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Uno dei motivi che spingono medici e infermieri ad andare in Svizzera: aggressioni e violenze, i dati shock a Como e in Lombardia

Salari bassi, turni massacranti, carenze di personale e di risorse. Ma a questi motivi, per spiegare l’esodo di medici e infermieri da Como e dalla Lombardia verso la Svizzera, ce n’è un altro, pesantissimo: le violenze che il personale subisce ogni santo giorno. Lo dicono chiaramente gli ultimi dati diffusi oggi, giovedì 4 luglio.

“Nel solo 2023, all’interno delle strutture pubbliche di Asst Lariana, si sono registrati ben 240 episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario. Ciò significa che, in media, c’è un professionista che viene aggredito ogni giorno e mezzo, ogni 36 ore” denuncia il Consigliere regionale comasco del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Purtroppo, i dati ci dicono chiaramente che dobbiamo fare di più per prevenire la violenza nei presidi sanitari – commenta il consigliere – Notiamo come, sul totale, poco più del 50% delle aggressioni sia a danno di infermieri, aggrediti fisicamente o verbalmente in 126 casi. Il personale medico è stato bersaglio in 33 casi e gli Oss in 26. I pronto soccorso sono i luoghi più sensibili, con 62 aggressioni totali nell’anno passato”.

“Questi dati allarmanti riflettono una situazione critica non solo a livello locale, ma in tutta la Lombardia. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, negli ospedali, nelle Ats e negli ambulatori lombardi, sia pubblici sia privati, si sono registrate 6.961 aggressioni, con una media di 38 attacchi al giorno, rimsrca Orsenigo.

Le possibili soluzioni? “Non solo un approccio repressivo, con personale di sicurezza – conclude – ma anche uno formativo a partire da corsi che diano gli strumenti al personale per individuare precocemente le situazioni di tensione potenzialmente pericolose. E poi decongestionare i reparti d’emergenza con l’implementazione di una sanità di territorio a cui il cittadino può rivolgersi senza sovraccaricare i Pronto Soccorso: qui, in situazioni al limite, di sovraffollamento, si creano tensioni che rischiano di esplodere. Non possiamo più permetterci di ignorare questa emergenza. È necessario implementare immediatamente azioni preventive e migliorative, sia a livello strutturale che formativo. Solo così potremo assicurare un ambiente lavorativo sicuro e dignitoso per tutti coloro che operano in prima linea nei nostri ospedali”.

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5 Commenti

  1. Ricordiamoci sempre che questa società è stata “costruita e voluta” proprio da una maggioranza di cittadini che hanno sostenuto per anni le politiche di sinistra, gli stessi, in gran parte, che ora si lamentano dei risultati e che plaudono alla “festà dell’Unit*”. Meglio darsi una regolata.

  2. Basterebbe pagare il giusto il personale sanitario e assumere carabinieri da mettere in una stazione fissa al pronto soccorso, GIORGIA FAI QUALCOSA NON PENSARE SOLO AI BALNEARI!!!!!!!

    1. Il pronto soccorso non è materia dei carabinieri ma della Questura, infatti c’erano i posti di Polizia in tutti i pronto soccorso, ma sono stati tolti una ventina d’anni fa.

    2. Possiamo mettere anche il genio guastatori a presidiare stazioni e ospedali, o i ranger degli alpini in piazza, ma se poi non possono alzare un dito per bloccare il delinquente di turno che se per disgrazia si fa male, si becca l’avvocato pro bono (cioè pagato dallo stato) a differenza loro, capannello di gente con smartphone alla mano pronti a riprendere e commentare l’operato delle
      Forze dell’ordine, processi su processi da affrontare, politica magistratura e stampa a
      Dargli addosso perché hanno tirato fuori il manganello, (ed in Italia si sa siamo tutti esperti di come si fa il lavoro degli altri ) non risolviamo nulla… senza contare gli svuota carceri, le depenalizzazioni, e le denunce a piede libero oltre che magistrati che fanno politica in aula…

  3. C e invece chi va in svizzera e viene aggredita e finisce in ospedale…. E rischia di morire ! Vedi articoli Ticino online ! 1 anno dopo….appena concluso il processo!

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