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Movida e giovani, De Ascentis (Krudo): “Ci sono genitori che in vacanza fanno di tutto, poi qui si lamentano”

Movida, un tema che ciclicamente si ripropone. Come far convivere le richieste dei residenti che in centro città vivono e vogliono anche dormirci e le legittime ambizioni di chi gestisce i locali di poter attrarre i clienti e ovviamente guadagnare?

L’educazione e l’inciviltà di quanti, dopo una sera in centro, lasciano dietro di sé un tappeto di rifiuti è un altro tema altrettanto delicato ma non strettamente collegato alla visione di una città, in special modo se a vocazione turistica quale è Como, che deve tener presente svariati fattori, a partire anche dalle legittime aspirazioni dei giovani a potersi divertire.

E infatti sono proprio loro, i ragazzi, che spesso si inseriscono nel dibattito in corso anche in questi giorni in Consiglio comunale, chiedendo luoghi e spazi a loro disposizione.

Chi ben conosce la realtà della città e dei ragazzi e da anni sente parlare di movida, schiamazzi e polemiche è Davide De Ascentis, consigliere Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi della Confcommercio di Como) e titolare del noto bar di piazza Volta “Krudo”: “l problema rimane sempre lo stesso e anzi, nel corso degli anni, è andato peggiorando. I giovani dove vanno? Tutte le rivendicazioni sono comprensibili, ma i ragazzi che la sera vogliono andare a divertirsi, ovviamente nel rispetto delle regole e delle persone, che opportunità hanno?”, si domanda De Ascentis.

Nei giorni scorsi, sul sito Comozero.it, abbiamo raccolto la testimonianza di un ragazzo di 22 anni che richiamava la necessità di poter avere altro, oltre che i pochi locali in centro, perché allora così diventerà inevitabile andare in quei pochi punti di ritrovo.

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“Li capisco. Un tempo la città offriva molto di più. C’erano locali dove si faceva musica dal vivo, dei luoghi di richiamo erano presenti anche fuori dal centro e l’offerta era più ampia. Adesso no”, prosegue De Ascentis. E c’è poi un altro elemento da tenere in considerazione, che punta l’attenzione sull’atteggiamento delle persone.

“Purtroppo, è da sempre che lo diciamo, ci vorrebbe una maggiore educazione degli adulti nel crescere quelli che poi saranno i ragazzi che usciranno la sera e da parte degli stessi genitori. Troppo spesso ci si trova magari davanti a persone che quando vanno in vacanza in altre città fanno di tutto, poi rientrati a casa a Como sono in prima linea nel lamentarsi per qualunque cosa”.

Un ultimo riferimento è infine fatto alla proposta, emersa durante una delle ultime sedute di Consiglio comunale, di prevedere anche una cartellonistica apposita, in certi punti sensibili della città, per ricordare norme comportamentali, divieto di schiamazzi e tutto quanto dovrebbe consentire una convivenza civile.

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“Sinceramente ogni idea può essere valida e analizzata. Quindi vanno anche bene i cartelli ma il tema di fondo è sempre lo stesso: da un lato l’educazione ma dall’altro il lavoro del Comune e non solo per cercare di offrire servizi a misura di giovane ai tanti ragazzi, altrimenti sarà sempre più complesso gestire il fenomeno”, conclude De Ascentis.

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3 Commenti

  1. Come in ogni cosa, ognuno deve fare il suo. Il dovere morale di ogni genitore di educare al meglio i propri figli, il dovere degli esercenti di non distribuire bevande alcoliche a minorenni (Decreto Legge 14/2017) o a maggiorenni in evidente stato di ebbrezza (art.691 Codice Penale) e, infine, il dovere delle Forze dell’Ordine di procedere a sanzionare gli esercenti che non rispettano gli obblighi di Legge, compreso quelli previsti dall’art. 689 Codice Penale inerente alla vendita di alcolici a minori di anni 16. Infine, il rispetto delle chiarissime e geniali norme che Rapinese Sindaco vuole aggiungere al Regolamento Comunale migliorate, ovviamente, dai preziosi suggerimenti degli “operatori”. 😊

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