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Scuola a Como, i dirigenti per la Dad stroncati dai genitori: “Perché non hanno parlato prima? Sconfitta, pagano sempre i ragazzi”

“Perché i dirigenti scolastici, invece che scrivere il 7 gennaio arrendendosi davanti alla disorganizzazione delle Ats e chiedendo la Dad, non si sono fatti sentire prima pretendendo che le cose funzionassero?”.

Questa è la domanda che si è posta la rete nazionale dei comitati “A Scuola”, impegnata fin dall’inizio della pandemia a battersi per la didattica in presenza, davanti alla lettera sottoscritta da 1500 dirigenti scolastici preoccupati per le probabili difficoltà organizzative legate alla ripresa delle lezioni lunedì. (Due gli approfondimenti principali da Como in queste ore: QUI e QUI).

Quella lettera è una sconfitta e una mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie e dei ragazzi stessi – spiega l’avvocato Monica Cattaneo, presidente del comitato comasco – davanti a una situazione già critica ben prima delle vacanze di Natale, i dirigenti avrebbero dovuto scrivere una lettera tempo fa chiedendo ad esempio che i tracciamenti funzionassero o che venisse creato un corridoio privilegiato per i docenti. Noi l’abbiamo fatto, perché loro sono arrivati fino a oggi senza fare nulla?”.

Già a fine novembre, infatti, proprio il comitato comasco aveva inviato una lettera al commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo segnalando le difficoltà di Ats Insubria nella gestione del protocollo di quarantena e del doppio tracciamento dei tamponi, con attese lunghissime per le convocazioni per il T0 (il primo tampone da fare entro 48 ore dal contatto con un positivo) e le ben note ripercussioni sui tempi di rientro in classe.

“Allora Ats aveva risposto che era possibile prenotare in autonomia il tampone senza aspettare la convocazione, peccato che anche in questo caso i tempi di attesa fossero lunghissimi e si finisse per pagarselo in farmacia pur di rientrare in classe – dice – perché allora i dirigenti non hanno detto niente? Perché invece di lamentarsi dei mille protocolli da applicare in caso di alunni positivi (il riferimento è alle parole della dirigente dell’Istituto Comprensivo Como Albate che abbiamo sentito oggi sull’argomento Ndr) oggi non hanno scritto al premier di semplificarli ma hanno chiesto di chiudere le scuole?”

“Chiedere di rinviare il rientro in presenza di due settimane, come già hanno deciso il governatore della Campania De Luca e il sindaco di Messina, vuol dire far pagare ancora una volta il prezzo di un sistema che non funziona ai ragazzi, che a febbraio entrano nel terzo anno scolastico dall’inizio dell’emergenza Covid – conclude la presidente del comitato comasco – e chi ci garantisce che tra due settimane non sia tutto uguale ad oggi?”.

Appello a Draghi di Pessina, Volta e due Comprensivi: “Dad ancora per due settimane”

Vitale (Comprensivo Albate): “Draghi ci ascolti, scuola in presenza impossibile in queste condizioni”

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Un commento

  1. È indispensabile che si torni a scuola.
    Non era indispensabile andare a sciare e pranzare tutti insieme per festeggiare.
    Questo bisognava imporre di evitare

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