Ancora tensioni sotto il portico di San Francesco. Ieri sera, intervento di Polizia e ambulanze ieri sera per riportare la calma tra le persone che dormono davanti alla ex chiesa.

Stamattina un nuovo episodio che sottolinea ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la situazione di estrema fragilità di chi trascorre la notte qui e l’urgenza di trovare soluzioni.

Intorno alle 8 di questa mattina, infatti, un ragazzo ha dato in escandescenze e, dopo aver divelto uno dei paletti in ferro che delimitano l’area davanti al Tribunale, l’ha scagliato sulla strada sfiorando un autobus di linea. Sul posto, ancora una volta, Polizia e Croce Rossa e, ancora una volta, la disperazione di chi vive qui sotto che si scontra con quella di chi assiste – impietosito o infastidito, ma comunque impotente – al ripetersi di questi episodi.

Proprio di ieri, la protesta di un ragazzo Roberto Adduci, che ha provato a impedire al sindaco Landriscina l’ingresso in Comune invitandolo ad andare con lui a constatare le condizioni di chi dorme sotto il portico di viale Battisti. E sempre di ieri il commento di Angelo Basilico, direttore provinciale Confesercenti, che in mancanza di un intervento immediato ha invocato le dimissioni di chi di dovere “perché è evidente la paura e la manifesta incapacità”.

Qui di seguito il testo integrale del post di Angelo Basilico:

“Francamente a noi del dibattito sul dormitorio (si deve fare, basta quello che c’è, non ne serve un altro) interessa poco. Vediamo solo che in pieno centro esiste un luogo di degrado assoluto, di sporcizia, di abbandono che mette a rischio la salute pubblica. Il puzzo di urina ed escrementi, con il caldo diventa insopportabile. Se sono clandestini, si devono rimpatriare. E non si capisce perché la legge non intervenga e faccia il suo dovere. Se hanno bisogno di un tetto si trovi una soluzione anche temporanea. Ma chi ha l’autorità per farlo, proceda al più presto allo sgombero ed all’igienizzazione della zona. Da fare subito! Altrimenti lasci il posto perché è evidente la paura e la manifesta incapacità”.