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Pappemolli? Che mancanza di stile, Rapinese. Questi genitori sono un raro esempio di gentilezza e tenacia [Video]

Inclini alla non belligeranza, potremmo con un generoso eufemismo definire vivaci i toni del sindaco di Como Alessandro Rapinese che giusto ieri sera ha definito pappemolli le famiglie comasche che protestavano pacificamente nel cortile antico del Cernezzi (trovate tutto qui).

Ebbene a quella vivacità, che è un po’ la costante degli interminabili monologhi pieni di passione con cui anima i lavori dell’Aula somma della democrazia cittadina, fa da contraltare cristallino la  gentilezza resistente dei genitori, dei parenti e degli insegnanti che in questi giorni hanno animato le due manifestazioni organizzate per dire no alla chiusura di otto scuole in città, decisione da ascrivere alle scelte politico-amministrative del suddetto primo cittadino.

Gentilezza che certo non suggerisce mancanza di polso o di decisione rispetto ai temi messi in campo, piuttosto sottolinea due (tre, dieci) volte quella volontà gioiosa di affermare, sì, le proprie ragioni senza arretrare di un passo ma con garbo e educazione. Perché le barricate servono a poco e i genitori lo sanno bene. Lo dimostrano le parole di Umberto Fumarola, presidente del Comitato genitori a misura di famiglia, che abbiamo intervistato venerdì scorso in occasione del flash mob in Piazza Verdi:

Che bella l’ormai desueta cifra della ferma pacatezza, niente insulti, niente colpi bassi, niente sarcasmo fuori luogo. Solo intelligenza e tenacia. E questo stesso atteggiamento lo si trova in Teresa Minniti, referente dei genitori dell’Asilo Carluccio di via Volta e rappresentante nel consiglio di istituto di Como Borgovico, che abbiamo incontrato ieri sera durante la manifestazione in Comune. “Siamo qui per riportare i temi già sottolineati in occasione del flash mob – ha spiegato – la richiesta è sempre la stessa, chiediamo dialogo e confronto. Il grido è sempre lo stesso, la chiusura di una scuola deve essere l’extrema ratio. Vogliamo che vengano vagliate altre soluzioni e che il sindaco ci illustri quali sono le conseguenze delle chiusure”.

E poi il caso della materna di via Volta la cui chiusura è giudicata da più parti incomprensibile sia sul fronte numerico, i bambini ci sono eccome; sia sul fronte strutturale, l’istituto infatti non presenterebbe particolari criticità, piuttosto avrebbe bisogno di una messa a punto. Se non ordinaria amministrazione, quasi. “Per quanto riguarda via Volta non ravvediamo i motivi che il sindaco ha evidenziato – ha spiegato ancora Minniti – la Carluccio gode di buona salute e non c’è calo di iscritti. La notizia ci ha colti assolutamente di sorpresa. Per questo invitiamo il sindaco a venire a rivedere lo stato dei luoghi e a ripensarci”.

Insomma, al sindaco tra Fumarola e Minniti sono poi state fatte poche e semplici richieste: incontrarsi e instaurare un rapporto fatto di dialogo e comprensione. Come finirà non possiamo saperlo, forse le scuole chiuderanno, forse no, plausibilmente molte ma non tutte. Sarebbe assai sciocco pensare che Rapinese abbia completamente torto sul tema, alcune scuole hanno grossi problemi su più fronti. Il punto è un altro: è vitale il confronto dinamica più che basica di una società che si definisce civile. Essere eletti, governare e gestire una città significa politicamente questo, non una delega in bianco e per cinque anni ghe pensi mi. E quel confronto auspicato in questo caso dalle famiglie negli ultimi due anni e tot mesi dalle elezioni è mancato troppo spesso.

E, va detto, che mancanza di stile, che mancanza di buon gusto entrare in consiglio comunale prendere il microfono e bollare un gruppo persone pappemolli. Soprattutto se fai il sindaco e non sei uno che in Comune ci è entrato perché buttato dentro a forza.

Speriamo poi Rapinese risponda anche all’altro invito e si faccia un giro nella materna di via Volta che, peraltro, è un gioiello non solo dal punto di vista architettonico (vedi il giardino sulle mura) ma anche e soprattutto dal punto di vista educativo. Come ha ricordato di recente una lettrice che ha inviato alla redazione una lettera che ci ha assai colpiti. Eccola, nel caso ve la foste persa:

Como, lettera d’amore per le scuole che Rapinese chiude. La maestra: “Gli sforzi di una vita cancellati con un tratto di penna”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. La Vice Sindaco? Già dai primi passi si è nutrita del “rapinesismo”. I suoi silenzi e le risposte non risposte l’hanno forgiata e come allieva diligente sa fare da amplificatore del “signore del palazzetto”.

  2. Ma la Roperto, l’inconsapevole assessore cosa ne pensa? Sarebbe molto edificante sapere e conoscere il suo pensiero in merito!
    Anzi sarebbe molto “illuminante”…..

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