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VIDEO Alberto, dopo la vittoria contro il Covid: “Bene riaprire ma attenzione, si rischia la vita per una passeggiata”

Di Alberto Cerea, bancario comasco 62enne in pensione e ricoverato all’ospedale Valduce per Coronavirus, avevamo dato notizia nelle scorse settimane grazie a un video messaggio in cui raccontava la sua esperienza e chiedeva ai cittadini di non uscire.

VIDEO Il racconto di Alberto: “Il Coronavirus è l’inferno. Non uscite, è pesante. Il Valduce mi ha salvato” 

Oggi, ospite a ComoZero VideoTalk, Alberto ci racconta con relativa serenità (e notevoli miglioramenti di salute) come sta affrontando la malattia. Al momento, infatti, si trova in riabilitazione nella Clinica Ortopedica e Fisiatrica di Lanzo d’Intelvi per trascorrere il periodo di quarantena, non potendo ancora tornare nella sua abitazione.

“La riabilitazione fisica è molto importante, è una grande possibilità avere queste strutture per il recupero a livello polmonare e muscolare – spiega Alberto – Per poter tornare a casa bisogna avere due tamponi negativi, quando sono uscito dal Valduce il primo era moderatamente positivo ma poi sono passato a uno totalmente positivo, oggi sto aspettando i risultati di quello fatto ieri. Se fosse negativo me ne faranno un altro, per cui dovrò avere ulteriore conferma. Se sarà positivo, dovrò stare qui un’altra settimana per poterne fare un altro”.

Nonostante la brutta esperienza, Alberto non si è mai perso d’animo e ce la sta mettendo tutta per uscirne al meglio. “Ogni giorno facciamo mezz’ora di riabilitazione al mattino, specifica per la respirazione e i muscoli – racconta Alberto – Al pomeriggio, poi, possiamo andare in una piccola palestra per fare cyclette o altri esercizi. Da quando sono arrivato a oggi, c’è stato realmente un recupero e mi sento migliorato”.

Infine, Alberto rilancia il proprio appello ai cittadini di prestare la massima attenzione nelle uscite, ancora più importante in vista della fase 2.

“Oggi voglio ribadire un monito, un’attenzione molto particolare a ciò che sta succedendo – così Alberto – Capisco che si debbano riaprire le attività perché la parte economica è importante per le aziende, per le persone in cassa integrazione e per chi non può chiedere aiuti allo Stato. D’altra parte, ci sarà una frenesia e una voglia di uscire che però deve essere soppesata. Stare bene oggi, mi può fare stare molto male domani”.

“Tantissima gente pensa “non potrebbe mai succedere proprio a me”, io l’ho pensato ma mi è capitato – conclude – Se domani torniamo alla promiscuità che c’era prima del lockdown, i rischi aumenteranno. Per una banale passeggiata, si rischia la vita. Il Governo dà dei limiti alle uscite e alle riaperture delle attività, quindi significa che il rischio di contatto si traduce ancora in rischio di contagio. Io l’ho vissuto, ho passato giorni bruttissimi che segnano nel fisico e nella psiche. Una banalità può costare molto, quindi bisogna fare attenzione”.

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Un commento

  1. Chiunque abbia fatto questa terribile esperienza dice chiaramente di stare molto attenti. Poi abbiamo un Renzi che oggi in Parlamento dice “ La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire”.
    Che dire, non so se essere più disgustato o indignato da simili personaggi.

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