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Pieno centro di Como: divieto in contromano (e non solo). Biglietto sull’auto svizzera: “Incivile, vergognati”

Centro di Como che più centro non si può: va in scena l’alleanza (metaforica e inconsapevole, ovviamente) tra Svizzera e Italia per il divieto di sosta creativo. Le immagini arrivano da un nostro lettore che oggi pomeriggio, mercoledì 17 aprile, ha immortalato un piccolo festival della scorrettezza in via Bianchi Giovini, la strada che collega piazza Roma con la centralissima Piazza Cavour.

 

Nel primo caso, relativo a un’auto Lexus di targa svizzera, come ci segnala l’autore dello scatto, il divieto è – per così dire – con i controfiocchi: non soltanto dove non si può parcheggiare, ma persino in contromano. Un’acrobazia che però a qualcuno non deve essere andata proprio giù visto che sotto al tergicristallo è apparso un bigliettino con due parole eloquenti: “Incivile! Vergognati!!!”.

Ma poco più in là, un altro divieto ma questa volta tutto italiano: una Volkswagen lasciata in sosta a bordo strada, dove non si può, e peraltro dove passano gli autobus di linea in punto certamente non troppo largo. In questo caso, però, nessun bigliettino ‘omaggio’.

 

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7 Commenti

  1. Non passa giorno che vengono pubblicate immagini di veicoli stranieri entrati in ZTL e/o parcheggiati nei posti più disparati. Effettivamente viene da chiedersi dove siano i vigili. Ma aldilà di questo anche se dessero la multa , poi, la pagherebbero ? Avrei qualche dubbio. Possibile che non si possa fare intervenire il carro attrezzi e poi, se la vuoi, o paghi o la lasci lì.

  2. Una città microscopica che pare ingovernabile come una metropoli sudamericana (con rispetto parlando): ma dove sono le pattuglie? Come sono organizzati i turni della Polizia Locale? Misteri mai chiariti. Se qualcuno potesse spiegare…

    1. La spiegazione è presto fatta, finché un sindaco non riesce ad approvare il bilancio non puoi emanare nuovi bandi di gara per assunzione dei vigili urbani.

  3. Si rischia di essere incriminati, per cartelli così: la legge (e chi dovrebbe far rispettare l’ordine) tutela più i trasgressori, spesso.

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