L’ultima parte del molo-porto di Sant’Agostino ha ancora evidenti problemi strutturali (ne parlavamo già lo scorso settembre). Come mostrano le immagini che abbiamo scattato oggi la struttura declina sempre in diagonale verso l’acqua. Nulla c’entra il livello del lago basso di questo periodo, come mostra l’immagine sotto con la prima parte del camminamento perfettamente in linea (cosa diversa la foto in copertina):

Così, chiedendo lumi oggi a Como Servizi Urbani che gestisce la struttura abbiamo avuto due notizie. La prima riguarda una “vertenza”, cioè una “questione legale” su cui la società, spiega, ha voluto mantenere “riserbo”. Nella nota inviata a ComoZero da Csu non si precisano ulteriori elementi ma, pur pronti a rettificare, immaginiamo si riferisca a un contenzioso con l’azienda che ha effettivamente costruito il molo (qui e qui tutte le cronache). La seconda novità riguarda il ripristino: “Confidiamo in un tempo contenuto di poter dare avvio ai lavori di messa in galleggiamento del pontile“. Si fa riferimento poi a tentativi di ripristino effettuati in questi mesi non andati a buon fine. Ecco quanto ci ha fatto sapere Csu questa sera:

Il Porto di Sant’Agostino e la vertenza conseguente, relativa al suo precario galleggiamento, a breve avranno sviluppi. La soluzione manutentiva, percorsa nel corso del periodo, per due volte è sembrata poter avere esito positivo, ma nonostante gli sforzi prestati è stata impossibile da realizzare. La società ha dovuto e voluto salvaguardare l’investimento sostenuto e la gestione il patrimonio pubblico, seguendo, da una parte, l’obiettivo di non interrompere il servizio verso la clientela e dall’altra la tutela legale derivante dall’appalto pubblico. Si è ritenuto necessario, ai fini di tutelare la riservatezza, mantenere il riserbo dovuto alla questione legale. Confidiamo in un tempo contenuto di poter dare avvio ai lavori di messa in galleggiamento del pontile .

Va ricordato come il restyling del porticciolo sia stato terminato lo scorso anno dopo una spesa di circa 375mila euro e non poche polemiche per il protrarsi dei lavori ben oltre le scadenze fissate originariamente.