Pallanuoto Como, questa mattina in conferenza stampa, ha annunciato importanti novità sulla vicenda del bando di viale Geno (nel link sotto trovate tutti i passaggi della vicenda).
VIALE GENO: PALLANUOTO COMO – COMO NUOTO
Secondo quanto sostenuto dalla società, ci sarebbero infatti 14 atleti di Como Nuoto che non avrebbero svolto attività agonistica – requisito fondamentale per l’assegnazione della piscina di viale Geno.
“Nell’istanza di accesso agli atti presentata al Comune di Como – è la tesi espressa dal presidente della società Giovanni Dato – abbiamo segnalato ben 14 tesserati che, a dispetto di quanto richiesto dal bando, da quanto risulta a noi non hanno svolto attività agonistica. Quindi non siamo stati noi ad aver dichiarato qualcosa che non era attinente al bando, ma dovevano essere fatti controlli più efficaci su questi atleti dichiarati da Como Nuoto. Si tratta di un fatto concreto, sono atleti che conosco e abbiamo le prove”.
“Nessuna documentazione ci è stata consegnata nell’accesso agli atti inerente a una istruttoria fatta per bene, a differenza di come venne fatta ai tempi da parte dell’Amministrazione nei nostri confronti – ha aggiunto Dato – Queste 14 persone, che non corrispondono alle richieste dell’Amministrazione, comporterebbero la decadenza di Como Nuoto rispetto all’assegnazione del bando”.
Di seguito il testo dell’istanza che riporta quanto sostenuto da Pallanuoto Como:
In particolare, con riferimento a quest’ultimo elemento, si allega l’elenco di 14 persone (All. 1) che, sebbene indicate in gara da Como Nuoto tra gli atleti della stagione 2015/2016, non hanno in realtà svolto alcuna attività agonistica in quel periodo. Risulta infatti alla scrivente come in quella stagione queste persone si siano limitate ad allenarsi tra di loro per partecipare ad un campionato, il “Contest 30 Master”, istituito in via sperimentale dalla Federazione Italiana Nuoto per consentire agli Atleti che avevano terminato la categoria Under 20 e non hanno continuato l’attività nella categoria Senior (in questo caso la Serie B) di giocare in tornei di livello amatoriale. Nessuno di loro ha quindi svolto attività agonistica nella ASD Como Nuoto nella categoria Senior, che era rappresentata dalla partecipazione al campionato di Serie B, come infatti comprovato dalla qui allegata documentazione ufficiale della stessa Como Nuoto.
L’avvocato Roberto Rallo, in proposito, ha poi aggiunto: “Il bando, per l’assegnazione dei punteggi, prevedeva la dizione ‘sino a 10 punti in ordine al numero di tesserati, riferiti alla media del triennio, che svolgono attività agonistica nell’ambito degli sport acquatici e natatori’. Noi, quindi, ci siamo attenuti a questa definizione e avevamo vinto la gara. Poi, però, questa frase è stata rivista con un’interpretazione diversa, ovvero ‘sino a 10 punti in ordine al numero di tesserati come agonisti’. Ma la cosa più grave è la scoperta che, alla prima richiesta, Como Nuoto ha risposto utilizzando 14 persone che non hanno svolto attività agonistica”.
Il presidente Dato, inoltre, ha segnalato che ci sarebbero stati ritardi da parte dell’Amministrazione nella risposta alla richiesta di accesso agli atti e altri “comportamenti non omogenei da parte dell’Amministrazione”.
“L’Amministrazione avrebbe dovuto consegnarci entro 30 giorni i documenti richiesti – ha proseguito Dato – Ma la consegna è avvenuta dopo la scadenza e in maniera totalmente non soddisfacente, perdendo tempo inutilmente. Stiamo predisponendo ricorso, che a breve sarà pronto. Non siamo qui a fare la guerra a Como Nuoto ma vogliamo segnalare che c’è stato qualcosa di non omogeneo nell’approccio e nei comportamenti dell’Amministrazione per questo bando”.
L’avvocato Rallo ha poi concluso: “A noi non è mai stato chiesto se fossimo d’accordo con la richiesta di accesso agli atti, mentre a Como Nuoto sì. Ci sono stati, quindi, atteggiamenti differenti nei confronti delle due società. Il nostro obiettivo è dimostrare che quando si ha diritto a ottenere qualcosa, il diritto deve essere riconosciuto. Quindi in questa settimana verrà presentato nuovamente ricorso al Tar e verrà proposta denuncia nei confronti di chi ha svolto in malo modo attività istruttoria e nei confronti di chi si è permesso di fare affermazioni gratuite nei nostri confronti”.
9 Commenti
Sono d’accordo con marco f. Il ricorso al TAR è un atto legittimo, ora aspettiamo l’esito.
che ragionamento inutile. como nuoto ha offerto 35.000€, credo che solo con gli ex soci che non si sono tesserati (come me) perchè non c’è manutenzione e la sede è diventata un circolo privato per famiglie comasche doc si possano incassare 35.000€ in più. forse forse però.
Io per il bene dello sport (quello vero) mi (e vi) pongo una domanda: il Calcio Como (società for profit) è previsto che paghi 41.000 euro di affitto per lo Stadio, utilizzabile 12 mesi l’anno, da compensare con i costi per il rifacimento del campo. Quindi ristruttura il campo, ma non paga l’affitto.
Pallanuoto Como (teoricamente associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro) dovrebbe pagare, per una piscina aperta sei mesi l’anno, 70.000 euro annui più i lavori di ristrutturazione, che a sentire i contendenti sono nell’ordine dei 250-300mila euro. Quindi considerata la durata di 9 anni della concessione, circa 100.000 euro annui. Più del doppio del Calcio Como. E’ credibile, rispettando il divieto di lucrare direttamente o indirettamente?
Adesso che la verità inizia a saltar fuori a qualcuno il sederino si sta stringendo. Per il bene della città e per la giustizia speriamo che la cosa si risolva presto. Adesso di tutti i leoni da tastiera se ne vedono davvero pochi. il conto alla rovescia è iniziato.
Ma si, cercatevene un’altra che son stufi!
Siamo proprio stufi. Ma basta, cercatevi un’altra piscina. La Liguria ne ha tante.
Ma come? Fino al mese scorso bisognava indagare ogni possibile irregolarità di Pallanuoto Como, mentre ora che si parla di Como Nuoto basta, “siamo stufi”?
Si direbbe il classico “due pesi, due misure”.
Ma basta… Dato vai a gestire la pallanuoto a Genova
Ooops