Costa, e non poco, non solo comprare un’auto ma anche mantenerla. Ed è impossibile non tener conto del fatto che l’automobile è uno di quei beni che si svaluta rapidamente, già appena uscita dal concessionario. Poi assicurazioni, tagliandi, manutenzione, il parcheggio da trovare e da pagare.
A fronte di tutti questi problemi Milano e i milanesi hanno cambiato rotta molto tempo fa con l’adozione convinta della filosofia del car sharing. Non a caso il capoluogo meneghino è tra le poche città italiane ad essere stata desiderata e conquistata dalle principali società che gestiscono il servizio in Europa. Milano dispone del più ampio servizio di car sharing d’Italia, uno dei più competitivi in Europa, lanciato nel 2001 con un progetto pilota e presente oggi con cinque operatori: Enjoy, Leasys, ShareNow, Ubeeqo ed E-Vai, diversi dei quali con flotte a veicoli elettrici.
E Como? Negli ultimi anni ha sposato il car sharing regionale E-Vai con due stazioni di ricarica in via Bertinelli e in Largo Giacomo Leopardi e con un’implementazione della flotta con altri 5 veicoli nel 2019.
Como tenta la svolta green con 5 nuove auto elettriche. Galli: “A breve 20 stazioni di ricarica”
La principale società che fornisce questo tipo di servizio però non sembrano trovare Como appetibile.
“Il principio del car sharing free-floating, ossia senza stazioni di noleggio fisse, funziona al meglio quando i veicoli vengono noleggiati frequentemente e quindi continuano a muoversi e a circolare – spiega Andrea Leverano, Regional Operations Director South West di Share Now, nato dalla fusione di Car2Go e Drive Now presente in Italia a Milano, Roma e Torino – Al fine di garantire un servizio non solo di successo ma anche efficiente, vi sono alcuni requisiti che una città deve soddisfare per far sì che possa rientrare tra le nostre location”.
“Tali fattori sono ad esempio la dimensione complessiva della città, il numero di abitanti, la densità della popolazione, la situazione del traffico e il funzionamento del trasporto pubblico locale (più il tpl è efficiente, più il car sharing viene adottato dalle persone come mezzo alternativo all’auto privata e complementare ai mezzi pubblici) – conclude Leverano – Sfortunatamente, la città di Como attualmente non soddisfa questi requisiti e ci risulta dunque difficile estendervi il nostro servizio”.
Al di là del car sharing, la mobilità sostenibile si gioca anche sull’incentivare l’acquisto e l’utilizzo di auto ibride ed elettriche. Già da più di un anno, in questo senso, l’assessore all’Ambiente Marco Galli aveva annunciato l’installazione in città di venti colonnine di ricarica elettrica tra il centro e le periferie.
“Ci siamo quasi – ha spiegato l’assessore – il settore Ambiente sta mettendo a punto il documento e nelle prossime settimane verrà pubblicata la manifestazione d’interesse per capire quali aziende fornitrici vorrebbero portare il servizio in città”.
Restiamo in elettrica attesa.
Un commento
Ah bene, con le 20 colonnine abbiamo risolto il problema della viabilità elettrica, disse colui che promise: La piscina di Muggiò riaprirà a Novembre 2020….2021….2022….2023….2024……