Una giovane consigliera – Elena Canova, di Forza Italia, 27 anni – porta in consiglio comunale a Como le speranze e le richieste dei giovani italiani (per ora piuttosto frustrate, basti pensare alla scuola) legate ai fondi Next Generation Eu. Una mossa “apartitica” con l’obiettivo di rendere decisamente più corposa la fetta dei finanziamenti europei destinati alle giovanigenerazioni nell’ambito del piano in fase di definizione da parte del governo italiano.
“Next Generation Eu e non, come la maggior parte lo chiama, Recovery Fund – ha precisato subito Canova nell’intervento in aula – perché la Commissione Europea lo ha chiamato Next Generation Eu proprio per sottolineare il senso di responsabilità verso i giovani”.
“All’Italia – ha sottolineato Canova – sono destinati 196 miliardi, la più alta cifra mai investita nel nostro Paese che deciderà il futuro della nazione e dei giovani per i prossimi 10, 20 o 30 anni. Ma bisogna essere consapevoli che sono soldi a debito e che toccherà a noi ripagarli”.
Una premessa che è sfociata nella sottolineatura della grande delusione emersa dopo aver scoperto che nella bozza di piano del governo italiano “solo 2,8 miliardi ovvero poco più dell’1% del totale, sono destinati ai giovani: inutile dire quanto i ragazzi si sentano dimenticati”.
“Si sta scegliendo ancora una volta di non investire nel futuro della nazione – ha rimarcato la consigliera – ma un Paese che non investe sui giovani, non investe sul futuro”.
E quindi, ecco la proposta rivolta tutti i consiglieri – ma ovviamente non soltanto a loro – di firmare e diffondere la petizione intitolata “Uno non basta-Chiediamo 20 miliardi per i giovani” che punta proprio ad aumentare la percentuale del piano italiano destinata alle nuove generazioni.
Gli obiettivi? “Facilitare (davvero) l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con tirocini retribuiti, detrazioni fiscali per assunzioni, bonus per apprendistato e servizio civile; orientare e formare 300.000 giovani ai nostri nuovi (e richiesti) mestieri con percorsi di formazione qualificanti su digitale e transizione; istituzione di un portale digitale con risorse di formazione sui lavori del futuro; reinserire professionalmente 350.000 giovani che attualmente non studiano né lavorano”
“Perché – ha ribadito Canova – un Paese che non investe sui giovani non investe sul futuro”.
2 Commenti
Consigliera, basta che il futuro non siano quei bravi ragazzi che si trovano in piazza Volta, Gallarate, Roma, Napoli, Livorno, ecc. dandosi appuntamento con i social solo per menarsi. Se quello è il futuro manco l’1%..anzi investirei in penitenziari
Questa è politica. Guardare al futuro con proposte di visione e investendo su iniziative chiave per superare problemi che bloccano la crescita: dispersione scolastica, giovani che non studiano e non lavorano, rigidità di accesso alle professioni.
Questa campagna di sensibilizzazione è necessaria. Non deve esserci un Recovery Plan ma un Next Generation EU.
Questo è il pensiero anche di +Europa