Delle osservazioni prodotte dal Comune di Como, con una lunga relazione del dirigente all’Urbanistica Giuseppe Ruffo, sulla progetto di terza linea del termovalorizzatore Acsm Agam per bruciare i fanghi da depurazione, abbiamo già parlato a lungo.
Il documento, molto lungo e altrettanto tecnico, non lesina dubbi e rilievi anche critici allo studio di prefattibilità della multiutility.
Ma il punto cruciale, forse, è un altro ancora. Ed è quello che – parole dell’architetto Ruffo – in realtà mette la “patata bollente” nelle mani dei consiglieri comunali di Como, di fatto introducendo una buona quota di politica in una vicenda che finora è rimasta soprattutto sul tecnico.
Sono le pagine da 2 a 4 che contengono il passaggio rilevante in questo senso, quello che non permette di ignorare quanto potrà pesare la politica di riferimento in una società a maggioranza pubblica e legata a nomine legate alla politica (Acsm Agam, in cui A2A è azionista di riferimento e partner industriale, nacque dalla fusione delle multiutilities di Monza, Como, Lecco, Sondrio, Varese).
Entrando nel tecnico, la relazione del dirigente di Palazzo Cernezzi spiega dettagliatamente che “l’immobile in oggetto (il termovalorizzatore, ndr) ricade in un ambito territoriale interessato da varchi, nodi e corridoi della rete ecologica”.
“In relazione alle previsioni contenute nel Piano dei Servizi vigente – prosegue Ruffo – preso atto che nella documentazione depositata si afferma che l’area oggetto del presente studio risulta classificata come Tessuto urbano consolidato, Servizi esistenti (regolati dal Piano dei servizi) e che la classificazione urbanistica rende pertanto compatibile l’intervento proposto, è necessario osservare che la classificazione Attrezzature ed impianti destinati alla gestione delle reti tecnologiche, che interessa la maggiore parte del compendio oggetto d’intervento, pur essendo parte della categoria Impianti come la tipologia Inceneritore, non risulta in sostanza corrispondente alla funzione prevista in progetto, che piuttosto risulta compatibile con la suddetta tipologia Inceneritore“.
Tecnicismi di natura urbanistica, ma che in realtà portano a uno sbocco politico tutt’altro che indifferente nel documento comunale inviato alla Regione: “Per quanto sopra si rende necessario adottare preventivamente la procedura prevista dall’art.9 comma 15 della L.R. n.12/2005 e art. 23.2 delle Disposizioni attuative del vigente PGT, da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale“.
La famosa palla alla politica di cui si accennava prima. Peraltro, a Como (che pure subirà inevitabilmente influssi ed equilibri più ampi), nei sei mesi pre-elettorali: riuscirà davvero l’assemblea cittadina a esprimersi su una vicenda così delicata?
3 Commenti
E invece non sarà la politica a decidere, semplicemente perché non lo può più fare!
Sì, perché l’odierno Gruppo Acsm Agam è certamente a maggioranza pubblica, ma detenendo A2A S.p.A., società privata, il 41,34% delle azioni, ossia il pacchetto azionario più consistente, A2A S.p.A. ha dunque la maggioranza relativa, e, detto in altre termini, è l’azionista di riferimento, quello cioè che ha il potere di assumere le decisioni strategiche e di scegliere i più alti livelli dirigenziali.
Quando si privatizza, perché la parte pubblica possa continuare a decidere, e non solo subire le decisioni della parte privata, deve assolutamente restare azionista di riferimento, continuando quindi a detenere la maggioranza relativa dell’azionariato, e di conseguenza il controllo della società.
È proprio quello che non si è fatto in questo caso. L’OPA di A2A, sull’allora ancora in mano pubblica ACSM AGAM S.p.A., risale infatti al 10 agosto 2018: Giunta Landriscina in corso…
La domanda finale è più che legittima. Riusciranno i nostri eroi a trovare una quadra tra gli interessi economici di chi propone la terza linea dell’inceneritore per lo smaltimento dei fanghi e i costi sociali che le esalazioni della combustione comporteranno? Perché alla fine la scelta da prendere è questa: gli interessi di di chi sta dietro ad AGSM-AGAM o l’insopportabile “puzza” sotto il naso di chi abita e di chi lavora nella zona. Nella Commissione Comunale appena costituita, il peso maggiore se lo sono preso i rappresentanti di quei partiti che si riempiono la bocca dicendo che solo loro fanno gli interessi del “popolo” . Vediamo se è vero? ?
Ma i comuni confinanti (Senna Comasco e Casnate con Bernate) che fanno? Lasciano che una SPA faccia utili e loro vanno di aerosol?