No, non c’è una linea Maginot tra Como e Cernobbio, anzi. Ciò che il torrente Breggia divide, “Villa Erba unisce”.
O, quantomeno, dovrebbe unire.
Insomma, con ecumenica e, va detto, sincera volontà, il presidente appena confermato al prossimo triennio della casa che fu di Visconti, Filippo Arcioni, dallo scrigno estrae il progetto più grande degli ultimi anni. Un ritorno maestoso dei concerti internazionali, degli eventi culturali di altissimo livello. Sogna un palco, Re Filippo.
Con ordine. I fatti questo giornale li ha raccontati allo sfinimento. Cultura? Cernobbio caput mundi, Como sorellina infelice, pur capoluogo, e non molto intuitiva circa il potenziale turistico del territorio. Poi l’epidemia e ci siamo trovati tutti biotti.
Presidente, come va?
“Va che cerco di dare un volto nuovo a Villa Erba che, dallo scorso anno, si occupa di cultura, non come operatore o mecenate, ma facendo chiarezza sulla propria identità. La Villa è strumento per cultura e eventi e i privati possono trarne vantaggio”.
Interessante. Chiarisca.
“E’ un’operazione di marketing vera e profonda. Prenda due temi nostro cardine negli ultimi anni: il cinema con il Lake Como Film Festival, e l’ambiente con Lake Como Waves. Possono diventare il centro di eventi e fiere”.
Durante l’assemblea dei soci di fine mandato, era giugno, lei ha parlato di “chi attacca la strategia di Villa Erba in merito alla tipologia degli eventi ospitati”. Ecco, chi attacca?
“Alcune opposizioni del Comune di Como dicono che non è rispettato l’oggetto sociale relativo alle fiere. Non è vero, congressi e fiere rappresentano il 70% del fatturato. E’ vero, facciamo anche matrimoni, ma sono un complemento in periodi non di interesse fieristico come fine luglio-settembre. E dico anche che non abbiamo tradito lo Statuto facendo cultura visto che si parla anche di attività sociale”.
Due anni record, ora?
“Ora un altro record ma negativo. Mi tocca la palma dell’anno migliore e, con il Covid, il cilicio dell’anno peggiore”.
Riuscirete a scavallare l’epidemia?
“Abbiamo liquidità sufficiente per non licenziare il personale e mantenere la struttura”.
Intanto l’estate 2020 vede Villa Erba e il Comune di Cernobbio svettare come capofila tra eventi e cultura mentre l’amministrazione di Como arranca.
“Villa Erba non è solo di Cernobbio ma della comunità. Il torrente Breggia divide i due Comuni, Villa Erba li unisce. Abbiamo eventi con Aslico, per esempio. L’amministrazione di Como è comproprietaria dell’Ente, sarei solo felice allestisse proprie iniziative”.
Non lo fa, deduco.
“In questi giorni con il Festival della Musica uniamo Villa Olmo, Grumello e finiamo a Villa Erba. Un significato positivo. Poi spero l’assessorato alla Cultura di Como organizzi cose qui, è roba anche sua, No? C’è sempre una prima volta”.
Intanto la città perde eventi e voi li prendete. Pensiamo al Lake Como Film Festival.
“E’ un tema che supera la responsabilità dei soli enti pubblici. Cosa fa tutta Como per tenere vivi i progetti culturali? Allarghiamo l’orizzonte oltre il Comune, pensiamo a tutte le istituzioni e ai privati. Servono aziende che utilizzino la cultura come veicolo promozionale. Io devo ringraziare Intesa San Paolo per il sostegno al cinema e Fondazione Cariplo per quello al Festival della Musica. Ma se non arriveranno altri soggetti, anche tramite il fundraising, dovrò spostarmi su Milano in cerca di aziende che sostengano gli eventi da noi”.
Galoppatoio, c’è profumo di novità. Che succede?
“E’ un incompiuto che voglio portare a termine. E’ la più importante superficie pubblica affacciata sul lago: 27mila metri quadri. Opportunamente attrezzata deve ospitare grandi spettacoli, eventi musicali e sportivi”.
Manca un palco.
“Escluso quello galleggiante, troppo problematico, abbiamo il progetto per una struttura modulabile in grado di accogliere tutto: dal piccolo concerto jazz al grande evento pop o lirico con qualche migliaio di posti a sedere, torri sceniche, sottoservizi”.
Tornerebbe la grande stagione della musica. A che punto siamo?
“Ci sto lavorando, il progetto c’è, col Covid si è fermato tutto ma gli enti pubblici sono d’accordo”.
Sento aria di però.
“Ci sono anche Sovrintendenza e Beni Ambientali, non vedono di buon occhio un palco”.
E’ un no definitivo il loro?
“No, un parere preliminare. Vogliamo spiegare loro la finalità sociale del progetto”.
Fattibile in quanto?
“Nel prossimo triennio”.
Costo?
“Sopra il mezzo milione”.
Seducente ma ce la farà?
“Il mio lavoro è gestire aziende e farle andare bene. Non voglio lottare coi mulini a vento, se non ci sarà condivisione su un progetto così importante, per quanto certamente necessario, lascerò perdere”.
Un commento
Arcioni confonde proprietà e partecipazione alla società di Villa Erba da parte del comune di Como
Sulla valutazione pregiudiziale posta da Civitas in consiglio comunale lui somma erroneamente i numeri dei congressi a quelli delle fiere in modo non proprio corretto: le legge Madia che regola la partecipazione dei comuni alle società partecipate indica che l’attività fieristica (e solo quella, non anche i congressi!) deve essere prevalente, cosa che non si verifica per la società villa Erba. Quindi il comune di Como come conseguenza dovrebbe uscire dalla societa villa Erba mantenendo naturalmente la conproprietà.