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Senzatetto, Bernasconi (Caritas): “Strumentalizzati da chi fa battaglie ideologiche contro le istituzioni”

Non è un monolite unico il mondo del volontariato e dell’assistenza istituzionale ai migranti e ai senzatetto di Como. A dimostrarlo, l’ultimo editoriale di don Roberto Bernasconi, direttore della Caritas Diocesana, per il sito internet. Il tema centrale è lo stesso già portato alla ribalta ripetutamente nei giorni scorsi da diverse voci del mondo solidale, su tutti “Como Accoglie”. La chiusura stagionale delle 3 grandi tende riscaldate allestite al Cardinal Ferrari – dopo una proroga di un mese – un gruppo delle circa 80 persone ospitate sono inevitabilmente rimaste senza un riparo per la notte.

“Buona parte di queste persone si sono spostate fuori città (in prevalenza Milano) – scrive Bernasconi – altre sono state ospitate nel Comasco e dintorni da amici o parenti della loro nazionalità; altri ancora hanno accettato il cammino di rimpatrio assistito (sono tutti africani): sono uomini che erano giunti in Italia per motivi economici, e per loro si costruisce un progetto di vita nel Paese di origine che contempla, tra le altre cose, la ricerca di un lavoro”.

Ne resta, appunto, una trentina che ha deciso di vivere in strada, per la gran parte a Como. Ma è proprio sull’aiuto a costoro che la riflessione generale del direttore della Caritas offre anche passaggi spigolosi – se non apertamente polemici – nei confronti dei vari soggetti che a diverso titolo si occupano a modo loro dell’assistenza dei senzatetto.

“Questo dato – sottolinea Bernasconi – ci porta a fare una riflessione non tanto sulle nostre capacità di accoglienza (che sono collaudate, ma spesso determinate da limiti di spazio e di tempo) quanto sulle loro incapacità di costruirsi un progetto di vita, di reagire a una condizione di apatia e di accettazione del quotidiano senza pensare al “dopo”, al futuro”.

Poi il passaggio più duro, molto simile a un monito: “Insomma – afferma Bernasconi – queste persone rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni), senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione”.

Parole forti, che – per paradosso – vengono da quello stesso don Roberto che non raramente si è trovato a fronteggiare una “accusa” simile, ossia di essere un po’ troppo “contro”, in special modo nei rapporti con la giunta di centrodestra. Ora, le parti paiono invertite.

A ribattere in altra forma il concetto precedente – anche se in forma meno appuntita – il passaggio sulla formazione necessaria secondo Bernasconi ad assistere.

“Questo Caritas lo sa bene – aggiunge il direttore della Caritas – e offre ai suoi volontari, persone che quotidianamente vivono a contatto con senza dimora, migranti, famiglie povere e così via, un serio percorso di formazione e di preparazione umana prima di “agire sul campo”. Soltanto così prevale sopra ogni cosa il rispetto per le persone, che devono essere al centro di ogni nostro agire. Soltanto così possono essere compresi la loro cultura, il loro credo, le loro usanze e, in questo modo, costruire insieme una convivenza fatta di reciproco dialogo e mai di imposizioni unilaterali”.
Chissà se nel mondo del volontariato più o meno organizzato di Como fischierà o no qualche orecchio.

Per commenti, reazioni, opinioni: redazionecomozero@gmail.com

QUI L’INTERVENTO INTEGRALE DI DON ROBERTO BERNASCONI

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