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Una ferita enorme, addio al Lake Como Film Festival. Cano: “Manifestazioni culturali come complementi d’arredo senza prospettive”

Il Direttore dell’Associazione Lake Como Film Festival Alberto Cano annuncia con amarezza il mancato arrivo della decima edizione del Festival dedicato al rapporto tra Cinema e al Paesaggio. Infatti, dopo nove anni trascorsi tra proiezioni su mega schermo nel Parco di Villa Erba (Cernobbio) e – in quelle precedenti – nell’Arena del Teatro Sociale e nei luoghi più diversi del Lario, non prenderà il via l’appuntamento diventato ormai usuale per pubblico ed appassionati cinephile.

Il progetto del Lake Como Film Festival si dissolve – commenta. Abbiamo sempre ricordato come la riuscita e la continuità di questi eventi non potesse avvenire che attraverso il coinvolgimento stabile dei più importanti attori del territorio, che ne cogliessero il valore in termini di identità e rappresentatività e il potenziale artistico ed economico per il futuro del territorio. Questo coinvolgimento, purtroppo, è avvenuto solo in parte, troppo fragili le nostre sole forze per procedere oltre. Finanziamenti pubblici sempre incerti, da verificare ogni anno attraverso bandi con scadenze mai sincroniche rispetto ai tempi di realizzazione, hanno impedito una programmazione oltre l’annualità e la redazione di bilanci credibili e garantiti, esponendo per mesi le nostre poche risorse nell’attesa di crediti puntualmente in ritardo”.

Dal 2013, il Festival ha realizzato circa 300 appuntamenti, dislocati in 52 diversi luoghi sul territorio lariano: corti, piazze, giardini, scuole e università, architetture urbane e contesti naturali, in cui sono stati proiettati film provenienti da 61 diversi paesi del mondo, inclusi i 28 corti prodotti da giovani autori nei paesi del Lago nell’ambito del concorso FILMLAKERS. Al programma di proiezioni si aggiungono gli incontri con gli autori del panorama cinematografico internazionale come Giorgio Diritti, Olivier Assayas, Peter Greenaway, Edoardo Winspeare, Caterina D’Amico, Andrej Koncalovskij, Nastassja Kinski, Jasmine Trinca, Caterina Cecchi D’Amico, Andy Serkis, per citare i più noti.

L’iniziale dimensione itinerante, impegnativa a livello organizzativo e logistico, ma oltremodo ricca di significato per il territorio, aveva trovato nel parco di Villa Erba un approdo naturale, con le edizioni del 2018 e 2019. La formula delle “LAKE COMO FILM NIGHTS si è rivelata una modalità originale e innovativa, vista in uno spazio colto e spettacolare, come lo scenario di un parco secolare legato alla memoria di Luchino Visconti.

Non semplice – conclude Cano – è stato anche il confronto con i partner privati del territorio, malgrado un ricercato coinvolgimento delle realtà più significative e più artistiche. Puntavamo molto su una possibile sinergia tra le tante industrie creative, al fine di creare una vetrina che desse visibilità, nel segno della bellezza dell’arte, alla grande tradizione artigianale e industriale di Como. In questo abbiamo riscontrato una scarsa coesione territoriale e la sottovalutazione dell’importanza della cultura come spazio unificante. La stessa Villa Erba Spa, che ringraziamo per l’ospitalità e per aver sperimentato con noi la formula delle NIGHTS, in parte anche finanziandola, si è dimostrata però priva di una visione strategica dell’investimento culturale. Eventi, proposte, annunci si sono mescolati senza nessuna progettazione pensata, dove la manifestazione culturale è vista, al più, come complemento d’arredo, senza alcuna prospettiva che va oltre la stagionalità. Prendiamo atto della nostra sempre maggiore distanza da una idea di “città turistica” molto diversa da quella sottesa al Festival, ed una evidente incapacità di individuare una formula economicamente compatibile che mantenga alto il valore e la qualità delle nostre proposte. Per questo, nonostante i tanti sforzi, il progetto LAKE COMO FILM FESTIVAL oggi si dissolve ufficialmente”.

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2 Commenti

  1. Caro Alberto, condivido ogni tua parola. Come te (e tu lo sai bene perchè abbiamo collaborato in diverse occasioni) anche noi abbiamo riscontrato, in ambito musicale, una visione della cultura, da parte di chi dovrebbe farsene carico a livello pubblico e privato, a dir poco limitata. Sei stato fin troppo generoso a dire che le manifestazioni culturali in questa città vengono viste come complementi di arredo, in qualche occasione passata ho addirittura avuto l’impressione che si trattasse null’altro che del “panem et circenses” dei romani. Nessuna progettualità a lungo termine, nessuna visone in grado di trasformare questi eventi in occasioni di crescita e formazione per la città. Una ferita enorme, su questo non c’è dubbio. Con affetto, Rosalba

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