La condanna senza appello per piazza Cavour è arrivata nei giorni scorsi ad opera del noto architetto comasco – e membro della lista Civitas – Ado Fanchini.
Un giudizio, su quello che da sempre è considerato come “il salotto buono della città”, senza scampo, e che definisce di una “bruttezza” rara e “tra le più insulse d’Italia” (qui l’articolo).
Una bocciatura che rispolvera un tema che attraversa il dibattito comasco ormai da lustri e che ancora oggi, con il vicino cantiere delle paratie ormai in una fase avanzata dei lavori, ha scatenato immediate prese di posizione su più fronti.
Durissima quella di Robert Anthony Webber, general manager dell’hotel Barchetta Excelsior che si affaccia proprio su piazza Cavour, che ci ha raccontato cosa ne pensa.
L’architetto Franchini l’ha definita una delle più insulse piazze fronte-lago d’Italia, fatta di cespugli, fontanelle improbabili e alberi piantati a caso. Cosa ne pensa lei dal suo osservatorio in primissima linea?
Ci troviamo di fronte a uno spazio disomogeneo e senza una logica. Così appare inevitabilmente questo spazio a chi lo osserva con un minimo di occhio critico. E gli elementi da sottolineare sono molteplici. Parto da quello più evidente, sotto ogni punto di vista: l’illuminazione. Siamo nella città di Alessandro Volta e in piazza Cavour ci sono dei lampioni orribili che producono una luce orribile. Sembra di essere in autostrada o in un’area di sosta o fuori da un autogrill. Non è accettabile per la bellezza del luogo in cui ci troviamo e per il fatto che sia la città di Volta.
Dunque una bocciatura netta. Anche Adria Bartolich, candidata sindaco proprio della lista Civitas ha detto come ormai piazza Cavour abbia assunto le sembianze di un grande cortile più utile ad esercitazioni ginniche. E le stroncature sono state molteplici.
Appare proprio come uno spazio improvvisato, disorganizzato e senza una guida alle spalle. Anche sul fronte del verde non ci siamo proprio. Faccio solo un esempio: ci sono degli alberi ad alto fusto che, nel nostro caso, ostruiscono anche la visuale di alcune camere d’angolo dell’hotel. Ora, capisco che possa sembrare un discorso di parte, ma a me pare di poter dire che la bellezza di piazza Cavour, così come di analoghi luoghi in riva al lago, risieda proprio nel meraviglioso affaccio sul Lario. Mi domando allora come sia possibile pensare, a prescindere dall’attività che si esercita, porre in luoghi come questo degli ostacoli che impediscano un’ampia visuale.
Anomalie anche sul fronte del verde, pare di capire.
Certo. Non comprendo come si possa creare un’architettura verde così improvvisata. Ci sono tre siepi diverse tra loro. Ci sono piante di alloro, degli oleandri. Insomma una grande confusione. Una situazione spiacevole perché questo dovrebbe essere un fiore all’occhiello. Si parla sempre, va ricordato, del cosiddetto “salotto buono della città”.
Intervenire però potrebbe magari comportare dei costi troppo elevati?
A mio parere si potrebbero studiare degli interventi ad hoc senza immaginare delle spese eccessive. Si tratterebbe di cominciare pensando a come dare una sorta di omogeneità all’intera area. Un punto di partenza innanzitutto credo sia proprio l’illuminazione che è uno degli elementi fondamentali, per poi passare a tutto il resto, occupandosi delle aree verdi e dei piccoli interventi di giardinaggio.
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Per non parlare dello squallore delle biglietterie dei Tasell…
Veduta da paesi dell’est anni 70