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Occhi rossi, tosse, starnuti: ma è allergia o Covid 19? Risponde la dottoressa Marina Mauro (Asst Lariana)

Come distinguere i segni tipici delle allergie stagionali e quelli legati a Covid 19? Molti, infatti, possono somigliarsi e per capire di più e meglio arriva il piccolo vademecum della dottoressa Marina Mauro, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica e responsabile dell’unità operativa semplice di Allergologia di Asst Lariana.

La casistica dei sintomi simili, tra allergia ai pollini e Coronavirus, possono essere molti, d’altronde: arrossamento degli occhi, congiuntivite, gonfiore delle palpebre, lacrimazione ma anche starnuti, congestione nasale, tosse e mancanza del respiro.

“E’ importante sapere che la rinite allergica e l’asma non sono fattori predisponenti, cioè non sono fattori di rischio, per l’infezione da Coronavirus – spiega la dottoressa Mauro – ma se l’asma non è controllata, una sovrainfezione da virus e quindi anche da Coronavirus, o da batteri, può portare a complicazioni, ossia ad aggravare la malattia. Chi soffre di asma deve avere particolare attenzione”

Risulta dunque importante controllare la rinite e/o l’asma allergica con i farmaci sintomatici: antistaminici e cortisonici nasali nelle forme rinitiche, cortisonici e broncodilatatori per via inalatoria (spray) nelle forme asmatiche.

“E’ bene ricordare – prosegue il medico – che il 50% dei pazienti che soffrono di rinite allergica sono anche asmatici e spesso non seguono adeguatamente le terapie suggerite, oppure le sospendono quando pensano di stare bene e non hanno più sintomi importanti. Quest’anno è più che mai importante tenere sotto controllo l’asma non auto sospendendo la cura e contattando eventualmente il medico se si osserva un peggioramento del respiro nonostante si esegua correttamente la terapia”.

“I pazienti con asma grave che sono in terapia con cortisonici orali e con farmaci biologici non devono interrompere il trattamento – prosegue la dottoressa Mauro – L’immunoterapia specifica (vaccino) sublinguale, che normalmente si esegue a domicilio, o l’immunoterapia specifica sottocute per pollini o acari (che si esegue negli ambulatori ospedalieri) possono essere proseguite durante l’attuale pandemia da COVID-19 se il paziente è asintomatico e senza esposizione o contatto con soggetti positivi al virus, oppure guariti dall’infezione e con esito negativo ai test per COVID-19”.

E ancora: “Per coloro che eseguono l’immunoterapia specifica sottocute per veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni) non è consigliato interrompere il trattamento che è salvavita – sottolinea Mauro – Potrà essere allungato l’intervallo tra le iniezioni di richiamo che va valutata dal medico caso per caso. I soggetti, invece, con infezione sospetta o accertata da COVID-19 devono interrompere l’immunoterapia sublinguale e sottocute”.

Infine un ultimo suggerimento: “La mascherina chirurgica torna doppiamente utile: può diminuire l’inalazione di pollini, che sono ben più grandi dei virus, e quindi diminuire le fastidiose conseguenze. Usiamola quindi”.

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