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Troppo degradate per essere recuperate? Una spaventosa mannaia pende sulle Serre di Villa Olmo

Ci sono domande che, dopo cinque anni di attesa e di sogni messi ad aspettare nel congelatore, non vorresti mai sentirti fare. Perché uno porta pazienza, comprende, a volte persino dimentica involontariamente e non si rende conto del tempo che passa, ma proprio non se lo aspetta che un giorno qualcuno, invece di annunciargli che finalmente dopo tanta attesa possono partire i lavori di sistemazione delle storiche serre di Villa Olmo, gli dica “Ma siete sicuri che reggeranno?”.

Una domanda a bruciapelo da far gelare il sangue. E se a farla non è un pensionato con la fissa dei cantieri a passeggio nel parco, ma il pool di professionisti incaricati di redigere il progetto esecutivo (con capofila lo studio Massarente Architettura di Rovigo), allora la situazione si fa davvero preoccupante.


E proprio per cercare di capire meglio le condizioni delle serre e per avere una visione il più completa possibile sulle effettive possibilità di recupero di un edificio così delicato, il Comune ha quindi assegnato a una ditta specializzata in diagnostica di edifici vincolati, la Palladio di Vicenza, il compito di effettuare nelle prossime settimane alcune analisi chimico fisiche e strutturali sull’edificio.

Nel frattempo, proprio per permettere i necessari sopralluoghi, nelle scorse settimane è stata effettuata una massiccia operazione di disboscamento dalle piante infestanti che crescevano al di là delle vetrate, oltre allo sgombero dei materiali abbandonati e alla messa in sicurezza dei vetri rotti.

E pensare che solo un anno fa annunciavamo l’approvazione del progetto definitivo per il “Restauro e il recupero funzionale delle serre storiche di Villa Olmo”: sembrava fatta, il tempo di realizzare il progetto esecutivo e di appaltare l’esecuzione dei lavori e la città avrebbe finalmente potuto godere di quello spazio meraviglioso, tutto ferro e vetri di fine Ottocento, da troppo tempo abbandonato a se stesso. E invece, a un anno di distanza, non solo non c’è traccia alcuna del cantiere, ma addirittura l’ombra di una sentenza di morte si allunga su un progetto che aspetta di vedere la luce dal 2017.

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Le storiche serre, infatti, dovevano già rientrare nel progetto di riqualificazione dell’intero compendio di Villa Olmo finanziato con 5 milioni di euro da Fondazione Cariplo ma i lavori, che sarebbero dovuti iniziare nel febbraio di quell’anno, non sono mai partiti e nulla si è più saputo fino al dicembre 2018, quando è stata chiesta una revisione del progetto ai due professionisti comaschi incaricati, Corrado Tagliabue e Claudio Radice (già tra i progettisti del Ponte della Conoscenza e delle Serre del Grumello).

Sul tavolo della giunta era poi arrivata l’idea definitiva, approvata nel dicembre 2019 per un importo complessivo di oltre 1 milione e 200 mila euro e che avevamo raccontato proprio sulle pagine di questo giornale: accanto alla funzione originaria di ricovero per piante e fiori, la parte superiore delle serre sarebbe diventata uno spazio vivo e aperto alla città, in grado di ospitare anche eventi e attività culturali.

Sfumata l’idea di iniziare i lavori nel 2020, si era poi arrivati all’ottobre dell’anno scorso per l’approvazione ufficiale del progetto. Un rosario di date che scandiscono cinque anni che ha portato, complice forse anche il passare del tempo e l’assenza di manutenzioni, all’atroce dubbio che la struttura sia ormai troppo deteriorata per poter essere recuperata.

Eventualità che potrebbe avere un peso non indifferente anche sul finanziamento concesso da Fondazione Cariplo al progetto di recupero dell’intero compendio, serre comprese, e che a giugno è stato ulteriormente prorogato al 31 marzo 2022. Praticamente dopodomani.

E intanto non resta che aspettare gli esiti del sopralluogo che dovrebbe avvenire a breve, e delle successive analisi, per scoprire le sorti delle serre: recuperabili o perdute per sempre?

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

 

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7 Commenti

  1. Nulla di cui stupirsi purtroppo visto che l’impunità per i responsabili dell’ennesimo disastro è assoluta e soprattutto eterna! Anzi i responsabili di tale disastro sicuramente riceveranno un encomio, un premio, un bonus!
    Dobbiamo rassegnarci e prepararci ad altre imprese simili visto che ormai questo è il nostro futuro.
    La Ticosa dopo 40 anni è lì che ci ricorda come i nostri amministratori non debbano rendere conto di tasca loro mai.
    Che tristezza….

  2. Io sono mamma di un ragazzo disabile che frequenta le Serre di Mognano. Avevo a suo tempo più volte suggerito all’ Amministrazione di inserire il Centro diurno x disabili nel progetto, poiché quello di Mognano è ormai inadeguato. I ragazzi avrebbero potuto collaborare anche alla manutenzione ordinaria dei giardini e del parco, essendo tutti con una buona autonomia. Invece il centro verrà chiuso e le serre di Villa Olmo sono ancora lì.

    1. Il suo suggerimento, oltre a essere utile per i ragazzi e a evitare lo sfacelo del patrimonio pubblico, avrebbe migliorato la sempre più vacillante immagine dell’Amministrazione. Ancor più sconcertante la disonestà intellettuale di chi pensa di aver fatto bene!

  3. Certo hanno spostato 5 milioni che dovevano portarci a San Martino per il parco in un’ottica miracolosa per salvaguardare il verde a Villa Olmo e poi in fondo in fondo in fondo in fondo

    Cose da matti comunque

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