Shampoo, taglio, messa in piega e green pass. Da domani, giovedì 20 gennaio, per andare dal parrucchiere o dall’estetista sarà infatti necessario questo documento ormai diventato, ai più, familiare. Certificazione richiesta anche per andare a farsi fare un tatuaggio. Sono le nuove disposizioni previste per cercare di arginare la pandemia e l’ultima variante del virus particolarmente contagiosa.
Ma come hanno reagito a questa nuova prescrizione le categorie interessate? Tra rassegnazione e consapevolezza di aver sempre seguito alla lettera, e così sarà anche questa volta, ogni indicazione utile per sconfiggere il virus.
“Per noi cambia poco. Siamo sempre state e lo saremo ancora, super attente al rispetto delle norme igieniche e comportamentali. Adesso completeremo con questa ulteriore indicazione – dicono le titolari del salone Modacapelli di via Mentana – Anche i clienti sono sempre stati rispettosi. Dubito che qualcuno si faccia il tampone per andare dal parrucchiere. L’importante è che l’economia riesca a riprendersi perché il periodo non è certamente positivo”.
Basterà, va ricordato, il green pass base, ovvero quello rilasciato anche a seguito di un tampone negativo (48 ore di validità per il test rapido, 72 per quello molecolare), non solo dopo aver contratto il Coronavirus o aver effettuato la vaccinazione anti-Covid (Green pass rafforzato o Super Green pass).
“Siamo pronti ormai da due anni – dice Ornella Gambarotto dal suo salone in piazza Duomo – e sicuramente non creerà disagi questa nuova norma. Personalmente mi fa piacere che sia stata introdotta perché non mi sembrava giusto che noi e i nostri dipendenti dovessimo essere vaccinati e i clienti no. Così si riequilibra la situazione. Inoltre tutto ciò serve a garantire sempre maggior sicurezza”.
Ma la preoccupazione è un’altra. “L’importante è che si torni alla normalità che non si continui a spaventare la gente, perché o si riescono a far ripartire le attività oppure la prossima malattia sarà quella della disoccupazione”, conclude la Gambarotto.
E il green pass sarà necessario anche per entrare in uno studio di tatuatori. “Io sono partita in anticipo e già dai primi di gennaio ho apposto fuori dallo studio l’indicazione del green pass – spiega Alessia Peri Studio ApPí di Carugo (nella foto sotto), responsabile tatuatori di Cna – Anche i colleghi si stanno ovviamente tutti attrezzando per essere in grado di accogliere i clienti nel rispetto delle norme. Purtroppo il vero probleme e quello di una ripartenza adeguata delle attività. Questo lunghissimo periodo con fasi alterne di emergenza ha ifluito su tutti noi”.
E infine un commento anche dal mondo dei centri estetici. “Abbiamo predisposto tutto con cartelli appositi. Abbiamo avvisato la clientela tramite social o messaggi. Alcuni hanno chiamato per capire essenzialmente quale tipo di green pass venisse richiesto – spiega il presidente del settore in Cna Cristina Meroni nel suo studio Estetica Meroni – e cosa accadeva se non si era vaccinati. Abbiamo fornito tutte le spiegazioni e mentre c’è chi farà il tampone altri, anche se pochi, hanno deciso di rinunciare per non dover sottostare a queste limitazioni. Noi comunque siamo contenti che ci sia un controllo in più”.
Un commento
La Signora Ornella non disse “Basta, vendo e vado in Svizzera. Cosa resta da salvare? “