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Senzatetto, Como Senza Frontiere in Comune: “Serve un secondo dormitorio per 50 persone”

Presenza dei rappresentati di “Como Senza Frontiere” (con l’appoggio di Cgil, Cisl, Uil e Giovani Democratici), questa sera, a Palazzo Cernezzi. Obiettivo dell’associazione, ribadire ancora una volta la necessità di provvedimenti di assistenza per i senzatetto che dalla chiusura dei ricoveri invernali per l’emergenza freddo sono tornati a dormire all’aperto (in buona parte sotto il porticato della chiesa di San Francesco).

“La città di Como – si legge nel documento diffuso da Como Senza Frontiere – non può e non deve restare indifferente di fronte a questa situazione e non può ignorare i propri doveri nei confronti del riconoscimento dei diritti di queste persone”. La speranza, dunque, è che il Comune progetti “soluzioni adeguate” e reperisca “le risorse necessarie a praticare questo dovere di civiltà”.

Al di là delle premesse – e di una mozione presentata a sostegno di Csf da parte di Barbara Minghetti per Svolta Civica – viene chiesto “un immobile adatto ad accogliere un secondo dormitorio pubblico (per almeno 40-50 persone) alla cui gestione le associazioni assistenziali di volontariato si dichiarano disposte a partecipare”; “la presentazione di progetti di accoglienza nell’ambito della rete Sprar in modo da garantire interventi di accoglienza integrata capaci di superare la concezione emergenziale”; “l’individuazione di un immobile adatto ad accogliere un centro diurno dove sviluppare e intensificare le attività di socializzazione rivolte ai diversi ambiti della grave marginalità”; infine “l’installazione diffusa di servizi igienici in zone diversificate della città, attualmente del tutto prive di tali minimi servizi pubblici”.

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