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Attualità, Economia

La grande industria tessile del Lago di Como: “Noi, riferimento dell’eccellenza mondiale. Cerchiamo giovani talenti”

La XXXIV edizione dell’Osservatorio del Distretto Tessile di Como ha focalizzato il grande tema della formazione e della valorizzazione del capitale umano, che è un fattore decisivo per la filiera e per il suo futuro, dal momento che le aziende del nostro territorio sono protagoniste delle lavorazioni tessili che sono all’origine dei prodotti più prestigiosi del lusso mondiale.

“Il 2023 è stato un anno a due facce, nella prima parte si è verificata un’ulteriore forte crescita rispetto ai dati già favorevoli del 2022, successivamente il mercato ha “preso il respiro”. Nel complesso perderemo qualche punto di fatturato” – dichiara Federico Colombo, Presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como e Presidente del Centro Tessile Serico Sostenibile Srl. Ma al di là delle frenate e delle accelerazioni della congiuntura, ricorrenti soprattutto nel tessile, rimane il grande tema di valore strutturale: “Noi siamo il punto di riferimento dell’eccellenza mondiale, nel campo della creatività. Tutte le griffes attingono dal prezioso patrimonio di competenze che si trova nel Comasco. In questi mesi stiamo assistendo ad un importante turnover, la generazione del baby boom sta iniziando ad uscire dal mondo del lavoro ed è decisivo poter inserire nelle aziende giovani in gamba, che prendono il loro posto e che mantengono alta la competenza che ci viene riconosciuta in tutto il Mondo”.

Filippo Mariano, operaio meccanico di 22 anni, ha poi dato testimonianza delle opportunità che offre ad un giovane il lavoro in una ditta della filiera tessile, la Texal SpA di Lurago d’Erba. “Lavoro in Texal da due anni: ho iniziato come magazziniere e poi, grazie alla fiducia dell’azienda e alla mia curiosità, ho avuto la possibilità di passare dal magazzino alla tessitura, affiancando un capoturno con esperienza. All’inizio ero preoccupato perché c’erano molti parametri e numeri da conoscere, ma poi mi sono appassionato al lavoro e sono molto contento della scelta che ho fatto. Ho anche avuto l’opportunità di frequentare un corso di formazione in un’azienda che produce telai che mi è stato molto utile”.

La capacità delle imprese del settore di attrarre nuovi talenti risulterà cruciale per sostenere la crescita e per indirizzare al meglio le strategie per la doppia transizione ambientale e digitale, anche alla luce della struttura dell’occupazione particolarmente sfavorevole. “Poco meno del 30% degli occupati del Sistema Moda ha meno di 40 anni – dichiara Stefania Trenti, Responsabile Industry & Local Economies Research presso la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – la quota più bassa nel panorama manifatturiero italiano: anche le analisi Anpal-Unioncamere confermano l’elevato fabbisogno del settore, sottolineandone al tempo stesso le difficoltà di reperimento”.

L’Osservatorio ha presentato anche la consueta analisi annuale dei bilanci delle aziende della filiera comasca, dalla quale è emerso un fatturato complessivo 2022 pari a 2,2 miliardi di euro, frutto di un +29,1% sul 2021 che ha segnato finalmente il sorpasso sul pre-Covid (+6,9% sul 2019). La spirale inflattiva ha esercitato qualche pressione al ribasso sulla domanda in coda al 2022, ma non ha impedito a margini e redditività di proseguire nel percorso di recupero. L’EBITDA margin del distretto si è attestato sul 7,4% (6,4% nel 2021) e il ROI sul 5,6% (2,7% nel 2021), in linea con il 2019. “Resta ancora ampia la dispersione delle performance tra i comparti e dentro i comparti – commenta Ilaria Sangalli, Senior Economist presso la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Tuttavia, dopo un 2021 di aumento del numero di micro imprese, in difficoltà nell’agganciare la ripresa, nel 2022 abbiamo osservato un ridimensionamento di questo cluster e una crescita del cluster di imprese medio-grandi, che ha generato il 31% del fatturato complessivo. Il 69,2% del giro d’affari del distretto è ascrivibile alle realtà di dimensioni maggiori, contro il 66,9% del 2019 e il 64,2% del 2021”.

Il 2024 si presenta come un anno di rallentamento dell’economia globale, in un quadro di forte incertezza indotta soprattutto dalle tensioni geopolitiche: le attese vedono comunque un miglioramento nella seconda metà dell’anno, sia in Italia che negli altri principali paesi. In particolare, la domanda per i consumi dovrebbe beneficiare del recupero del reddito disponibile delle famiglie, a seguito del rallentamento delle pressioni inflazionistiche. “In questo contesto – sottolinea Stefania Trenti – le priorità delle imprese che emergono dalla nostra inchiesta periodica presso i gestori Intesa Sanpaolo evidenziano l’importanza degli investimenti diretti al contenimento dei costi, in un quadro di debolezza della domanda e di preoccupazioni indotte dalla crisi del Mar Rosso, rotta privilegiata per l’ingresso nel nostro Paese di quasi il 30% delle forniture di prodotti del tessile-abbigliamento, sia intermedi che prodotti finiti”.

Al termine dell’incontro con i giornalisti si è tenuto il Convegno dedicato alle aziende della filiera. In tale sede Gianluca Brenna, Presidente di Confindustria Como, ha delineato le strategie dell’Associazione industriale comasca sul tema della formazione, che per Confindustria Como rappresenta una priorità assoluta, non solo per il distretto tessile, ma più in generale per tutti i settori che sono presenti nel nostro territorio.

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5 Commenti

  1. Ho provato molte volte ad inserirmi in questi ambiti. Le paghe nonostante si abbia un esperienza sono molto molto basse e prospettive di crescita pari allo zero. Sono modellista e stilista, in Italia ho dovuto abbandonare questo sogno di lavoro perché non si può vivere da soli con quello sfipendio e aprire un attività visti i i costi,diventa impensabile

  2. Ma veramente, ci credete ancora? La moda è morta, perché moda significa eleganza. Il tessile oggi è fast fashion, non ci si veste, ci si copre. A parte quei quattro capi esclusivi per il VIP di turno all’evento del momento, le firme oggi i fatturati li fanno con gli accessori. Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale vedrete la vostra creatività dove va a finire. Il tessile comasco è morto, fatevene una ragione. Oggi senza cassa integrazione e pantalone che paga, tre quarti delle aziende avrebbe già chiuso.

  3. Che pena , il distretto tessile comasco ,con magnanimita’ ci fa capire che cerca operai…quando la vera ricchezzacerano i fantastici disegnatori e innovatori, uniliati da stipendi da fame, alcuni finirono a fare i cassieri al super ,nessuno disegnava bene come a Como, quelli che sono scappati all’ estero ,ce l’ hanno fatta, ma all’ industriale comasco non e’ mai piaciut la genialita’ ,l’ ubbidienza si, la grata ubbidienza…io lavoro per zara e mango e tantissime firme, sono baby boom ,ma lavoro per la Spagna ,dove mi hanno steso tappeti d’ oro…nessuno disegna e inventa stili come i comaschi…industrialotti permettendo

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