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Scuole da chiudere, in Commissione niente nomi. Roperto: “Se accadrà, sarà nel 2024-2025. Non creiamo panico”

Non sono emersi i tanto attesi dati sulle scuole comunali a rischio chiusura da parte del Comune di Como, questa sera, nel corso della commissione comunale espressamente dedicata alla questione. L’assessore alle Politiche Educative, Nicoletta Roperto, ha affermato che “dati e nomi di scuole non ne abbiamo ancora. Il problema è complesso ed è all’attenzione della nuova amministrazione dal primo giorno perché riconosciamo il valore delle scuole nella comunità”.

Sul perché, nella commissione convocata ad hoc, non siamo emerse informazioni più dettagliate, Roperto ha spiegato che “stiamo conducendo un’analisi con dovizia di particolari, ma questa richiede tanto tempo. Non bisogna banalizzarla e ci stiamo impegnando con tutta la giunta per un studio il più accurato possibile sul numero dei nati, sulle manutenzioni che servono negli edifici e sul consumo energetico. Dopo di che, ovviamente, convocherò i presidi e metterò sul tavolo i risultati. Loro porteranno le loro valutazioni e condivideremo il tutto. Infine si passerà ai dirigenti per le scelte finali e poi assieme porteremo alla cittadinanza le decisioni. Dunque – ha aggiunto l’assessore – prima di dare i nomi delle scuole c’è tanto tempo, quelli usciti finora sono inventati e non escono dall’amministrazione. I nomi veri usciranno solo quando saranno nero su bianco su un documento ufficiale, invito tutti ad aspettare per non ingenerare panico”.

L’unica cifra illustrata è stata quella del calo demografico dal 2009 a oggi a Como: “Avevamo 700 nuovi nati all’anno, ora siamo a 472, capite che il delta è elevato e i plessi vennero costruiti negli anni del boom demografico”.

Lo studio in corso, comunque, interessa tutti i plessi comunali: “Se dovessimo chiudere delle scuole, scelta che so essere impopolare e che non mi fa dormire di notte – ha proseguito Roperto – accadrà nel 2024-2025. L’assessore Maurizio Ciabattoni intanto ha già fatto i sopralluoghi ed è uscito un quadro abbastanza tragico: è stato riscontrato un forte degrado in particolare su alcuni edifici, da 18 anni non viene fatta la giusta manutenzione e bisogna ridare dignità alla scuola. I dirigenti scolastici ci stanno mandando relazioni sugli interventi da compiere, su cui poi si basano gli uffici per realizzare una mappatura completa degli interventi che servono nei plessi. Anche sul consumo energetico relativamente alla stagione termica i problemi ci sono sempre stati e non sono mai stati affrontati. E grazie al lavoro degli uffici stiamo comparando i dati della stagione 2021-2022 con quelli degli anni passati”. Intanto per cinque scuole sono in corso le pratiche per messa a norma sul fronte della prevenzione incendi.

Per gli edifici che saranno chiusi, in ultimo, l’assessore ha detto che “stiamo mappando le esigenze dei quartieri per una progettualità parallela che tenga conto di questo aspetto. A oggi, però, sono onesta, per la scuola che chiuderà l’anno prossimo in via Grazia Deledda ancora non abbiamo un progetto, anche perché l’edificio è disastrato”.

La consigliera comunale del Pd Patrizia Lissi ha controbattuto: “L’avete detto voi che avreste chiuso delle scuole, nessuno vi ha detto brutti e cattivi per principio. E’ stato dire che cinque o sei scuole sarebbero state chiuse che ha creato panico. Forse prima di dare notizie di questo genere sarebbe stato meglio avere dei dati certi. E invece a cosa è servita questa Commissione? A niente”. Sul punto di chi ha detto che alcune scuole potrebbero essere chiuse, anche Roperto ha ammesso che “effettivamente è stato detto, ho fatto un’intervista, ci metto la faccia, solo che poi è stata una deriva” riferendosi ancora ai nomi circolati e negati dall’amministrazione.

“Per quanto riguarda controlli e interventi – ha proseguito Lissi – sono stati fatti sia con la giunta Lucini sia con la giunta Landriscina. Poi un conto è la chiusura della scuola, con tutte le conseguenze anche sugli spostamenti e sul traffico, un conto è l’accorpamento in uno stesso quartiere”. Infine, sul consumo energetico, Lissi ha chiesto a quanti bandi per incentivi o aiuti abbia partecipato Palazzo Cernezzi ma l’assessore ha annunciato la risposta dopo consultazione con gli uffici.

Il consigliere Lorenzo Cantaluppi di FdI non ha fatto in tempo a concludere la domanda specifica sul destino della scuola di Civiglio che è stato bruscamente stoppato anche dal sindaco Alessandro Rapinese, di passaggio in quel momento: “Non voglio più sentire parlare solo di Civiglio o comunque di una scuola. E’ una questione di rispetto verso tutte le altre”, ha detto il sindaco. Poi, però, alla domanda esplicita di Cantaluppi se dunque si possa escludere a priori la chiusura di quella scuola, sia Roperto che il sindaco hanno detto che “nessuno ha detto questo”.

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9 Commenti

  1. sarebbe interessante capire quanti altri immobili/uffici/enti sonon in carico all’amministrazione comunale e con quali costi. capire ad esempio i costi di gestione del municipio stesso, dove i serramenti sono vetusti, i soffitti alti e le porte spesso aperte… o dei vari uffici ed archivi presenti in città. Tra le tante priorità di questa città non credo che partire alla carica annunciando la chiusura di ben 5 scuole (non 1 o 2)sia stata una scelta così ponderata. Forse varrebbe la pena partire dai tanti fabbricati comunali in disuso, abbandonati o mal gestiti . é poi chiaro che se esiste un poblema di iscritti e gestione strutture, tale problema debba essere affrontato , ma credo anche che in questi aspetti sia fondamentale il confronto con i singoli istituti scolastici e l’Ufficio scolastico territoriale di Como

    provando poi a fare qualche considerazione su alcune strutture esistenti: La materna di via Volta ad esempio presenta certamente problemi legati ai serramenti, e immagino nel sistema di riscaldamento, tuttavia ha un impianto molto adatta all’uso che se ne fa, disposta su un unico piano, con le aule disposte intorno ad un grande cortile interno. Per i bambini sarebbe preferibile uno spostamento in un grande fabbricato, magari con scuola primaria già esistente, con scale e dislivelli vari? non credo. La scuola di via Brambilla è certamente un edificio antico, serrameni vecchi, muri privi di isolamento termico, collocata in una via stretta e con limiti di accesso/sosta per i genitori… ma con i numeri di iscritti non credo venga messa in discussione, ma quanto è efficiente energeticamente? la scuola di via Perti ad esempio ha un ponteggio installato da mesi ma nessun operaio visibile, mentre le crepe in facciata aumentano… ma si intende davvero chiudere quella che è forse la scuola più antica di Como?

  2. Sarebbe utilissimo mettere in rete le spese annue di tutti gli edifici comunali con particolare riferimento alle spese per il riscaldamento.
    Si scoprirebbero i VERI sprechi faraonici.
    Si scoprirebbe che certi edifici comunali consumano il doppio o il triplo rispetto a quelli dei privati cittadini.
    Si scoprirebbe che i soldi dei PANTALONI sono gestiti a…….
    Ovviamente nulla accadrà e le chiusure saranno sempre più numerose e fatte per mantenere in attività alcuni edifici che hanno costi di gestione assurdi.

  3. Ricapitolando:
    Rapinese va in tv e annuncia che saranno chiuse alcune scuole.
    Rapinese cita l’esempio della scuola di Civiglio.
    La città si interroga sul destino delle proprie scuole, e chiede di sapere.
    In particolare Cantaluppi, che abita a Civiglio, chiede dell’unica scuola citata fino ora.
    Roperto dice: niente panico, dormite sonni tranquilli, sarà solo nel 2024, e al momento non ci sono decisioni già prese. Saranno fatte le cose per bene sulla base dei numeri.
    Un pò come questa amministrazione sta dimostrando di saper fare nel caso dell’organizzazione del Natale a Como.

  4. Ormai è ufficiale: quando in un testo riparatorio – in un comizio televisivo, quando il fruttarolo voleva coglionarvi con i lamponi con la muffa di sotto – trovate l’allocuzione verbale “io ci metto la faccia”, c’è competenza nell’aria.

  5. “….stiamo conducendo un’analisi con dovizia di particolari, ma questa richiede tanto tempo. ………….. Dunque prima di dare i nomi delle scuole c’è tanto tempo…………invito tutti ad aspettare per non ingenerare panico”.
    Interessante! Discorso saggio: prima l’analisi e poi le decisioni. La domanda è un’altra. Ma non è stato Rapinese Sindaco a parlarne a ETV? E se non è stata fatta ancora l’analisi, di cosa ha parlato? Perché non ha aspettato qualche mese prima di esternare un’ipotesi non ancora suffragata da nessuna analisi costi-benefici? E se non sono state ancora decise le scuole, perché ha finito per ingenerare “panico” parlando della scuola di Civiglio che ospita molti ragazzini di Tavernerio durante l’obiezione in consiglio del Consigliere Cantaluppi? Mah….

    1. Soprattutto la domanda è: “ in capo a chi sono i costi per la gestione della sicurezza?”
      Nei bandi precedenti la redazione ed i costi del piano della sicurezza erano in capo all’organizzatore dell’evento

  6. Lavoro vecchio, fatto dalla precedente amministrativa e dal dirigente dell’epoca presentato in commissione Lavori Pubblici dall’Assessore Bella. Gli uffici non stanno facendo altro che riproporre un lavoro già fatto…nulla di nuovo all’orizzonte

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