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“Ma quali bici a pedalata assistita, quelli sono motorini a 40 km/h. Ecco i video dei sorpassi”

Due video ripresi da una telecamera a bordo della bici immortalano altrettanti sorpassi – uno lungo la passeggiata di Villa Olmo a Como, l’altro sulla Regina Vecchia – compiuti da mezzi definiti in teoria bici a pedalata assistita che però sfrecciano a velocità decisamente più adeguate a un motorino. E’ la segnalazione di un nostro lettore che, forte anche del video che vedete qui sotto, esprime fortissimi dubbi sulla regolarità di quei mezzi rispetto al Codice della Strada e auspica maggiori controlli mirati da parte della Polizia locale. Alleghiamo di seguito il video e il testo integrale. [Per segnalazioni, lettere, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp di redazione 335.8366795]

Sarebbe bellissimo se anche la municipale del Comune di Como, come fanno altre città, dirottasse parte dei suoi sforzi per gestire il problema dei numerosi motorini elettrici (fatti passare per bici a pedalata assistita) che solcano le strade di Como, invadendo spesso le aree pedonali. Sono motorini elettrici totalmente privi di targa e quindi immagino di assicurazione. Essendo i mezzi tipicamente prediletti dai rider e i cittadini extracomunitari, immagino che in caso di incidente siano anche quelli meno capaci di risarcire di tasca loro i danni causati. Non intervenire è un grosso danno per la comunità.

Ma rammentiamo cosa dice la legge in merito alle bici a pedalata assistita. Il comma 1 dell’art. 50 del Codice della Strada recita: “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW, o di 0,5 KW se adibiti al trasporto di merci, la cui alimentazione e’ progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare. I velocipedi a pedalata assistita possono essere dotati di un pulsante che permetta di attivare il motore anche a pedali fermi, purché con questa modalità il veicolo non superi i 6 km/h. (163)”

Inoltre, il comma 2-bis del medesimo articolo chiarisce che: “I velocipedi a pedalata assistita non rispondenti ad una o più delle caratteristiche o prescrizioni indicate nel comma 1 sono considerati ciclomotori ai sensi e per gli effetti dell’articolo 9”.

Ora, se osserviamo la realtà delle cose e teniamo a mente i due commi dell’art. 50 del Codice della Strada, è lampante che ci siano orde di veicoli non targati per le strade di Como che non vengono sequestrati prontamente dalla municipale e i cui conducenti non vengono sanzionati. Questi conducenti girano impuniti per Como, anche nelle vie più centrali e pattugliate. Se solo alla municipale fossero solerti con questi soggetti come lo sono stati con i monopattini islandesi (quelli celesti, per intenderci), vivremmo in strade più sicure. È difficile trovarli? Io ne vedo a decine. Solo ieri mattina ne ho trovati due in neppure 20 minuti di percorso: uno sulla passeggiata di Villa Olmo e il secondo che percorreva la Vecchia Regina.

Vi allego un video per mostrarvi di cosa parlo, perché altrimenti non ci si crede. Osservate quanto pedala il ragazzo in questione percorrendo la passeggiata di Villa Olmo (vi anticipo io: mai); il secondo invece fa finta di pedalare, ma si muoveva almeno a 35/40 km/h.

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15 Commenti

  1. Altri quotidiani on line tempo fa dettero la notizia della vittoria di uno di questi vale rossi contro la contestazione della Locale che contestava l’installazione di dispositivi di “sblocco” su queste biciclette elettriche ed equiparando il mezzo ad un ciclomotore, con relative contestazioni, ovvero guida senza patente, senza assicurazione e senza immatricolazione. Il giudice di pace ha annullato tutto. A Milano e Napoli utilizzano i rulli della Motorizzazione quando disponibili. A Como andrebbe fatto il controllo che so, col telelaser di questi mezzi: se ti misuro una velocità in piano o in salita spropositata sia rispetto al mezzo che al conducente ti contesto i verbali di cui sopra..

  2. Non penso sia un’idea folle. Una targhetta identificativa di piccole dimensioni da apporre al telaio aiuterebbe anche a contrastare il fenomeno dei furti.
    Se vuoi la bici, registri marco e modello con la tua targa e se uno viene fermato con una bici non sua allora l’ha rubata.
    L’assicurazione invece dovrebbe essere obbligatoria per tutti, perché lo scemo che attraversa senza guardare lo si trova sempre e la responsabilità ricade al 99% sul conducente del mezzo.
    Parola di ciclista.

    1. Il giorno in cui dovrò targare e sottoporre ad assicurazione la mia MTB, il tutto per pedalare sulle nostre Prealpi e nei nostri boschi, sarà il giorno in cui abbandonerò (io come tanti altri) la bicicletta.

      Imporre balzelli al pedalare, in una nazione non certo strabordante di benestanti peraltro, è il miglior modo per disincentivare l’uso di un sano strumento ludico e di trasporto, la bicicletta appunto, la cui diffusione deve già oggidì lottare contro l’imperante cultura dell’auto.

      1. Basta aumentare le tasse sulle auto e ridurre quelle sulle bici. Anche sulle Alpi puoi causare danni con la bici. Avere un’assicurazione è un dovere. Poi dai ciclista immagino non le abbiano mai rubato la bici. Altrimenti concorderemmo entrambi che vanno targate

        1. Da dove giunge questo desiderio diffuso di tassare e assicurare ogni aspetto della nostra esistenza su questo pianeta? È una linea che trovo inquietante, in sincerità.

          Secondo lei inoltre una targhetta apposta alle bici ne eviterebbe il furto? In quale film di fantasia?
          Rubano anche i camion, figuriamoci le biciclette. Queste ultime inoltre saranno sempre enormemente più soggette a furti dato il loro ridotto peso e ingombro, rispetto ad un mezzo a motore.
          Sognando cose impossibili finiamo per mettere infiniti legacci alle nostre libertà, io vi rifletterei sopra a dovere.

  3. Ma queste non sono biciclette, come può vedere dal video il “ciclista” non ha dato neanche un colpo di pedale, ha un acceleratore, quindi il veicolo è a tutti gli effetti un ciclomotore elettrico. Andrebbe targato, assicurato, bollato e guidato con patentino e casco omologato.

  4. Capisco non si possano dedicare molte pattuglie a questo specifico compito, ma da ciclista (con bici assistite e non) mi sono sempre domandato come una pattuglia che vada incrociando per caso una bici assistita palesemente modificata non possa fermare il mezzo per un controllo.
    Possibile queste bici modificate siano sotto gli occhi di tutto tranne, questo il sentire comune (giusto o sbagliato che sia), delle forze dell’ordine?

    Spero inoltre che, come spesso accade, non si passi dalla noncuranza a soluzioni draconiane e indiscriminatamente punitive, vedi i “pruriti” di alcune figure che godrebbero nel rendere obbligatoria targa e assicurazione per *tutte* le biciclette, una idea chiaramente folle.

  5. Sono tutti mezzi illegali, il CdS prevede il sequestro!
    Ne circolano veramente tanti, in mano soprattutto ad extracomunitari riders …. Ovviamente il sindaco ripeterà la solita litania, ha solo quattro pattuglie, non possono essere ovunque …. e l’ illegalità dilaga

  6. Ma hanno pensato a come fare verifiche su questi mezzi? Potenze e velocità pazzesche ma continuano a chiamarle biciclette. Sarà meglio svegliarci prima che accada il peggio e soprattutto una “Zona pedonale” deve restare tale senza eccezioni per ogni tipo di bicicletta, si va a piedi.

    1. Non é così, le biciclette possono circolare anche in area pedonale a meno che con apposita segnalazione sia vietata

      il Codice della Strada, Articolo 3, Comma 1, Punto 2 dice:
      “Area pedonale: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i VELOCIPEDI e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacita’ motorie, nonche’ eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocita’ tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali.”

  7. Purtroppo quel tipo di bici a ruota grossa da 20″ è uno dei modelli più economici presenti su internet e vi arriva a casa già sbloccato: dal pannello di controllo si modifica comodamente la velocità a cui interrompere l’assistenza. Anche i kit di conversione consentono di impostare velocità superiori a 25 km/h. Comunque ritengo giusto multarli, ma anche bloccare la vendita delle bici non a norma, oppure venderle esattamente come i ciclomotori, con immatricolazione ecc…

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