La Chiesa comasca – ma tutta la comunità cittadina – è scossa alle fondamenta dall’omicidio di don Roberto Malgesini. Ed è proclamato il lutto cittadino.
Omicidio a Como in piazza San Rocco: ucciso il parroco don Roberto, il prete degli ultimi
Il sindaco Mario Landriscina e l’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, sono arrivati in piazza San Rocco poco dopo l’accaduto: “Stiamo vivendo un grande dolore, personale e per tutta la comunità. Tragedia che si è consumata improvvisamente, senza che nulla la facesse pensare”.
Tra chi è arrivato poco dopo il tragico fatto di sangue in piazza San Rocco c’è un’altra figura simbolo dell’aiuto ai più deboli: l’Abbondino d’Oro, Luigino Nessi.
“Era una persona che viveva il vangelo quotidianamente, in ogni momento della giornata – ha detto Nessi – Un’espressione eccezionale della nostra comunità. Il caffè ogni mattina, portava anche le colazioni sotto ai portici del Volta, ai giardinetti e in stazione. È un martire, un santo”.
Anche il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli, che ha lo studio in via Milano Alta, è in piazza San Rocco: “Grande tristezza, cose che non dovrebbero mai accadere. Viviamo un momento complicato per la sicurezza in cittò. Ma non è la zona il problema, da quanto è stato chiuso il centro di via Regina la situazione è migliorata. Ma ora serve l’intervento dello Stato per la gestione dell’assistenza”.
2 Commenti
Il Comune di Como che proclama il lutto cittadino per la morte di don Roberto è il coronamento macabro di una giunta senza vergogna.
La stessa giunta che tre anni fa – con il marocchino Faycal Haitot che si diede fuoco in un incendio, uccidendo se stesso e i suoi 4 figli – fece finta di non esserci e di non sapere.
La stessa giunta – pensiamo al disastro del porticato di San Francesco – che dalla politica nazionale ha preso in prestito la strategia più vigliacca e redditizia che ci sia sulla piazza: vinci le elezioni, prova a governare e se non ti riesce di risolverli i problemi, tu almeno fai finta che la colpa non sia tua e che a governare siano gli altri.
Una giunta che proprio per questo ha imparato bene a fare di calcolo e si è resa conto che, a quel punto, non risolvere i problemi diventa un investimento.
Ogni pisciata sui muri, ogni magrebino che riga le macchine la sera, ogni quartiere-ghetto con le classi composte da stranieri al 60%, ogni prete accoltellato diventano carburante d’odio, alimentano la narrazione di una città sotto assedio, fuori controllo, in balìa di una forza talmente soverchiante che tu – povera giunta dalle mani legate – umanamente non puoi tenere a freno.
Siamo tutti assolti. Soprattutto quella classe politica che avrebbe il dovere di fare qualcosa ma che ha imparato che – a non fare niente e a essere un po’ sgamati – si fa meno fatica e ci si guadagna molto di più.
Tra tutti gli aggettivi che avrei usato per descrivere questa tragedia, mai avrei pensato a quello utilizzato dal nostro sindaco: ” improvvisa” .Fate qualcosa! Sono anni che la situazione e’ fuori controllo!