A proposito della decisione di Asst Lariana di assegnare uno spazio all’interno dell’ospedale di Cantù a un’associazione antiabortista erano già intervenute alcune associazioni nei giorni scorsi: “Spazio agli antiabortisti dentro l’unico ospedale comasco dove si garantisce l’aborto. Presidio di protesta”.
Oggi arriva un comunicato congiunto di Azione e del Partito Liberal democratico di Como:
I gruppi comaschi di Azione e Partito liberaldemocratico, attraverso i rispettivi segretari provinciali, Lorenzo Pedretti e Adria Bartolich, esprimono forte preoccupazione per la decisione dell’Ospedale di Cantù di ospitare, all’interno della propria struttura, un’associazione di ispirazione Pro Vita.
La legge 194 tutela il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza e rappresenta un pilastro fondamentale di libertà, tutela della salute e rispetto della dignità femminile. È quindi necessario ribadire che questa legge deve essere applicata senza interferenze o tentativi di limitarne l’efficacia attraverso iniziative che, anche indirettamente, possano condizionare le scelte individuali.
Ogni donna deve poter contare su un ambiente che l’accompagni con rispetto, senza giudizio e pressioni esterne, nella piena tutela dei suoi diritti e della sua autonomia.
La legge 194/78 all’Articolo 5 già prevede misure che aiutino la donna e il padre del concepito (se lei acconsente) a trovare soluzioni ai problemi che la portano a considerare l’interruzione di gravidanza.
Nel 2024 è stato permesso l’accesso alle associazioni pro-life nei consultori per offrire sostegno alle donne, pur senza modificare la procedura per l’IVG. L’obiettivo dichiarato era garantire un supporto alle donne per superare le cause che la porterebbero all’aborto e offrirle aiuti necessari durante e dopo la gravidanza. Com’è noto il Consultori svolgono una funzione di prevenzione e informazione, mentre le strutture socio-sanitarie hanno il compito di predisporre le condizioni per cui una legge dello stato, la 194, appunto, possa trovare applicazione.
Infatti, anche le modifiche introdotte alla legge successivamente, che non ne mettono in discussione i principi e i contorni, si riferiscono esplicitamente alla presenza delle associazioni nei servizi consultoriali che, com’è noto, non sono gli ospedali. Questo dispone l’ 44 quinquies del D.L.19 del 2 Marzo 2024, Norme in materia di servizi consultoriali: “Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del PNRR e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.