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“Sindaco, dileggiarci e scacciare i senza dimora nei meandri remoti di Como non risolve problemi”

Anche Como Accoglie, la rete che da sempre si occupa di assistenza e accoglienza per migranti e senza dimora, ha commentato con una nota ufficiale le parole del sindaco Alessandro Rapinese contro don Giusto della Valle e contro le colazioni distribuite in città. Di seguito, l’intervento integrale,

Abbiamo letto l’intervento del primo cittadino comasco e ci vien da dire che:
Le persone senza dimora non sono necessariamente migranti. Ci sono anche diversi italiani senza casa. Non sono necessariamente delinquenti ma è evidente che  spesso hanno fragilità /dipendenze o le sviluppano trovandosi a vivere in strada.

Scacciarle in meandri sempre più remoti della città, privandole di coperte, risorse e dignità, non tutela né la nostra sicurezza né la nostra umanità. Semplicemente le nasconde agli occhi delicati della città ma, al contrario di ciò che si vorrebbe, è evidente che misure sempre più repressive e sempre meno inclusive esasperano le tensioni e aumentano il senso di insicurezza, senza nessun effetto positivo.

I volontari o cittadini attivi (come noi preferiamo definirci) non sono la causa del disagio percepito, bensì una risorsa: la nostra attività di prossimità con  le persone senza dimora – tralasciando il valore dell’aspetto umano, per noi imprescindibile – fa da cuscinetto tra cittadini “normali” e soggetti “evidentemente problematici” (nel senso che hanno “evidenti problemi di sopravvivenza e di vita dignitosa”), intercettando  le fragilità dei singoli individui e cercando, con altre realtà del terzo settore presenti sul territorio, di trovare soluzioni.

Nel nostro piccolo noi di Como Accoglie  cerchiamo inoltre di dare risposta, attraverso i nostri “progetti casa”, al grave  problema abitativo che tocca tutti i cittadini del nostro territorio, con particolare grave svantaggio per gli stranieri (per i quali anche a fronte di documenti in regola e contratto di lavoro a tempo indeterminato) trovare un alloggio è pressoché impossibile,  mentre il patrimonio immobiliare del comune vede troppi appartamenti sfitti e in disuso.

Il contributo nostro e dei tanti volontari (di San Rocco, Incroci, Legami etc….) andrebbe riconosciuto, apprezzato, sostenuto e valorizzato e non dileggiato. Sarebbe sicuramente più utile e dignitoso se chi ha scelto di amministrare il territorio (perché nessuno l’ha obbligato) si sforzasse di trovare le migliori soluzioni a vantaggio di tutti. 

Ps: essere migrante non significa essere senza dimora, nullafacente, e tanto meno delinquente. Si tratta per la  maggioranza di persone oneste, che lavorano – molte nel settore del turismo -, a volte abitando per strada perché non trovano casa… ma non fanno notizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Infatti ma questi problemi li hanno creati i governi di sinistra insieme ad associazioni di vario colore, capaci solo di fare beneficenza con il portafoglio degli altri, adesso però, tutti i coro, si lamentano della sicurezza.

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