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“Stop a contatti fisici e visite”. Coronavirus, le circolari-tsunami per partite iva e agenti di commercio

Rischia di essere uno tsunami silenzioso quello destinato a colpire il mondo dell’economia nazionale e naturalmente comasco per il Coronavirus. E se le difficoltà che stanno colpendo bar e locali pubblici per le restrizioni sugli orari o le chiusure tout court sono la punta già nota dell’iceberg, così come evidenti difficoltà iniziano ad emergere nel campo delle grandi aziende con rapporti all’estero e nel comparto turistico, non sono meno i timori del vasto popolo delle partite Iva e specialmente degli agenti di commercio.

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Con la necessaria precisazione che nessun limite è stato introdotto a livello legislativo per incontri di lavoro (ad eccezione di quelli a carattere assembleare – qui l’ordinanza di Regione Lombardia), è il mondo interno delle aziende che, in ottica preventiva, tende a regolarsi da sé in maniera drastica a fini preventivi.

La plastica dimostrazione, benché dietro comprensibile richiesta di riservatezza, accolta dopo contatto diretto, viene da un caso come decine di altri simili: una circolare tipo di quelle che stanno circolando tra ditte e società, nei rapporti tra punti vendita-fornitori-clienti.

Ne pubblichiamo, uno stralcio a titolo esemplificativo benché epurata di nomi e riferimenti riconoscibili. Contiene le direttive per i rapporti tra due aziende in ambito commerciale.

Indicazioni di contatto fisico:

– Momentaneo annullamento di ogni incontro di natura commerciale con personale esterno per l’attività relativa agli acquisti. Nello specifico, stipula contratti, trattative commerciali e visite di cortesia

– Sospensione altresì di qualsiavoglia incontro di natura commerciale con personale esterno per l’attività relativa alle vendite (giornate a banco, visite aziendali, corsi ed eventi di formazione)

Sarete avvisati tempestivamente al ripristino di una situazione di normalità.

Cordiali saluti

Si tratta di un esempio, constatato direttamente, che però, con minime differenze, si può ritenere rappresentativo di molte altre circolari/direttive di identico stampo diffuse in questi giorni all’interno di ditte e società.

“E’ un grande problema – conferma un agente di commercio comasco, in contatto con la redazione – Particolarmente per gli agenti a Partita Iva la situazione rischia di avere ripercussioni pesantissime: senza clienti, non si fattura. Il danno è secco. E per di più riguarda lavoratori che notoriamente non possono godere di tutele o paracaduti paragonabili a quelli dei lavoratori dipendenti. C’è grande preoccupazione in questo settore”.

“Io e moltissimi colleghi – prosegue l’agente di commercio – siamo pagati in rapporto agli ordini presi e questa paralisi nei rapporti aziendali determina ripercussioni immediate. Inoltre i lavoratori a Partita Iva sono storicamente poco al centro anche dei provvedimenti governativi, che invece, se questa situazione proseguisse, diventerebbero assolutamente necessari. Forse siamo anche un popolo invisibile, ma una crisi del genere toccherebbe migliaia di famiglie con conseguenze disastrose per l’economia nazionale”.

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2 Commenti

  1. Sono un consulente di vendita con P IVA senza alcun rimborso o qualsiasi forma di fisso. Premetto che non ho problemi con alcun cliente nel visitarlo tramite appuntamenti o visite settimanali non programmate, ma se per 10 giorni lavorativi non vediamo i nostri clienti vuol dire che non andiamo mai in vacanza? Beh vuol dire che non abbiamo dei gran clienti

  2. Tutti i media stanno sfruttando il momento, per poi invitare a evitare allarmismi (cosa alquanto contraddittoria).Io che di mestiere faccio l’agente di commercio a partita iva nel retail farmaceutico, qualche problema nel fissare gli appuntamenti lo incontro, ma per i miei colleghi delle zone rosse risulta un dramma, oltre al fatto che non avendo tutela alcuna ,si è soggetti a pressioni e ritorsioni non proprio simpatiche. A questo punto , visto che nel resto d’Europa parrebbe che il problema non sussista (ho un cugino ingegnere che viaggia molto), il nostro caro governo dovrebbe quantomeno risarcirci per gli anticipi fiscali basati sull’anno precedente, anno non soggetto a situazioni di emergenza.

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