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Giulia, da Oltrona a Capo Verde con Stefano: “La nostra trattoria sull’isola per fuggire da una vita da criceti”

Lasciare la vita frenetica e monotona per gestire un ristorante a Capo Verde. Questa è la storia di Giulia Lacetera, classe 1991, che, partendo dal piccolo comune comasco di Oltrona San Mamette, con il suo compagno Stefano Buraschi ha inaugurato la scorsa estate un’attività, ‘La Trattoria’ nell’isola di Sal in Africa, rivoluzionando completamente la sua vita.

Una decisione molto coraggiosa, che nasce dalla prospettiva di Giulia: “Ho sempre visto la società come una sorta di trappola – racconta – di conseguenza ho fatto il possibile per uscire da questa sorta di ruota del criceto in cui inevitabilmente tutti finiscono. Intendo il classico percorso studi, lavoro, famiglia ecc. Già da piccola guardavo le persone e mi dicevo ‘io non voglio essere così’”.

Così Giulia, pur lavorando come copywriter e in alcuni ristoranti, inizia a stare sempre in movimento: “Con il tempo ho iniziato a viaggiare a fare le mie esperienze per il mondo – spiega – grazie a ciò ho aperto la mente fino a quando non mi è venuta l’idea di gestire un ristorante a Capo Verde”.

E la scelta dell’isola di Sal nasce da un’esigenza personale: “Ho sempre voluto vivere al mare e avere una vita un pochettino più lenta – dice – non come in Lombardia, dove devi correre dalla mattina alla sera altrimenti vieni visto come un pazzo. Io non volevo vivere così. Quando cerchi una cosa fino in fondo alla fine si presenta da sola. Abbiamo colto l’opportunità al volo”.

E da qui inizia la nuova vita di Giulia, divisa tra Oltrona, dove passa pochi mesi l’anno, e Capo Verde, in cui lavora in alta stagione (ottobre-aprile) e nei mesi estivi. ‘La trattoria’ propone cucina italiana, al momento nessun piatto tipico comasco, ma Giulia si dice aperta a cambiamenti in futuro.

La 32enne vive con il turismo. E a questo punto sorgerebbe spontaneo chiedere perché non aprire un’attività anche sul Lario, dove gli stranieri pullulano sempre di più ogni anno: “Il Lago di Como è un posto magico, questo è fuori discussione – sottolinea – ma solo se lo vivi da turista. Uno straniero si ritrova in paradiso. Io stessa se fossi americana penso che verrei qua almeno una volta l’anno. Il problema è viverci. Non ci sono tante opportunità di crescita sia a livello lavorativo che umano. Le tasse ti uccidono e la mentalità è un po’ chiusa. Tutto ciò porta noi giovani a esplorare nuovi orizzonti”.

Inoltre questa scelta ha portato anche dei vantaggi economici: “Ora guadagno come prima che avevo un impiego stabile – racconta – solo che adesso lavoro la metà. Ho un sacco di tempo libero che mi permette di vivere più lentamente la vita e di viaggiare per il mondo in bassa stagione”.

Ma le ambizioni di Giulia e del suo compagno non sono finite: “Sicuramente un progetto per il futuro è quello di essere più autosufficiente possibile – conclude –. Vorrei investire nel ristorante al tal punto da essere quasi totalmente autosufficiente, installando pannelli solari, costruendo un pozzo per l’acqua, allevando animali e coltivando i prodotti per la cucina. Voglio avere il tempo di vivere la vita, non dovendo pensare solo ai soldi. E a Capo Verde finalmente posso fare tutto questo”.

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