Sci Sighignola
Dopo due anni faticosi, a causa della pandemia, lo sci inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel e, nelle ultime settimane, gli impianti stanno iniziando a riempirsi, in sicurezza, in tutta Italia.
Al riguardo abbiamo ascoltato la voce dell’unica stazione sciistica di tutta la provincia di Como, quella del monte Sighignola a Lanzo (Alta Valle Intelvi), attraverso le parole del gestore Ernesto Maglia, conosciuto da tutti come “il Tino”.
Partiamo dal passato e cerchiamo di fare un bilancio di questi ultimi due anni di pandemia. Come è andata?
Siamo stati completamente fermi, senza incassare niente e senza avere ricevuto nessun contributo o finanziamento. Non abbiamo preso un centesimo! Non siamo rientrati nei finanziamenti perché le istituzioni preposte non hanno comunicato a Regione Lombardia e a Roma che noi siamo paese di montagna turistico con impianti sciistici, così facendo non siamo risultati come stazione invernale e di conseguenza non abbiamo preso i ristori. Non abbiamo ricevuto niente nonostante abbiamo piste da discesa, da fondo e il campo scuola. Tutto questo ci definisce a pieno titolo una stazione sciistica invernale.
Quindi non siete stati tutelati a sufficienza dalle istituzioni.
Non abbiamo mai potuto aprire e lo scorso anno abbiamo dovuto richiudere all’improvviso, nonostante tutti i preparativi per aprire le piste.
Senza entrare in cifre, ci può dire una percentuale delle perdite d’incasso?
Abbiamo perso una bella somma. Recentemente abbiamo comprato un impianto nuovo, per una spesa pari a 500 mila euro: con quei soldi avremmo potuto pagare molte rate del mutuo. Per entrare in percentuali perse d’incasso, parliamo del 100%, ossia 90 mila euro.
Cosa si sarebbe potuto fare di diverso?
Non avrebbero dovuto chiudere gli impianti di sciovie che sono all’aperto, diversi dalle cabinovie o seggiovie che sono al chiuso. Negli impianti come il nostro le persone sono distanziate, portano il casco, la maschera e la sciarpa: il rischio di contagio tra gli sciatori è molto limitato! Abbiamo solo questo impianto in tutta la provincia e inoltre abbiamo sempre rispettato tutte le condizioni igienico-sanitarie per tenere aperto. Con le stazioni sciistiche si è fatta di tutta l’erba un fascio, non distinguendo le varie tipologie di strutture, rischiando così di far chiudere le piccole attività come la nostra. In questi due anni non sono stati aiutati gli impianti minori. Se in Valle Intelvi non ci siamo più noi, nessuno delle nuove generazioni del territorio imparerà più a sciare. Grazie alla vicinanza, in Sighignola, possiamo permettere alla persone di venire da noi più volte alla settimana. Se si torna indietro di 40 anni tutti i ragazzi della zona sciavano, oggi su 500 saranno forse in 20. Non è possibile che le istituzioni non promuovano e investano nello sci in Valle Intelvi, non riuscendo così a portare i bambini a fare sport in un impianto a due passi da casa .
Torniamo al presente. Come vi siete dovuti adeguare alle nuove normative?
Fortunatamente essendo una stazione senza seggiovie e all’aperto non abbiamo dovuto fare grossi cambiamenti, se non imporre l’obbligo di mascherina nei luoghi di assembramento. Abbiamo comunque disposto dei corridoi d’entrata e d’uscita per evitare spiacevoli situazioni.
Concludiamo con uno sguardo al futuro. Siete fiduciosi o temete altre chiusure?
Spero non ci siano più altri stop, altrimenti ci farebbero chiudere definitivamente.
Hotel Touring
Dopo quasi 15 anni di chiusura, l’odissea dell’albergo Touring sul Balcone d’Italia (a ben 1.320 metri d’altezza) sembra essere prossima alla conclusione. Le rassicurazioni arrivano direttamente dal sindaco di Alta Valle Intelvi Marcello Grandi: “Siamo arrivati agli ultimi step burocratici, riguardanti la verifica dei requisiti della ditta vincitrice dell’appalto – spiega – Se queste operazioni avranno un lieto fine, e se il meteo lo permetterà, i lavori inizieranno all’inizio del 2022”.
Dal progetto emerge che il cantiere, della durata di due anni, è diviso in due lotti distinti. Il primo (diviso a sua volte in due fasi) riguarda la riqualificazione del ristorante e la realizzazione dell’allacciamento dell’acquedotto, nel secondo lotto invece si provvederà ai lavori di rifacimento dell’albergo. Il costo totale dell’opera è di 2.2 milioni di euro, di cui 800 mila provenienti da Regione Lombardia, 850 mila da un mutuo ventennale del comune e 600 mila dall’avanzo di amministrazione. Previsti bar e ristorante al piano terra, ai piani superiori otto camere di lusso e solarium.
Ma non è tutto, infatti poche settimane fa il Comune di Alta Valle ha ricevuto un finanziamento di660 mila euro, per i lavori di asfaltatura e messa in sicurezza della strada di collegamento.
Insomma, le premesse sembrano esserci tutte per valorizzare ulteriormente un luogo di attrazione turistica, noto non solo in Lombardia: “Stiamo parlando del Balcone d’Italia, un posto meraviglioso con una vista spettacolare, che, secondo alcune stime, accoglie più di 50 mila visitatori annui – conclude – il recupero del Touring è fondamentale, non solo per il Comune di Alta Valle Intelvi, ma per tutto il territorio. La struttura ricettiva deve diventare un ulteriore biglietto da visita sia per il Balcone d’Italia che per tutta la Valle”.