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Villa Olmo: saranno serre molto belle. Ecco il progetto di restauro tra piante e spazi culturali

Potrebbe essere la volta buona per le serre di Villa Olmo, la “Bella Addormentata nel parco” che dal 2017 giace dimenticata al di là del Ponte della Conoscenza.

In questi giorni, infatti, è stata ufficializzata l’approvazione del progetto definitivo per il “Restauro e recupero funzionale delle serre storiche di Villa Olmo”, un gioiellino di rara bellezza tutto ferro e vetri progettato dall’architetto Emilio Alemagna a fine Ottocento che doveva rientrare nella riqualificazione dell’intero compendio finanziata con 5 milioni di euro da Fondazione Cariplo.

E invece i lavori che sarebbero dovuti iniziare a febbraio 2017 erano finiti nel buco nero che colpisce con scientifica precisione tutti i cantieri importanti della città: silenzio assoluto per quasi 2 anni e poi, a dicembre 2018, la notizia della necessità di una revisione del progetto. Un anno dopo, a dicembre 2019, ecco finalmente l’approvazione in giunta con previsione di affidamento lavori entro il 2020, poi il Covid e oggi, finalmente, la luce in fondo al tunnel.

Quando cominceranno i lavori è ancora da capire ma intanto il progetto c’è e ce lo siamo fatti raccontare dall’autore, l’architetto comasco Corrado Tagliabue (già tra i progettisti del Ponte della Conoscenza e delle Serre del Grumello) che con il collega Claudio Radice è riuscito nell’intento di unire rispetto dei luoghi e nuovi utilizzi di uno spazio dimenticato troppo a lungo.

“Questa è una zona un po’ dimenticata del parco ma invece queste serre, dietro le reti da cantiere e le sterpaglie, sono un capolavoro che per eleganza e magniloquenza non ha eguali in tutta la provincia tra quelle ancora adibite a coltivazione – racconta – Sul lago abbiamo quelle di Villa Carlotta ma sono successive di quasi 100 anni”.

Come trasformare allora uno spazio abbandonato in qualcosa di vivo? Semplicemente modificando il meno possibile la sua anima: “Serre sono e serre rimarranno – spiega il progettista – devono assolutamente restare uno spazio operativo al servizio del parco. La struttura si compone di spazi minori e di una serra principale su due livelli che continueranno a ospitare le piante ma a questo abbiamo voluto aggiungere qualcosa in più”.

E così ecco che il primo piano della serra principale è pronto a mettere ogni tanto da parte i guanti da giardinaggio per farsi bello per le grandi occasioni: “Un progetto per essere vivo deve essere godibile da tutti ma deve anche riuscire a generare economie – spiega Tagliabue – Villa Olmo, a differenza di altre ville del lago, è un luogo prevalentemente di turismo di prossimità, è il parco dei comaschi e abbiamo voluto dare la possibilità anche a questo spazio di aprirsi alla città. Nei periodi in cui le piante non hanno bisogno di essere ricoverate, la parte superiore della serra principale è pronta a trasformarsi in un luogo vivo e aperto ad eventi e attività culturali, o semplicemente in un posto in cui la gente possa fermarsi a godere della sua bellezza”.

Ora non resta che aspettare, speriamo non troppo al lungo.

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2 Commenti

  1. E pensate cosa diventerebbe il parco anche solo coprendo il prezzo di via per Cernobbio dice c’è il ponte della conoscenza con pannelli fonoassorbenti. Struttura semplice, non calpestabile, ad arco, poggiata sulle rivette del parco. La zona diventerebbe molto più silenziosa, un vero paradiso… Sogno….

  2. C’è da sperare che non saranno vandalizzate prima o dopo l’apertura.
    Vedremo se l’amministrazione comunale sarà in grado di salvaguardarle e preservare.
    Piroscafo Patria docet

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