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Pass vaccinale e viaggi Covid-free? Nì, grazie. Hilton, Mandarin, Bellagio, Lenno: le opinioni

Anche quest’anno, il turismo a Como e sul Lario vivrà un avvio di stagione col freno a mano tirato.

Sono tanti gli hotel del Lago di Como che infatti, in questo momento, non hanno ancora aperto le proprie porte ai visitatori. E il motivo è subito detto: nonostante non siano soggetti a restrizioni, perché di fatto sono tra le poche attività consentite anche in zona rossa, sono comunque pochissimi gli ospiti che si sarebbero recati nelle strutture.

Ma se a Como, in Lombardia e in tutta Italia la Pasqua è stata praticamente blindata con buona pace degli albergatori, lo stesso non si può dire per i Paesi che hanno aperto al turismo ad esempio con i viaggi “Covid-free”. A questi si aggiunge l’ipotesi di un passaporto vaccinale che potrebbe essere adottato dagli Stati europei per la prossima estate.

Che cosa ne pensano gli albergatori di Como e del Lago? Per tastare il polso della situazione, abbiamo chiesto l’opinione di alcuni esperti di ospitalità sul Lario i cui alberghi al momento sono ancora chiusi.

Alessio Colavecchio – Hilton Lake Como

“Abbiamo chiuso l’hotel il 5 gennaio e non abbiamo più riaperto – così Alessio Colavecchio, general manager dell’Hilton Lake Como – speriamo di poterlo fare il 15 aprile ma attendiamo di conoscere i colori delle varie regioni, se la Lombardia dovesse restare rossa fino a fine aprile rimanderemmo l’apertura”.

Lascia trasparire un pizzico di rassegnazione per il mese in corso il general manager dell’Hilton comasco, il quale sottolinea che nelle condizioni attuali l’apertura dell’hotel sarebbe complicata. Per quanto riguarda i famosi viaggi Covid-free, invece, non ha nulla da ridire: “Non è giusto lamentarsi se gli altri Paesi fanno bene – spiega – anche per quanto riguarda i vaccini evidentemente sono più avanti di noi. Se l’italiano può andare in vacanza all’estero in sicurezza, non ho nulla in contrario. Anzi, questa cosa dovrebbe spronare tutti noi”.

Anche sul Passaporto vaccinale, il parere di Colavecchio è molto positivo. “In questo momento tra tamponi, richiami eccetera viaggiare è un po’ complicato – afferma – e a parte chi prende i voli per un viaggio di piacere, pensando alle trasferte di lavoro sicuramente un passaporto del genere snellirebbe tutte le procedure. Quindi va valutato come strumento, anche a livello di territorio: ad esempio sarebbe utile per i mesi invernali sul turismo congressuale e business. Se può aiutare a far muovere anche quel tipo di turismo, ben venga. Riporterebbe un po’ di fiducia anche per i viaggi brevi”.

Samuel Porreca – Mandarin Oriental Lago di Como

Il Mandarin Oriental Lago di Como di Blevio ha ritardato l’apertura per via della pandemia. “Saremmo dovuti partire con la stagione il 1 aprile – commenta il general manager Samuel Porreca – ma sarebbe stato troppo ottimistico. Per ora pensiamo al 15 aprile, anche se dovessimo restare in zona rossa. Il decreto attuale, infatti, ci permette di essere attivi. E al momento ci si può spostare tra Stati ma non tra Regioni”.

Ecco, a tal proposito, cosa ne pensa dei viaggi Covid-free? “Ovviamente se potessimo lo faremmo anche noi – così Porreca – ma purtroppo non abbiamo accesso ai vaccini per molte fasce di età. Sarebbe bello poter garantire che tutto il nostro staff è vaccinato e quindi può accogliere gli ospiti in tutta sicurezza. Per me questi viaggi sono comunque positivi, il Lago di Como è una destinazione privilegiata e molto amata e quindi non li vedo come una potenziale concorrenza nei nostri confronti”.

Opinione diversa, invece, sul Passaporto vaccinale: “Potrebbe creare una certa discriminazione per molte fasce d’età – afferma – soprattutto per chi vorrebbe vaccinarsi ma non ha ancora la possibilità di farlo. E’ quindi molto rischioso, l’unica speranza per noi è accelerare la campagna vaccinale perché rispetto a Stati Uniti, Gran Bretagna e i Paesi asiatici siamo molto indietro. Come hotel, comunque, non userei questo strumento proprio perché rappresenterebbe un incentivo per molti ma una discriminazione per tanti altri”.

Luca Leoni – Hotel Du Lac e Hotel Bellagio

Anche i due alberghi di Bellagio di proprietà di Luca Leoni, che è anche coordinatore del Distretto Turistico del Centro Lario, al momento non hanno aperto ai turisti. “Il problema è che ora tutte le attività sono chiuse – afferma Leoni – la gente cosa viene a fare in paese? A trascorrere il weekend di Pasqua chiusa in hotel? La situazione attuale difficilmente ci permette di aprire le due strutture, lo faremo quando torneremo in zona gialla così che anche negozi e ristoranti siano aperti”.

E sui viaggi Covid-free, aggiunge: “Molti albergatori sono irritati perché si può prendere un aereo per andare a Tenerife, mentre in zona rossa non possiamo nemmeno spostarci tra Comuni. Il problema è che qui dovremmo aprire tutto per poter tornare ad accogliere turisti. In Grecia ci sono le isole Covid-free perché si sono organizzati per offrire qualcosa ai visitatori e infatti tutte le attività sono aperte, mentre in Italia c’è stata una scarsa lungimiranza ed è mancata una visione”.

E del Passaporto vaccinale, cosa ne pensa? “Alla fine credo che arriveremo ad adottarlo – risponde – però devono vaccinare tutte le persone, altrimenti non è giusto. Va bene come strumento, se tutti abbiamo a disposizione la possibilità di ricevere il vaccino. In questo momento, molte persone rischiano di restare fuori”.

Alberto Cetti – Albergo Lenno

“In questo periodo anche noi siamo chiusi – spiega Alberto Cetti, proprietario dell’Albergo Lenno di Tremezzina – tutte le prenotazioni che avevamo per Pasqua sono state cancellate e quindi avremmo avuto l’hotel vuoto. Abbiamo chiuso a fine ottobre 2020 e non riapriremo prima di tornare in zona gialla, speriamo che la stagione possa partire da fine giugno coi vaccini”.

Stagione che, appunto, in alcuni Paesi sta partendo proprio in questo momento. “Siamo rimasti basiti alla notizia dei viaggi Covid-free all’estero – commenta Cetti – per me è una doppia beffa, come cittadino e come albergatore. Inoltre, questi viaggi accentuano il deficit competitivo delle nostre strutture rispetto a queste realtà perché prendono il nostro stesso target di clientela”.

Più positivo, invece, il parere sul Passaporto vaccinale: “E’ un’idea valida per far circolare liberamente i turisti della Comunità Europea in tutta Europa – afferma – anche se avrà sicuramente dei limiti, come tutte le cose. Magari potrà creare discriminazione per alcuni, ma intanto permette ai vaccinati o a chi ha già contratto il virus di muoversi. Quindi, almeno consentirà loro di viaggiare in sicurezza”.

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2 Commenti

  1. Ed aggiungo, altresì, che questo assurdo obbligo del passaporto vaccinale favorirà il mercato “nero”, visto che se le strutture alberghiere e villaggi non accetteranno i non vaccinati questi ultimi andranno in affitto in qualche casa vacanza.

  2. Il passaporto vaccinale non solo è anticostituzionale, in quanto discriminatorio, ma non è nemmeno sicuro al 100 per 100, visto che è ormai noto che anche i vaccinati si possono e possono infettare, soprattutto con le nuove varianti del virus. Oltre a ciò entro l’estate tutta la platea dai 50 in giù non farà a tempo a vaccinarsi per cui che fanno, rimangono chiusi in casa con le proprie famiglie? Vediamo un po’ di essere realisti, suvvia, perché poi la, cari albergatori, questo passaporto vi torna indietro come un boomerang. Un tampone 48 prima credo che sia più che sufficiente ed è molto ma molto più sicuro di un inutile passaporto vaccinale.

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