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Quel cartello sulla strada del Lago di Como: “Un metro e mezzo dai ciclisti”. La lettrice: “Ma come si fa, invadiamo la corsia?”

Se pochi giorni fa, nell’ambito della riforma del codice della strada, la norma cosiddetta salva-ciclisti ha avuto un netto stop, sul Lago di Como c’è un Comune che è andato lo stesso avanti. Parliamo di Nesso dove di recente, da circa quindici giorni, sono comparsi cartelli che invitano gli automobilisti a mantenere un metro e mezzo di distanza dalle bici. Invitano, appunto, non impongono ovviamente, ma chiedono comunque massima attenzione. Iniziativa assolutamente lodevole e di buon senso (la strada è dei ciclisti tanto quanto dei pedoni e degli automobilisti) ma che spinge i residenti a interrogarsi sull’effettiva praticabilità, visto che come noto la Lariana è una strada davvero stretta. Così ci scrive una lettrice (sempre molto attenta alle questioni della sponda Est del Lago):

Ma quando potremo realmente superare i ciclisti sulla Lariana avendo una carreggiata molto ridotta? Per poterli superare rispettando il metro e mezzo bisogna invadere la corsia opposta a rischio e pericolo di tutti. Mi sembra un cartello un po’ ambiguo… Soprattutto perché qui spesso vengono gruppi di ciclisti che, in alcuni casi, nemmeno rispettano gli stop o i semafori rossi. Vorrei capire che senso ha questo avvertimento.

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19 Commenti

  1. vorrei condividere quanto quotidianamente vedo girando in auto. Puntualmente si incontrano gruppi e gruppetti di amatori o peggio ancora squadre ciclistiche che si allenano lungo le strade, mantenendo comportamenti non rispettosi del codice e potenzialmente rischiosi oltre che d’intralcio alla circolazione veicolare, a titolo di esempio vi allego le foto di quanto riscontrato ieri in zona Cantù. Il problema è che anche richiamare l’attenzione dei ciclisti tramite clacson è pericoloso perché potrebbero spaventarsi, sbandare e finirti sotto le ruote. Penso che ci vorrebbe intelligenza e rispetto reciproco tra i vari utenti della strada , ma in primis i ciclisti in quanti utenti deboli della strada dovrebbero assumere comportamenti di auto salvaguardia per primi.

    Come si vede dalle foto che ho inviato in redazione , linea continua quindi sorpasso proibito, mi sono fatto dalla rotonda dell’autolavaggio di Cantù sulla SP34 fino alla
    Rotonda dell’unico , dietro ai 4 ciclisti impegnati a chiacchierare anziché pedalare, venendo pure mandato a quel paese per un colpetto di clacson per chiedere strada, dopodiché anche in ingresso in rotonda mi si sono piazzati davanti tutti e 4 per non farmi passare… lo trovo quantomeno sciocco come comportamento. È chiaro che non volessi superarli per battere nessun record, ma per circolare entro i limiti di 50 all’ora, velocità superiore a quella a cui andavano loro ma non è stato possibile. Ben vengano le norme a tutela degli utenti deboli della strada però ci vorrebbe anche un po’ meno arroganza sull’asfalto, e vale per tutti molto macchine pedoni ciclisti

  2. “7 cose che i ciclisti vorrebbero che gli automobilisti sapessero sull’andare in bicicletta:

    Coesistenza. Ecco di cosa si tratta. Vorremmo che ciclisti e automobilisti utilizzassero uno spazio progettato per entrambi in modo sicuro.

    Non si tratta di creare un cuneo tra ciclisti e automobilisti. La maggior parte dei ciclisti sono anche automobilisti: hanno un piede in entrambe le fazioni.

    Ma come ciclisti, mostriamo agli automobilisti che cos’è questa storia dell’andare in bicicletta. Facciamo luce su cosa significhi davvero andare in bicicletta. Come automobilisti, probabilmente avrete già pensato al primo e al secondo punto della nostra lista, ma l’ultimo, beh… è controverso.

    1. Anche noi siamo persone

    Questo è importante, davvero importante. Al giorno d’oggi è troppo facile disumanizzare chiunque, figuriamoci i ciclisti. Anche i ciclisti sono persone e meritano di essere trattati con rispetto e considerazione da tutti, non solo dagli automobilisti.

    I ciclisti non sono lì per rovinarvi la giornata. Siamo vicini, amici e concittadini che preferiscono le due ruote alle quattro.

    2. Essere sorpassati da vicino fa schifo

    Essere sorpassati troppo da vicino da un’auto o da un camion è una delle esperienze più pericolose e frustranti per i ciclisti: è uno schifo.

    Molti automobilisti non si rendono conto della quantità di vento e di turbolenza che il loro veicolo crea al passaggio, il che può far perdere il controllo a un ciclista o spingerlo nel traffico.

    Ma non sono solo gli effetti fisici di un sorpasso ravvicinato: è l’aspetto mentale di un sorpasso ravvicinato che inizia a logorare il ciclista.
    Lasciare ai ciclisti almeno 1,5 metri di distanza quando si sorpassa e rallentare, se necessario, per garantire la loro sicurezza, farà un gran bene ai ciclisti in circolazione.

    3. Il vento può influenzarci

    A differenza dell’accelerazione, il vento può avere un impatto significativo su di noi mentre pedaliamo. Quando il vento è contrario, ci sembra di pedalare in salita, anche su un terreno pianeggiante.

    Quando il vento è alle nostre spalle, può spingerci più velocemente del previsto. E forse, cosa più importante, quando il vento è al nostro fianco, può spingerci in un posto dove non vorremmo andare: al centro del traffico!

    4. Andiamo in bicicletta più velocemente di quanto si pensi

    Molti automobilisti pensano che tutti i ciclisti siano lenti, che vadano da A a B a passo di lumaca. Tuttavia, non è sempre così. In realtà, molti ciclisti possono andare più veloci del limite di velocità su alcune strade, soprattutto in assenza di traffico.

    Quindi, se siete automobilisti, non date per scontato di poter sorpassare un ciclista. Assicuratevi che non ci sia traffico in arrivo che potrebbe mettere in pericolo tutte e tre le parti.

    5. Fermarsi è una sofferenza

    Guidare un’auto è un gioco da ragazzi: basta premere il pedale del freno, schiacciare il cambio e dare un colpetto al volante. Probabilmente, con lo sviluppo delle automobili, si è ridotto il legame tra il guidatore e l’enorme scatola metallica su ruote in cui opera.

    D’altra parte, la bicicletta è probabilmente il legame più stretto che un essere umano possa stabilire con una macchina. Una simbiosi completa. Due cose che funzionano come un tutt’uno.

    Ma questo è il punto: purtroppo, fermare una bicicletta è una parte inevitabilmente frustrante dell’andare in bicicletta. È uno schifo fermarsi al semaforo, è una sofferenza fermarsi a un incrocio, ed è per questo che i ciclisti fanno di tutto per far girare i pedali.

    I ciclisti si mettono in piedi, si aggrappano alle ringhiere e si avvicinano al vostro paraurti, non solo per il gusto di farlo, ma per evitare di fermarsi… beh, di fermarsi!

    E sì, non nascondiamoci. Questo fenomeno fa sì che i ciclisti passino con il rosso, cosa che condanniamo con tutto il cuore.

    6. Le piste ciclabili possono essere una schifezza (non che questo sia un problema a Como perchè praticamente non esistono.)

    Le piste ciclabili devono essere sicure per i ciclisti, ma non sempre sono il posto migliore per andare in bicicletta.

    Alcune piste ciclabili sono mal progettate o mal mantenute, con buche, detriti o auto parcheggiate che bloccano la strada. Altre sono troppo strette o troppo vicine al traffico per fornire una protezione adeguata.

    Ecco perché, a volte, i ciclisti scelgono la carreggiata normale e non la corsia ciclabile.

    Tenetelo a mente prima di urlare o scuotere il pugno: se vedete un ciclista che percorre la strada e non la pista ciclabile adiacente, probabilmente c’è un’ottima ragione. Si pedala lontano dal marciapiede per un motivo.

    Pedalare troppo vicino al marciapiede può mettere i ciclisti in pericolo di urtare buche, detriti o auto parcheggiate. Inoltre, può rendere più difficile per i ciclisti vedere ed essere visti dagli altri automobilisti.

    Ecco perché i ciclisti si allontanano di circa un metro dal marciapiede, o anche di più, per rimanere sicuri e visibili.

    7. Pedaliamo affiancati in due per sicurezza, non solo per il gusto di farlo

    Questo è difficile da far entrare nella testa degli automobilisti più accaniti. Andare in bicicletta a due a due può essere un’opzione più sicura.

    Pensate a questo. State superando un gruppo di 10 ciclisti in fila indiana su una strada. Questi ciclisti occupano un metro ciascuno, per un totale di 10 metri. Se li sorpassate in auto, la distanza (e il tempo) che impiegherete per superarli sarà di 10 metri.

    Se questi ciclisti passano ad andare in due, la lunghezza che occupano sulla strada si dimezza: 5 metri. Ora, come automobilista, il sorpasso del gruppo di ciclisti ha dimezzato il tempo di permanenza dall’altra parte. Non si tratta solo di chiacchiere tra ciclisti.

    Pedalare in due è più sicuro per i ciclisti e per gli automobilisti.”

    Lawrence Bywater.
    Urban cyclist / blogger

  3. Ma non capite quanto sia ridicola la polemica tra automobilisti, motociclisti e ciclisti e magari pedoni ? Siamo sempre le stesse persone che una volta vanno in bici, l’altra volta in auto o in moto ed infine a piedi.
    Non ha senso sparare a zero su una categoria.
    Io vedo solo la differenza tra persone educate che rispettano le regole e magari hanno un po’ di attenzione alle esigenze degli altri, e maleducati che pensano di essere i padroni della strada e possono permettersi di non rispettare le regole a scapito degli altri che devono farsi da parte.
    E vi assicuro che di emeriti maleducati ce ne sono tra i ciclisti, come tra gli automobilisti, motociclisti e persino tra i pedoni.
    Roberta
    PS: io ho fatto migliaia di Km in bici sulle strade del lago, come in auto ed in moto, sempre rispettando le regole e gli altri utenti della strada. Credo di sapere di cosa parlo

  4. Il cartello invita a rispettare una zona di sicurezza quando si superano i cicilisti.
    Ci sta.
    Sarebbe opportuno anche un cartello che inviti i ciclisti – vista la strada – a viaggiare in fila indiana e non più di tre per segmento.

  5. Io l’ultima volta che ho discusso con un ciclista il quale a blevio esattamente prima della galleria mi ha letteralmente tagliato la strada facendomi inchiodare con la moto rischiando di investirlo e di ammazzarmi mi sono ripromesso che i 1,5 m. glielio do sotto terra perché buona parte sono dei disgraziati soprattutto sulle strade del lago. Vanno a gruppi non rispettano i senafori se stai rallentando per svoltare ti passano via su entrambe i lati della macchina ecc l’unica cosa secondo me è che sono cartelli sprecati come i soldi utilizzati per farli fare ed installare. Ce sempre stata la regola del metro o metro e mezzo in caso di sorpasso. il buonsenso deve sempre prevalere anche se ripeto spesso ho trovato cretini che ti invogliano ad asfaltarli.

      1. Non è questione di bravo o no; è questione che, come è vero che molti automobilisti sono indisciplinati, così è vero che anche molti ciclisti lo sono, è inutile e stupido negarlo: soprattutto quanto viaggiano in grupp, e non riescono proprio a non appaiarsi, anche quando la strada non lo consentirebbe. Càpita spesso che superare i gruppi di ciclisti sia davvero impegnativo. E se suoni perché stanno appaiati e non dovrebbero, ti mandano al quel paese come se avessero sempre ragione (non parlo di quelli che, pur con la ciclabile a disposizione, se ne stanno bellamente sulla statale: ne ho incontrati diversi, in regioni più evolute della Lombardia e quindi fornite di piste ciclabili). Insomma: chiunque usa la strada deve seguire le regole della strada; e, al di là delle regole, deve essere consapevole di non essere l’unico utente. Gli automobilisti, i ciclisti, i motociclisti (anche tra loro ci sono numerose teste di…).

  6. Un metro e mezzo? Io vedo dei gran fenomeni che superano a 10 cm o provano a sorpassare in pieno tornante..i più belli poi sono quelli che superano e dopo 10 metri tagliano la strada per svoltare in qualche via…patente presa coi punti del bennet

  7. “Ma come si fa, invadiamo la corsia?”
    Certo che sì. Ovvio. Perché non farlo se lo si può fare?! Se arrivasse qualcuno in senso contrario si aspetterà diligentemente e rispettosamente dietro. Fine del discorso.

      1. Esatto, questo è il classico articolo solo per alimentare polemiche inutili! Addirittura il nuovo codice della strada impone – ove applicabile – tale regola. Se la Signora non si sentisse sicura nell’esegure manovre in strada proporrei mezzi di trasporto alternativi o di farsi portare come passeggera.

  8. Eh si , basta rallentare ed allargare a sinistra lasciando distanza di sicurezza.

    In alternativa passi sopra al ciclista , soprattutto se è da SOLO e le permetterebbe di fare la manovra in sicurezza.

    Veda lei…

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