: si tratta solo di avere la volontà politica per farlo. I clandestini presenti anche a Como, come nel resto d’Italia, vanno rimpatriati immediatamente per evitare di favorire il proliferare di situazioni di criminalità e degrado e gravissimi crimini come questo – conclude il parlamentare – Inoltre chiederò al Ministro che vengano potenziati gli organici delle forze dell’ordine in tutto il Paese e in modo particolare nelle zone, come la provincia di Como”.
SINDACATI
Da Cgil, Cisl e Uil arriva l’invito a “non strumentalizzare”.
Di seguito la nota dei sindacati: “Cgil, Cisl e Uil esprimono il proprio cordoglio verso i famigliari e le persone vicine a don Roberto Malgesini. E’ stato un sacerdote impegnato, fino alla fine, per aiutare gli ultimi – dichiarano Umberto Colombo, Daniele Magon e Salvatore Monteduro, segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil – proprio per rispetto al suo operato, ci auguriamo che non si strumentalizzi quanto accaduto. Sempre nel rispetto dell’impegno di don Roberto, Non si può più procrastinare una presa di coscienza da parte delle istituzioni e della politica per trovare soluzioni al disagio psichico e sociale presente in città, una strada che vada in direzione opposta alla marginalizzazione”.
Anche il Partito Democratico ha diffuso una nota.
Tommaso Legnani
Partito Democratico Federazione provinciale di Como
MOVIMENTO 5STELLE
“Una tragedia sconcertante che suscita profondo dolore. Don Roberto è sempre stato in prima linea e si è sempre distinto per la solidarietà e lo spirito di sacrificio mostrato nei confronti dei più deboli”, le parole di cordoglio di Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle.
“In questo momento noi tutti abbiamo il dovere di unirci in preghiera per ricordare un uomo straordinario che ha dedicato la sua missione per gli altri
prima che un atroce destino lo portasse via”, aggiunge Raffaele Erba.
Parole di stima per don Roberto anche da parte di Fabio Aleotti, capogruppo del M5s in Consiglio comunale a Como.
“Ho avuto l’onore di conoscere don Roberto durante le innumerevoli iniziative rivolte ai bisognosi, una persona speciale che ha dedicato la vita a chi era
in difficoltà, prego per la sua anima ora in paradiso, giusto tra i giusti”.
RIFONDAZIONE COMUNISTA
Una nota è giunta anche da Rifondazione Comunista.
Apprendiamo della tragedia avvenuta questa mattina a Como in piazza San Rocco – dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di don Roberto Malgesini – uomo che ha dedicato la vita agli ultimi ed all’accoglienza.
Conosciamo molto bene don Roberto e piangiamo una Persona integra con cui abbiamo condiviso per anni l’impegno sociale, antirazzista e per il rispetto dei diritti umani per tutte e tutti.
Da anni denunciamo una situazione sociale esplosiva in città, che vede le persone senza fissa dimora lasciate nel disagio da parte delle istituzioni cittadine e nazionali – un disagio che come più volte abbiamo sottolineato accentua le situazioni psichiatriche e che, a causa di un mancato e reale piano di integrazione, fa ricadere tutto il gravoso lavoro di inserimento sulle spalle di Persone altruiste come don Roberto o don Giusto – creando rischi che purtroppo questa mattina si sono verificati.
La strumentalizzazione di questo fatto gravissimo da parte dei “soliti noti” per alimentare odio ed una narrazione razzista sarebbe proprio ciò che don Roberto non vorrebbe – cosa contro la quale si è battuto per tutta la vita.
Tutta Rifondazione Comunista esprime il massimo cordoglio per la perdita di un caro amico e di un compagno di lotte sociali.
Ciao Roberto, che la terra ti sia lieve.
ALESSANDRA LOCATELLI
Interviene, ancora dalla lega il deputato comasco, Alessandra Locatelli, con parole durissime:
ATTILIO FONTANA
“Mi unisco alla comunità di Como che piange la morte di Don Roberto Malgesini, aggredito questa mattina da un senzatetto a cui il sacerdote aveva portato conforto”. Così il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Da anni Don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi”. ha poi aggiunto.
ALESSANDRO FERMI
CHIARA BRAGA
ALESSIO BUTTI
COMO SENZA FRONTIERE
L’associazione ha diffuso una nota (ricordiamo che l’ipotesi che l’omicida sia affetto da problemi psichici deve ancora trovare riscontro ufficiale)
Noi accusiamo
Il cordoglio non ci basta. Per commemorare don Roberto Malgesini è doveroso schierarsi dalla sua parte e contro la cattiva politica che produce intolleranza. È doveroso fermare i responsabili della violenza che si abbatte su chi vive per gli altri, come avvenne nel 1999 per un altro prete dell’accoglienza, don Renzo Beretta.
Nel giorno dell’uccisione di don Roberto, lo stesso giorno in cui nel 1993 veniva assassinato a Palermo don Pino Puglisi, sentiamo il dovere di accusare le istituzioni che dovrebbero esistere per evitare queste tragedie e per contrastare odio e violenza.
- Perché don Roberto è stato lasciato solo dalle istituzioni nel compito vitale di dare aiuto alle persone costrette a vivere in strada in una delle città più ricche del mondo?
- Perché le istituzioni non si sono preoccupate e occupate dei bisogni di tutte e tutti gli abitanti della città lasciando che un prete e la Como solidale si facessero carico di problemi che solo il Comune potrebbe gestire?
- Perché le istituzioni non hanno aiutato e curato un uomo psichicamente instabile nonostante la Como solidale abbia più volte e da anni chiesto di affrontare il problema della fragilità psicologica e psichiatrica di chi vive in strada?
- Perché le istituzioni hanno lasciato don Roberto e le volontarie e i volontari ad affrontare da soli la disperazione degli ultimi, esponendoli a maggiori rischi?
- Perché chi governa Como ha irresponsabilmente ampliato la disperata guerra tra poveri con una sequela di atti che vanno dalla rimozione delle panchine a San Rocco, all’attacco a chi distribuiva le colazioni per non disturbare la Città dei Balocchi, a vietare le elemosine nel salotto buono della città, alle sanificazioni “forzate” a San Francesco (con o senza sottrazioni di coperte), fino alla folle inqualificabile idea di chiudere con una cancellata l’ex chiesa di San Francesco?
Anche se voi vi credete assolti siete comunque coinvolti.
COMO SENZA FRONTIERE
A tutte le realtà che hanno condiviso in questi anni la ricerca di una società giusta e accogliente, che hanno sostenuto l’affermazione dei diritti di tutte e tutti, che hanno affiancato don Roberto nel suo lavoro quotidiano chiediamo di unirsi a noi in questa richiesta di giustizia.
UNIVERSITA’ DELL’INSUBRIA
Il rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue sull’omicidio di don Roberto Malgesini: “Sono profondamente colpito dalla tragedia che si è consumata questa mattina a Como. Quello che è accaduto non deve far mettere in discussione il valore dell’accoglienza che ha reso don Roberto Malgesini il prete degli ultimi, dei senzatetto, dei migranti, dei bisognosi. Comunque la si pensi, l’accoglienza e la solidarietà sono concetti con cui ciascuno di noi deve confrontarsi. Ed è quello che invitiamo i nostri studenti a fare, oggi più che mai, esercitando con autonomia e partecipazione il loro senso critico di fronte all’attualità”.
MATTEO SALVINI
“Alle sette di questa mattina è stato ucciso a coltellate da uno dei troppi immigrati clandestini che sono irregolarmente in questo Paese e invece dovrebbero essere rispediti a casa loro, sul primo barchino o sul primo barcone. Invece di ringraziare gli italiani per le possibilità che gli danno, ringraziano a coltellate. E quindi don Roberto che peraltro era un prete che amava, seguiva, curava gli ultimi ha smesso stamattina di vivere perché c’era in Italia qualcuno che non ne aveva il diritto. Il problema non è il colore della pelle, perché le comunità italiane sono generose e solidali con bianchi, neri, gialli e rossi, nati dall’altra parte del mondo. Il problema è il rispetto delle regole”.
ARTICOLO UNO
Il pensiero di Articolo Uno coordinamento provinciale di Como: “L’uccisione di don Roberto Malgesini, il “prete di strada”, avvenuta questa mattina a Como suscita grande dolore e sconcerto. Come era prevedibile, lo smantellamento del campo profughi di via Regina disposto dal decreto voluto da Salvini ha aggravato la situazione di centinaia di persone abbandonate a se stesse. Non si può accettare che il tema dell’immigrazione sia affrontato a Como come uno scontro continuo tra “buonisti” e “cattivi” e che la città finisca continuamente nelle cronache per il grave clima di scontro che si è andato determinando. La politica deve assumersi le proprie responsabilità, Istituzioni e partiti nazionali sono chiamati a fare la loro parte. Non nascondiamoci che la politica verso l’immigrazione (ius soli, decreti “sicurezza” ecc.) è un grande buco nero di questo governo che non riesce a elaborare, in questo campo, un disegno politico capace di superare le logiche puramente securitarie e subalterne – se non disumane- di chi lo ha preceduto”.
ACLI COMO
“Le ACLI di Como, nell’apprendere la notizia della morte di don Roberto Malgesini, esprimono la propria vicinanza al vescovo Oscar ed a tutta la comunità diocesana. La tragedia che ha colpito il “prete degli ultimi” è motivo di dolore e di sincera commozione non solo per la comunità religiosa, ma per tutta la società civile. Ci lascia una persona tanto umile e stimata da tutti, che ha vissuto per soddisfare i bisogni primari del prossimo. Il primo pensiero va alla sua famiglia che perde una persona cara, ma anche a tutte le persone che gli sono state vicine in questi anni e che con lui sono un punto di riferimento per le persone che vivono ai margini. Le persone come don Roberto non muoiono per sempre, solo si allontanano. Lo sentiremo sempre nel nostro cuore.”
COMO AI COMASCHI
Le parole del comitato Como ai Comaschi: “Cordoglio per don Roberto, ma era solo questione di tempo. Nessuna strumentalizzazione da parte di ComoaiComaschi nello scrivere questo comunicato. La nostra attività in città, i nostri volantini, i nostri comunicati stampa, le nostre lettere al Prefetto Dott. Corda (alleghiamo foto) sono la testimonianza di chi ha vissuto e vive quotidianamente il degrado di questa immigrazione selvaggia a Como”.
E aggiungono: “Siamo stati tacciati, e lo saremo anche oggi, di razzismo, intolleranza, istigazione all’odio, ma la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti, cittadini, maggioranza, opposizione che non hanno fatto alcunchè per risolvere il problema o per soddisfare le nostre richieste di sicurezza. Le uniche risposte partorite dalle istituzioni e dalla classe politica comasca per risolvere il degrado in piazza San Rocco sono state la rimozione di alcune panchine ed il taglio di un paio di alberi!!! Il degrado ovviamente è rimasto, anzi…”
“Certo, partecipiamo fortemente al cordoglio per commemorare Don Roberto Malgesini, aggiungendo però che quella mortale coltellata poteva capitare ad ognuno di noi e che purtroppo altre ce ne saranno, se non verranno attuate misure straordinarie per il mantenimento dell’ordine pubblico per la nostra sicurezza in quella zona ad altissimo rischio (sono 3 anni che lo diciamo!!!).
Quindi, chiedevamo e chiediamo risposte concrete come la presenza massiccia di forze dell’ordine in tutto il quadrilatero!” concludono.
SINISTRA ITALIANA
Queste le parole di Celeste Grossi, segretaria di Sinistra Italiana Como: “Roberto Malgesini era un uomo buono e mite, un prete di strada. Noi di Sinistra Italiana lo vogliamo ricordare vivo e sorridente, come lo abbiamo conosciuto mentre insieme a volontarie e volontari distribuiva le colazioni a chi dorme e vive sotto i portici dell’ex Chiesa di San Francesco, nella nostra ricca città. Roberto è stato ucciso da una delle persone di cui si prendeva cura quotidianamente, un uomo psichicamente e socialmente fragile.
L’dea di accoglienza di Roberto e di chi con lui ha collaborato per anni assumendo, in assenza di provvedimenti istituzionali, il compito di assicurare la sopravvivenza di chi vive in strada, non si concilia con quello che ogni giorno vediamo in questa città. Chi governa Como è incapace di comprendere che garantire diritti umani a tutte e tutti gli abitanti costerebbe assai meno di alcune misure assunte dalla Giunta, costerebbe meno di quanto la città spende per negare un alloggio a persone che arrivano nel nostro paese, considerate senza diritti perché arrivati qui “irregolarmente”. Non possono esistere regole diverse a seconda del paese di nascita. Le istituzioni devono dare a ciascun uomo, a ciascuna donna, il diritto di costruirsi un futuro migliore, il diritto a cure, il diritto a un posto sicuro in cui vivere.
Nel giugno 2016, Jo Cox, la quarantunenne deputata laburista che aveva dedicato molta della sua attività politica, della sua passione e del suo tempo, ai rifugiati siriani in Gran Bretagna, fu drammaticamente e prematuramente uccisa da un uomo che, per fragilità mentale, era stato facile preda di chi semina odio e violenza. All’assassino, che prima di colpirla, urlò “prima di tutto la Gran Bretagna”, il marito di Jo rispose: “ora è il tempo di lottare contro l’odio che l’ha uccisa”.
Anche qui a Como è tempo di lottare contro l’odio, diffuso irresponsabilmente, che rischia di alimentare la violenza di questi tempi difficili e bui e di distruggere definitivamente la possibilità del vivere insieme. Lo dobbiamo a don Roberto, e a tutte le cittadini e i cittadini della Como solidale”.
MAURO FRANGI
Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria: “Come era accaduto 21 anni fa con l’omicidio di Don Renzo Beretta, siamo sgomenti di fronte alla sconvolgente notizia dell’assassinio di Don Roberto Malgesini. Ancora una volta, un Sacerdote paga con il sacrificio più grande la Sua autentica e profonda umanità, la Sua instancabile devozione verso gli ultimi. Suonano oggi ancora più fastidiose le parole di quanti, anche di fronte a drammi di questa portata, sono capaci unicamente di dar sfogo alla polemica politica e alla ricerca del consenso, alimentando divisioni, rancore e odio. Al contrario, voglio pensare che questo omicidio irragionevole possa costituire una porta di speranza; che il sacrificio di Don Roberto possa diventare un messaggio di carità per ciascuno. Che sappia farci comprendere le conseguenze di una convivenza umana e di una politica che troppo spesso dimenticano gli ultimi, lasciando sole le persone che si occupano dei più poveri e malati, degli esclusi”.
FIORENZO BONGIASCA – PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
“Conoscevo Don Roberto da tanti anni, subito dopo la sua ordinazione sacerdotale, infatti, è stato vicario della parrocchia di Gravedona. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato alla messa di Natale celebrata dal Vescovo Cantoni al carcere del Bassone, dov’era, come sempre, accanto alle persone in difficoltà. La sua morte violenta oggi suscita in noi sconcerto e dolore, ma ci impone anche di ripensare alle politiche di gestione dell’immigrazione e dell’accoglienza sul nostro territorio. Don Roberto, con il suo essere a servizio di ogni fragilità con infinita generosità e umanità, anche con la sua morte continua ad avere qualcosa da insegnarci. Un insegnamento di carità su cui tutti noi rappresentanti delle Istituzioni dovremmo, senza strumentalizzazioni, riflettere”.
SVOLTA CIVICA
“E’ il momento del silenzio, della gratitudine e della commozione”.
7 Commenti
Dopo i poveri bimbi di via per San fermo, un altro lutto per la giunta che non accoglie.
Nessuno ha fatto niente: dormitorio, accoglienza ma nemmeno rimpatrio per uno che la violenza la conosceva bene anche in ambito domestico e che aveva la seconda espulsione, ultima nel 2020, grazie giallorossi!
Ma Salvini & c. hanno perso un’occasione per tacere
Il cadavere di questo povero uomo è ancora caldo e già la sua memoria è infangata dal non inaspettato becero e ignobile sciacallaggio della politica. Il contenuto di alcuni messaggi, del tutto antitetico ai valori testimoniati in vita da questo sacerdote , testimonia la miseria di questi professionisti del nulla.
Citando Sciascia non troverebbero posto neppure tra i quaquaraquà
Attilio Fontana: “Da anni Don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi”.
Fa impressione leggere queste dichiarazioni dal partito che a Como ha introdotto le multe proprio per chi all’alba portava i pasti caldi ai poveri.
VERGOGNA Salvini. Solo tu sei capace di dichiarazioni così sgradevoli, irrispettose, vomitevoli. Da elettore di Destra non vedo l’ora tu venga spazzato via, da Meloni in primis e dai tuoi subito a seguire (purtroppo pochi cuor di leone dalle tue parti…che strano….).
Milioni di follower ma ZERO risultati in politica. sto ancora aspettando i fatti sui referendum per le autonomie. ZERO. Solo balle per prendere aria alla bocca.
Eccoli subito come avvoltoi a parlare di sbarchi e rimpatri (che nemmeno loro sono stati in grado di fare quando erano al governo).
Ridicolo.
La città deve ancora iniziare a piangere la perdita di una persona eccezionale che ha dedicato la vita agli ultimi e agli emarginati, proprio quelli che la Lega ha dimostrato più volte di disprezzare, e già si trova il modo di trasformare la vicenda in propaganda politica, approfittandone già che ci siamo per vantare “i grandi successi di Matteo Salvini” nel contrastare l’immigrazione. E poi, più sicurezza e polizia ovviamente perché si sa, con persone socialmente disagiate ed emarginate la forza e l’autorità sono proprio quello che serve per risolvere i problemi.
Patetico, semplicemente patetico. Quando penso che la politica abbia toccato il fondo, c’è sempre qualcuno pronto a farmi ricredere.
Se Zoffili vuole davvero onorare la memoria di don Roberto, non faccia polemiche né propaganda e s’impegni per far aprire un dormitorio e dei bagni diurni a Como. Questo avrebbe voluto don Roberto.