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Mos Maiorum: Como, destra e cultura. Bianchi: “Dai valori degli avi al rapporto vaccini-libertà, aperti al confronto”

L’associazione culturale Mos Maiorum, la Casa dei Conservatori, ha da poco compiuto due anni e rinnovato il proprio Consiglio Direttivo.

Riconfermato Andrea Bianchi presidente, mentre Mario Conetti ha passato il testimone di vicepresidente a Benedetta Pedraglio (che era già segretario e tesoriere dell’associazione). “Ringrazio Mario per tutto ciò che ha fatto per noi – ha detto il presidente Bianchi – e voglio sottolineare che ci muoveremo sullo stesso solco di quando siamo nati con lui”.

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Tante le idee con cui l’associazione, ispirata al centrodestra, era stata fondata nel gennaio 2019. Tra i suoi obiettivi c’erano infatti promuovere la diffusione della cultura con l’organizzazione di conferenze e convegni, ma anche stimolare momenti di confronto su svariati temi ispirati ai valori della tradizione.

Ma cosa è cambiato con la pandemia? Ci sono nuovi obiettivi che l’associazione intende perseguire? Ne parliamo insieme al presidente Andrea Bianchi.

Andrea Bianchi

Dopo un anno difficilissimo in cui la cultura è stata fortemente colpita dalla pandemia, avete maturato nuove riflessioni?
Tendenzialmente siamo sulla stessa linea d’onda di quando siamo partiti, lo scopo principale rimane stimolare approfondimenti e dibattiti. Cerchiamo di scegliere le tematiche seguendo anche la situazione generale in cui ci troviamo. A noi interessa proporre eventi di un certo livello, che stimolino confronti. Diamo particolare rilevanza ai valori della tradizione, su cui costruiamo un dialogo anche a livello extra territoriale cercando di capire come si sta evolvendo la cultura ma anche quali sono i valori che sono stati accantonati per lasciare spazio alle nuove tecnologie. Per noi ci sono alcuni valori fondanti dei nostri avi e cerchiamo di trasferirli nell’attualità, riflettendo però su cosa va mantenuto e cosa è necessario che cambi.

Uno degli eventi di Mos Maiorum (foto pre-Covid)

A tal proposito, nel 2020 avevate eventi in programma che sono stati posticipati o trasferiti sull’online?
Avevamo in calendario alcuni eventi che meglio si prestavano a essere fatti in presenza, anche perché nessuno immaginava dovessimo riprogrammare tutto, ma in virtù di quanto accaduto abbiamo cercato soluzioni che meglio si adattassero all’utilizzo delle piattaforme digitali. Ad esempio, un evento sul cyberbullismo è stato necessariamente rimandato. In generale, stiamo valutando quali siano gli argomenti più adatti da trattare digitalmente e quali invece in un contesto in presenza quando si potrà. Purtroppo, al momento è praticamente impossibile organizzare qualcosa dal vivo. Riteniamo che le piattaforme digitali abbiano comunque dei benefici, sono un valido strumento. Purtroppo però si spersonalizza molto il rapporto, quindi non siamo contrari al loro utilizzo ma bisogna anche essere cauti e attenti.

State già pensando, quindi, a nuovi progetti?
Abbiamo già lavorato su una scaletta che vede come base il tema della pandemia. Uno dei prossimi eventi vedrà seduti al tavolo digitale esponenti del mondo dei medici e dei docenti universitari di diritto costituzionale, per affrontare il legame tra virus, vaccini e libertà: vogliamo cercare di capire come possa convivere una vaccinazione di massa con chi per scelta non vorrebbe ma magari si trova obbligato a farla. Successivamente vorremmo coinvolgere psicologi e sociologi per capire quanto la pandemia ha inciso sui rapporti personali, con un focus sui giovani e sulla scuola. Poi ci sono altri argomenti che sono in fase di definizione: abbiamo 4-5 progetti su cui ci stiamo concentrando per il 2021. Dalla costituzione dell’associazione abbiamo fatto tre eventi in presenza e avuto le sale sempre piene, per noi è importante la partecipazione del pubblico per sentire dal vivo i nostri relatori. Speriamo si possano organizzare eventi al più presto in tutta sicurezza.

Uno degli eventi di Mos Maiorum (foto pre-Covid)

E a livello politico, come vi ponete? Tra i vostri obiettivi menzionavate anche la “promozione della diffusione della partecipazione politica”.
L’approfondimento politico è presente, la politica muove l’Italia e quindi non possiamo fingere di essere astratti a tutto ciò. Siamo dalla parte dei conservatori e quindi ci collochiamo in un ambito politico abbastanza determinato, ma vogliamo portare avanti le nostre idee e siamo pronti al confronto anche con chi non la pensa come noi. Cerchiamo di valutare le nostre idee e capire se sono ancora attuali, se si possono integrare con punti di vista diversi dai nostri. Noi ci inquadriamo in un’area ma non vogliamo necessariamente impostare ogni evento con una connotazione politica, è un punto di riferimento in cui comunque ci muoviamo.

Per quanto riguarda la cultura a Como, invece, come vi collocate?
Uno degli scopi per cui ci siamo costituiti era anche inserirci in un momento in cui Como era abbastanza statica dal punto di vista culturale. Vogliamo essere proprio promotori di approfondimenti e dibattiti, la cultura è il tema trainante anche perché l’Italia ha un patrimonio culturale pari a nessun altro. La cultura è quindi il primo elemento di dibattito che cerchiamo di approfondire. Vogliamo essere un punto di riflessione e uno stimolo per chi magari ha potere e non lo sta esercitando nella maniera migliore, fermo restando la situazione particolare che stiamo vivendo.

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