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Da Como a Valencia. Storia di Alessandro Thione, straordinario chirurgo dei reimpianti che restituisce (e ricostruisce) il corpo perduto

Il cantiere del lungolago partì l’8 gennaio del 2008 e avrebbe dovuto concludersi in 36 mesi. Nello stesso anno il comasco Alessandro Thione, chirurgo plastico specializzato in microchirurgia e chirurgia ricostruttiva partiva per Valencia per perfezionare le proprie competenze, seguendo il famoso dottor Pedro Cavadas, e sempre nella medesima città, a partire da 2009, si trasferì in pianta stabile. Da allora vive ed esercita in Spagna.

“Ricordo proprio che si iniziava a parlare del cantiere mentre io facevo avanti e indietro tra Italia e Spagna prima di ricevere nel 2009 la proposta di lavoro che mi ha cambiato la vita – racconta – e adesso, forse, entro i prossimi mesi proprio il lungolago riaprirà definitivamente. Il mio viaggio dalle sponde del lago mi ha portato ormai da 14 anni a vivere e lavorare altrove, a Valencia, dove mi trovo benissimo anche se ovviamente il fascino e il richiamo della mia città sono sempre forti e appena posso torno a casa”. Quella del dottor Thione (nato a Mariano Comense), è una splendida storia di crescita professionale che, partita da Como e dalla Lombardia, si è aperta verso il mondo “per andare a cercare orizzonti nuovi, sfidanti e appaganti anche se lascio sempre aperta la porta a, chissà, un rientro a casa, oppure a una collaborazione professionale con la mia città”, racconta il dottore che contattiamo di prima mattina nella città spagnola.

“Seguo molto la squadra di calcio del Como. Mi sono appassionato sempre di più e vedo con gioia che in questi anni si sta comportando sempre meglio. Se, facendo tutti i debiti scongiuri, dovesse tornare in Serie A sarebbe una grande gioa, a parte i problemi possibili legati allo stadio – racconta il dottore, dimostrando di conoscere bene i fronti caldi aperti in città a partire proprio da quello di un nuovo impianto – e anche questo serve a mantenere il legame con la mia terra oltre al fatto che i miei genitori e quelli di mia moglie vivono a Como”.

E infatti questo cambio di vita ha coinvolto anche la moglie. “Antonella è stata per me di assoluto sostegno e supporto. Prima mi sono trasferito da solo e poi, dopo un po’, mi ha raggiunto anche lei che adesso lavora qui. Era un’infermiera del Sant’Anna e ora invece esercita a Valencia. Quella dell’infermiere è sempre una professionalità molto richiesta”. Il curriculum del dottor Thione è veramente molto lungo, troppo per essere sintetizzato in breve: laureato in Medicina e Chirurgia, a seguire è arrivata la specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica all’Università degli Studi dell’Insubria. In seguito ha lavorato come ricercatore in Chirurgia e Biotecnologie Chirurgiche sempre per l’Università degli Studi dell’Insubria e successivamente come Direttore di Chirurgia e Medicina Estetica del Centro Ars Medica, a Pavia.

“Prima di lasciare l’Italia avevo l’idea di inserirmi nell’ambito universitario ma ben presto mi sono accorto che, per diverse ragioni, era forse troppo limitante – racconta Thione – dal luglio 2009 fino a luglio 2018 sono stato membro dell’Unità di Chirurgia Ricostruttiva del dottor Pedro Cavadas presso la Clinica Cavadas, a Valencia. Da agosto 2018 sono Chirurgo Plastico nel reparto di Chirurgia Plastica e grandi Ustionati dell’Hospital Universitari i Politecnic La Fe – Valencia”.

Da anni le capacità del dottor Thione sono focalizzate principalmente in quello che è anche il suo settore di massima competenza e interesse. “Si tratta di reimpianti di arti amputati, dalle gambe, alle braccia, alle dita. Spazio poi alla parte ricostruttiva, dal collo alla testa e alla ricostruzione post oncologica. L’interesse massimo è per me rappresentato poi dalla parte traumatologica. E’ una chirurgia che rimarrà sempre, purtroppo. Se nel corso degli anni si troveranno sicuramente le cure per certe forme tumorali, l’aspetto traumatologico, legato ad esempio agli incidenti, sarà sempre presente. Il futuro inoltre sembra avviarsi verso la creazione di un’Unità di ortoplastica, dove si fondano insieme le capacità della chirurgia plastica e traumatologica. A Bologna ne esiste una e anche qui da noi a Valencia. Magari in futuro sarebbe bello poter collaborare con la chirurgia plastica del Sant’Anna che in passato ha avuto una grande tradizione”, spiega il dottor Thione.

Che poi, sulla chirurgia estetica, ramo nel quale opera da tempo, è netto: “Si tratta di un ambito che mi interessa, ma relativamente. Molto onestamente devo dire che viene fatta anche per un ritorno economico, utile per avere risorse”. Tantissimi gli interventi eseguiti in carriera, impossibile darne conto, se non dicendo ad esempio che nel 2011 è stato membro dell’equipe di 4 chirurghi che ha eseguito il primo trapianto al mondo di arti inferiori da cadavere, o che dal 2009 al 2018 ha eseguito più di 3.700 interventi chirurgici alla mano, microchirurgia, chirurgia traumatica, chirurgia maxillo-facciale e chirurgia plastica ricostruttiva. Infine, il pensiero ritorna sempre a Como anche perché “qui a Valencia mi chiedono del nostro lago. Anche qui la nostra città sta riscontrando sempre più successo, è una meta conosciuta e desiderata. E in tanti mi chiedono come mai ho scelto di trasferirmi a Valencia, città splendida dove mi trovo benissimo e dove le differenze con l’Italia sono minime. Intanto ogni due o tre mesi facciamo un passaggio in città per vedere i parenti e respirare aria di casa”.

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2 Commenti

  1. Un’altro cervello in fuga, un’altro dei tanti…
    Del resto qui persone di alto livello culturale e professionale non hanno futuro, non vengono valorizzari e pagati per quello che dovrebbero e anzi spesso sono visti non con rispetto e considrazione, ma come persone inutili.
    L’Italia è la patria dei lavori di basso livello, dei lavori manuali, quasi sempre fatti in nero e che consentono di avere redditi effettivi molto maggiori di chi invece fa un lavoro di concetto.
    L’italia è la patria degli idraualici, muratori, cuochi, presentatori televisivi e comprimari del modo dello spettacolo , che non producono nulla di utile (autoreferenziali e inutili), dei venditori di fumo.
    In italia per decenni si sono riempiti la bocca con il made in italy che in pratica consiste nel produrre scarpe, vestiti, mutande da donna e borsette, e ultimamente cuochi e cetrioli e sta uscendo alla velocità della luce dai settori che contano e che determinano l’importanza politica ed economica di un paese: l’alta tecnologia e dai settori scientifici di base da cui tutto parte.
    Una classe politica inadeguata, composta da ebeti, ha portato l’Italia in questa situazione e la classe politica attuale, la peggiore di sempre , sta concludendo il percorso basta guardare le idiozie che stanno facendo il liceo del Made in Italy, la ciliegina sulla torta,
    Intanto i cervelli quelli veri se ne vanno.

  2. Formare un laureato per giunta a questo livello costa al sistema scolastico ITALIANO 1.000.xxxxxxx….. Regalare la sua formazione a paesi stranieri è da folli.
    Regaliamo anche l’indotto che uno come lui genera.
    Ma ai nostri politicastri non interessa nulla perché loro pensano alla loro CADREGA.
    La cosa più preoccupante è che Non si vedono segnali di inversione di questao modo di macellare il Merito e le capacità

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