La strada è sicuramente ancora molto lunga ma è stata imboccata. L’idea di base è quella di rendere sempre più attrattiva la fascia di confine per mantenere in Italia risorse e menti, creando posti di lavoro.
A esporla è stato nei giorni scorsi Furio Artoni, consigliere di minoranza e capogruppo di “Azione civica per Luino e Frazioni”, a margine di un incontro durante il quale si è discusso del futuro delle zone di confine e non solo
“Si profila una crisi senza precedenti. I dazi di Trump colpiranno al cuore l’economia svizzera, e migliaia di frontalieri potrebbero presto varcare il confine in senso inverso, tornando in un’Italia impreparata ad accoglierli”, ha detto durante l’evento.
Senza contare l’ulteriore aggravante della tassa sulla salute applicata ai frontalieri che renderà ancora più difficile la vita sulla fascia di confine.
E così nel corso della giornata è stata avanzata una proposta alternativa per il futuro del territorio. “Sul tavolo l’idea, sostenuta anche da imprenditori, di trasformare la fascia di confine da problema in opportunità storica. Il progetto che stiamo elaborando e che presenteremo a livello nazionale prevede detassazioni mirate e specificazioni tecniche studiate per attrarre nuove imprese nel territorio con bilancia di import ed export a favore dell’esportazione. Ma non si tratta di un’operazione a pioggia: la vera rivoluzione sta nel collegamento strutturale con le scuole del territorio e magari un polo universitario”, ha dichiarato a Luino Notizie.
Obiettivo è quello di creare zone economiche speciali dove possano nascere aziende innovative, capaci di offrire ai giovani formati negli istituti locali sbocchi immediati, favorendo un connubio tra la tradizione manifatturiera e le nuove tecnologie. “Un circuito virtuoso che dalla scuola porta all’impresa, dall’idea al mercato» ha precisato”