Ben 400 firme per ottenere la convocazione di un’assemblea tematica (qui che cos’è) dal Comune di Como sulle conseguenze del maxi cantiere annunciato dall’amministrazione sull’asilo nido Peter Pan di via Longhena 10, ad Albate. E lunedì 19 dicembre, il deposito della massiccia petizione a Palazzo Cernezzi.
E’ insomma scattata la mobilitazione delle famiglie con i figli iscritti al nido di via Longhena, anche se viene sottolineato che non c’è alcuna contrarietà all’intervento in sé sulla struttura (entro 3 anni sorgerà modernissimo polo scolastico per la fascia 0-6 anni): il timore è soprattutto per le conseguenze sui piccoli e sulle famiglie stesse degli inevitabili spostamenti in altri asili della città.
“L’asilo verrà chiuso a giugno – spiega Caterina Incagliato che rappresenta tutte le famiglie assieme a Giulia Bolognesi, Luca Romanò e Francesca Pettegoli – Siamo venuti a conoscenza solo a fine novembre con un’email che ci invitava a trasferire i bambini in altre strutture del Comune. Ci hanno gentilmente rassicurati, sempre nell’email, che i nostri bambini avranno la priorità su ogni nuovo iscritto e ci garantiscono la presenza delle figure a loro familiari. Ciò nonostante a noi sono nati tantissimi dubbi e problematiche nel dover affrontare il prossimo anno”.
“Abbiamo così raccolto più di 400 firme dai residenti di Como e alcune anche dai non residenti di Como per poter richiedere un’assemblea tematica con il sindaco e il Consiglio Comunale – proseguono le famiglie – Rispettiamo la chiusura perché crediamo che la ristrutturazione e la creazione di un Polo 0-6 sia un’ottima opportunità, ma riteniamo necessario un confronto con l’amministrazione. Venerdì abbiamo ricevuto un invito urgente per una riunione da parte del sindaco, rivolto però solo ai genitori dei bambini che dovranno frequentare il nido il prossimo anno. Essendo la questione ben più ampia, domani mattina (lunedì 18 dicembre ndr), alle ore 11 circa, porteremo la nostra raccolta firme in Comune per poter avere un’assemblea aperta a qualunque cittadino interessato”.
Ora, dunque, la palla passa di nuovo all’amministrazione che dovrà rispondere sulla convocazione dell’assemblea tematica per il confronto pubblico con le famiglie che l’hanno richiesta.
Un commento
Se è da chiudere si chiude e basta, per il bene di tutta la città non di 400 persone.