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Telecamere con riconoscimento facciale, il Comune: “Autorizzate dal Comitato di sicurezza. Ora funzione disattivata”

Dopo il caso sollevato dall’inchiesta di “Wired” in merito alle telecamere con riconoscimento facciale installate dal Comune di Como al Parco Tokamachi (attivate e poi disattivate anche su intimazione del Garante della privacy), l’amministrazione comunale replica punto su punto. Anzi, di più: la giunta Landriscina rivendica la propria scelta attraverso una lunga nota che riproduciamo integralmente.

Como, telecamere con riconoscimento facciale: caso in Parlamento dopo lo scoop di Philip Di Salvo su Wired

Le ragioni della sperimentazione proprio nell’area di Parco Tokamachi di un sistema di videosorveglianza innovativo trovano riscontro nella particolare esposizione a fenomeni delinquenziali e di degrado della zona, evidenziatisi in occasione degli accadimenti dell’estate 2016.

Nella circostanza, l’area verde di Parco Tokamachi antistante la principale stazione ferroviaria cittadina (Stazione San Giovanni) è stata oggetto di rilevanti problemi di sicurezza pubblica in ragione della presenza di un crescente numero di cittadini extracomunitari intenzionati a valicare il confine elvetico (San Giovanni è l’ultima stazione italiana), ma respinti dalla polizia di frontiera della Confederazione svizzera.

Tutto ciò, ha indotto allora la locale Prefettura, d’intesa con il Comune di Como, ad approntare un Centro di accoglienza temporaneo nella vicina via Regina Teodolinda. Ciò al fine di favorire un ripristino delle ordinarie condizioni di legalità all’interno del Parco Tokamachi. Successivamente all’attivazione del Centro di accoglienza, l’area di cui trattasi è stata oggetto di costante presidio – per oltre un anno – da parte di reparti di rinforzo della locale Questura, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, al fine di prevenire e reprimere fenomeni di illegalità.

Alla luce di tutto ciò, nonché della notoria esposizione delle aree prossime alle stazioni ferroviarie (a maggior ragione se a verde e con alberatura) a divenire, più che altrove, luogo di episodi delinquenziali o comunque contesti di insicurezza urbana, il Comune di Como ha ritenuto di intervenire dotando il sito di un moderno sistema di videosorveglianza.

In termini di competenza, l’intervento dell’ente trova riscontro in numerose disposizioni legislative che sin dal 2008 (d.l. 92/2008 e d.m. 5 agosto 2008) “hanno attribuito ai sindaci il compito di sovrintendere alla vigilanza ed all’adozione di atti che sono loro attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica, nonché allo svolgimento delle funzioni affidate ad essi dalla legge in materia di sicurezza e di polizia giudiziaria”. In questo senso ha avuto modo di esprimersi anche il Garante per la Protezione dei dati nel provvedimento in materia di videosorveglianza adottato nell’ormai lontano 2010 (doc. web n. 1712680, 8 aprile 2010).

Il provvedimento chiarisce che “il sindaco, quale ufficiale del Governo, concorre ad assicurare la cooperazione della polizia locale con le forze di polizia statali, nell’ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministero dell’interno. Da tale quadro emerge che sussistono specifiche funzioni attribuite sia al sindaco, quale ufficiale del Governo, sia ai comuni, rispetto alle quali i medesimi soggetti possono utilizzare sistemi di videosorveglianza in luoghi pubblici o aperti al pubblico al fine di tutelare la sicurezza urbana”. La competenza dei Comuni, accanto agli altri attori istituzionali, nella cosiddetta “sicurezza integrata”, è stata più di recente consolidata ed ampliata ad opera del d.l. 14/2017, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza della città” e trova oggi importante riferimento nei novellati artt. 50 e 54 del Testo Unico degli Enti locali (d.lgs. 267/2000).

TEMPISTICA
L’installazione di predetto sistema di videosorveglianza si è conclusa ad agosto 2019.
Per consentire una verifica e un settaggio del sistema l’ente ha previsto un periodo di sperimentazione di 6 mesi, terminato a febbraio 2020.

CARATTERISTICHE SISTEMA
Il Comune di Como ha ritenuto di avvalersi di moderni sistemi di videoanalisi, in grado di espletare funzioni di:
riconoscimento facciale
rilevamento automatico del bighellonaggio (“loitering”),
rilevamento automatico di oggetti abbandonati,
rilevamento automatico di oggetti rimossi
rilevamento automatico tripwire.

VALUTAZIONE D’IMPATTO (DPIA)
Per valutare tempestivamente i riflessi che suddetto progetto avrebbe avuto sulla protezione delle persone fisiche in merito al trattamento dei dati personali (a maggior ragione in vista del fatto che il trattamento in questione avrebbe interessato dati biometrici) si è provveduto, ancor prima dell’installazione del sistema, ad una valutazione d’impatto (DPIA). La valutazione d’impatto ha escluso un rischio residuale di livello elevato (a seguito dell’adozione delle misure tecniche ed organizzative ivi illustrate) per i diritti e le libertà degli interessati.

FINALITA’ DEL SISTEMA
L’impianto di videosorveglianza è stato progettato e realizzato per consentire al nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di individuare persone oggetto di indagine e/o scomparse al passaggio nell’area sottoposta a controllo; consentire di individuare automaticamente situazioni sospette (loitering), potenzialmente pericoloso (abbandono di oggetti) o rilevare automaticamente furti di oggetti o ingressi/uscite da aree di interesse per indagini.

UTENTI DEL SISTEMA DI VIDEOANALISI INNOVATIVO
Vista la finalità primaria sottesa al sistema in analisi, quest’ultimo è stato concepito e realizzato ad uso esclusivo del nucleo di polizia giudiziaria del Corpo di Polizia locale del Comune di Como, con l’intenzione, per ottimizzare le risorse pubbliche investite, di porlo nella disponibilità, per le medesime finalità, delle Forze di polizia dello Stato, una volta concluso il periodo di sperimentazione e posti in essere gli adempimenti necessari.

APPROVAZIONE PROGETTO DA PARTE DEL COMITATO PROVINCIALE PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA
Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presso la Prefettura di Como il 11.12.2019 che ha espresso parere favorevole evidenziando “la necessità che il predetto sistema di videosorveglianza venga strutturato in forma aperta, al fine di consentire alle Forze di Polizia l’accesso da remoto”

LICEITA’ DEL TRATTAMENTO
Alla luce delle accennate finalità dell’impianto e richiamate le funzioni di polizia giudiziaria e ausiliarie di pubblica sicurezza attribuite dall’ordinamento alla polizia locale si è ritenuto, in sede di progettazione e realizzazione dell’impianto, che la disciplina giuridica del conseguente trattamento dei dati personali fosse ascrivibile, per un verso, all’attività di videosorveglianza posta in essere dal Comune di Como e, per altro verso alla direttiva (UE) 2016/680 e conseguentemente al d.lgs. attuativo n. 51/2018; e non alla disciplina generale con tenuta nel GDPR.
Si è ritenuto che la liceità del trattamento si fondasse sulla competenza dell’Ente e del Sindaco – nello specifico attraverso il Corpo di polizia locale – in materia di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria, nonché sulle norme che regolano l’identificazione dei soggetti in ambito di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza e, infine, sulle disposizioni contenute nel d.m. 15/2018.

INTERLOCUZIONE CON IL GARANTE

RICHIESTA DI INFORMAZIONI DA PARTE DELL’AUTORITÀ
Con nota prot. 538 del 08.01.2020 (ns. prot. 794 del 08.01.2020) l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, avuta notizia a mezzo stampa dell’installazione dell’impianto del Parco Tokamachi, ha formulato un’articolata richiesta di informazioni sull’assunto che il trattamento dei dati biometrici, tra i quali rientrano quelli relativi alla geometria del volto, sarebbe vietato, salvo che ricorra una delle basi giuridiche di cui all’art. 9 del GDPR.

RISPOSTA DEL COMUNE DI COMO
Con nota prot. 3815 del 22.01.2020 il Comune di Como provvedeva a riscontrate la richiesta di informazioni formulata dall’Autorità Garante.

PROVVEDIMENTO DEL GARANTE
Con provvedimento n. 54 del 26.02.2020 (ns. prot. 14480 del 18.03.2020) l’Autorità Garante ha convenuto con il Comune di Como sull’applicabilità della disciplina di cui al d.lgs. 51/2018 (e non del GDPR) in ragione dei fini perseguiti dall’ente.
Tuttavia, ha ritenuto che “le disposizioni richiamate dall’Ente non prevedono specificamente una raccolta di dati biometrici e loro conservazione (per sette giorni)”. Secondo l’Autorità Garante tali norme si limiterebbero a consentire l’identificazione di soggetti in ambito d’indagine ovvero a legittimare l’installazione di videocamere per fini di tutela della sicurezza urbana; mancherebbe invece una specifica previsione normativa capace di autorizzare la polizia locale a trattare i dati biometrici.

L’Autorità Garante ha contemporaneamente auspicato che l’asserita carenza di previsione normativa possa essere colmata nel d.p.r. che dovrebbe essere adottato ai sensi dell’art. 5, comma 2, d.lgs. 51/2018,

Comunque, in attesa del d.p.r. l’Autorità Garante ha ingiunto al Comune di conformarsi a quanto prescritto nel più volte citato d. lgs. 51/2018.

EFFETTI DEL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE
Con nota prot. 15937 del 03.04.2020 il Comune di Como informava l’Autorità Garante che “in data 20.03.2020 si è provveduto ad ottemperare a quanto ingiunto, disabilitando la funzione sperimentale di riconoscimento facciale e dunque il trattamento del dato biometrico operato dall’impianto di videosorveglianza installato presso il Parco Tokamachi. L’impianto opera ora in termini di mera videosorveglianza urbana per finalità di sicurezza urbana”.

POTENZIAMENTO SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA COMUNALE

Contestualmente a quanto sopra, è stato intrapreso un ulteriore progetto di “Potenziamento del sistema di videosorveglianza comunale”; con gara avviata ad ottobre 2019 ed aggiudicata a dicembre. Tale appalto intende consolidare e potenziare il sistema di videosorveglianza comunale già in essere, che al termine dell’installazione conterà su n.110 telecamere dispiegate sul territorio comunale, di cui 16 telecamere (posizionate in Via Vittorio Emanuele, Via Rusconi, Via Luini, P.zza Mazzini, Palazzo Cernezzi, Monumento ai Caduti, Tempio Voltiano, etc.) predisposte per attivare la funzione di Face Detection a bordo; che, tuttavia, rimarrà solamente come un’opzione futura, fintantoché non interverranno disposizioni o indicazioni da parte delle Autorità competenti favorevoli all’impiego.

UTILIZZO ATTUALE SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA INNOVATIVA

Il nuovo progetto non ignora il provvedimento del Garante per la protezione dei dati. Invero, dovendo in ogni caso intervenire per il rinnovamento tecnologico dell’impianto di videosorveglianza in essere, l’amministrazione ha ritenuto di renderlo pronto anche alla Face Detection per due ordine di ragioni: cogliere – a vantaggio della sicurezza urbana – eventuali interventi normativi favorevoli all’impiego di tale tecnologia anche per la polizia locale; porre, in oggi caso, il sistema a disposizione della Procura della Repubblica e delle forze di polizia statali laddove richiesto. In questa ottica, a regime l’impianto del Comune di Como disporrà di n.22 telecamere utilizzabili per il riconoscimento facciale (bighellonaggio, deposito oggetti etc.).

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