Avevamo già scritto di John Ligbt, giovane migrante di origini nigeriane che si era fatto notare, qualche settimana fa, davanti al Palazzo di Giustizia di Como, con scopa e paletta.
Intento a raccogliere sporcizia sul marciapiede, da un cartello posto attorno all’area di lavoro, John chiedeva:
“ Gentili signore e signori, desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza chiedere l’elemosina. Da oggi terrò pulite le vostre strade. A chi volesse, chiedo un piccolo contributo per il mio lavoro – dice John – Ma anche solo buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia sono ben accetti”.
Oggi, in viale Cavallotti, molti passanti stupiti e compiaciuti hanno potuto assistere al replicarsi della scena.
Questa volta, però, Light, su un lato della via, non era solo. Sull’altro, Terry, compatriota nigeriano, era intento a raccogliere foglie, cartacce e aghi di pino.
Tra i passanti, molti si sono complimentati con i ragazzi, lasciando anche un piccolo contributo.
Immancabili i piccoli cartelli su cui John si dice disponibile a piccoli lavoretti. “Al momento nessun mi ha ancora offerto un lavoro – ha detto, quando gli abbiamo chiesto se la sua opera di pulizia avesse sortito qualche effetto positivo sulla sua carriera – però molti mi chiamano per ringraziarmi”.
Nei mesi passati, ComoZero ha raccontato gli espedienti con cui la popolazione migrante di Como tenta di sopravvivere, mendicando o chiedendo una piccola mancia nel parcheggio di viale Varese, in mancanza di documenti che permettano di lavorare legalmente e di alternative.
3 Commenti
Meno male che hanno capito che per integrarsi devono darsi da fare… Domani passo a dare il mio contributo. Grandi ragazzi questo è dimostrare riconoscimento al paese che vi ospita. E il popolo Italiano vi rispetta e vi rispetterà sempre di più….. Alle persone intelligenti ed educate non passa nella testa di etichettare chi fa un gesto del genere come schiavo……
Furbo!!!!!
È questa la nuova schiavitù?
Siamo davvero contenti a limitarci di dare una mancia a queste persone?
Questa è una lezione di onestà umiltà e la mia città non è un posto accogliente.