Gli alloggi di edilizia pubblica sfitti sul territorio del comune di Como erano, nel mese di giungo di quest’anno, 443, tra case comunali e case Aler. E purtroppo, molte di quelle che sono invece regolarmente abitate presentano problemi di ogni tipo. Da edifici ormai sempre più degradati, perché vecchi, non ristrutturati e mai ammodernati, a situazioni ancora più al limite, come il fatto di dover vivere in alloggi freddi. Case dove, specialmente in questi mesi invernali, può capitare, e non è un eccezione, di ritrovarsi con 17 gradi e anche meno all’interno. Uno di questi angoli di città sempre più in ombra è rappresentato dalle case comunali di via Spartaco.
Spesso al centro delle cronache per condizioni di vita al limite, adesso le ultime segnalazioni riguardano appunto gli appartamenti sempre più al gelo. A raccontare come si vive in simili condizioni è uno dei residenti della palazzina 13.
“Ho voluto scattare alcune foto al termometro che ho in casa proprio per far vedere come, a fronte di una temperatura esterna sui 5 gradi, dentro siamo al freddo, a 17 gradi e anche meno. Pertanto, da quanto mi risulta, al di sotto di quanto stabilito dalla normativa sui riscaldamenti per l’anno in corso. Tutto ciò, inoltre, a mezzogiorno, quando ho fatto la foto. Lascio a voi immaginare cosa può accadere quando arriva la sera e la temperatura esterna si abbassa ancora di più. Di notte spesso siamo sui 14 gradi. Non è francamente possibile resistere a lungo. Gli infissi non sono naturalmente all’avanguardia, sono ancora in legno grezzo e gli spifferi sono notevoli. Il cappotto esterno e la coibentazione non sono adeguati e così la realtà è quella che ci troviamo a sopportare giornalmente”.
E osservando i palazzi di questa zona della città, a Rebbio, non si può non avere una sensazione opprimente e desolante. Qui, nel 2019, va ricordato, vennero anche eseguiti interventi di manutenzione, la riqualificazione di cinque tetti e la messa in sicurezza di tre appartamenti. Il tutto realizzato con un progetto da un milione complessivo cofinanziato da Comune e Regione. Ma nonostante ciò e a causa degli edifici ormai sempre più vecchi e poco manutenuti, la situazione è ormai sempre più degradata. “Purtroppo da alcuni anni il riscaldamento ha iniziato a presentare questi problemi. Inoltre nella nostra palazzina ci sono 7 alloggi abitati e diversi vuoti. Anche questo incide, immagino, sulla situazione generale”.
Purtroppo oltre al tema riscaldamento, in via Spartaco, dai garage, alle cantine, passando per il verde “praticamente nulla è stato fatto negli ultimi anni. Sul verde, ad esempio, sempre più spesso sono singoli condomini a fare dei piccoli lavoretti – racconta – per il resto le parti esterne degli edifici sono lasciate andare, dai balconi si staccano dei pezzi che caduti a terra rimangono lì per mesi. E di politici qui, nel corso degli anni, non se ne sono visti molti. Adesso inizierò a segnalare i vari problemi al Comune e magari andrò a parlare con il sindaco negli orari di ricevimento. Noi siamo in regola con i pagamenti, chiediamo solo un po’ di impegno e cura maggiori”.
Il futuro: il Comune punta sulla cessione all’Aler
A fronte di una situazione disastrosa del patrimonio residenziale comunale che si trascina da molti anni, il sindaco di Como Alessandro Rapinese – in un’intervista a La Provincia di qualche giorno fa – ha annunciato l’intenzione di cambiare rotta per tentare di affrontare i problemi che affliggono l’edilizia popolare (in tutto, ben oltre 700 appartamenti per i quali, oltre alla questione delle manutenzioni onerose e spesso non eseguite per lustri, si affianca il tema spinoso delle morosità).
L’intenzione della Giunta di Palazzo Cernezzi, dunque, è innanzitutto completare una ricognizione generale sullo stato dell’arte, anche per capire se gli immobili siano in regola con documenti, certificazioni, schede catastali. Il secondo passaggio, quello che segnerebbe la reale discontinuità, prevede la cessione della gestione degli alloggi all’Aler, l’agenzia regionale specializzata. “Completato il censimento – aveva dichiarato il primo cittadino – si esternalizzerà il servizio dotando il partner esterno di tutte le risorse economiche necessarie alla ‘civilizzazione’ delle residenze di proprietà comunale entro un decennio. Chi mi ha preceduto dovrebbe vergognarsi. Non avevano competenza e coraggio”.
Un commento
Sindaco consiglierei di valutare anche la possibilità di abbattere qualche edificio, tipo alcuni ammalorati in via San Bernardino da Siena dove vive una nostra conoscente: riscaldamento pessimo, lei è una delle poche in regola nonostante la salute cagionevole. In via Spartaco almeno hanno rifatto i tetti. Se Aler fa meglio ben venga