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Cronaca

Como, traffico di rifiuti dalla Campania. Come la Polizia Locale ha stanato i “furbetti del pattume”

“La Polizia Locale non si occupa solo di divieti di sosta e multe. La nostra unità specializzata in tutela de territorio e dell’ambiente ha giocato un ruolo molto importante nell’indagine nazionale su un traffico illecito di rifiuti esteso a tutto il territorio Italiano che ha toccato anche Como”.

Così il comandante dei Vigili, Donatello Ghezzo, ha aperto la conferenza stampa di oggi presso il comando di Como, presentando i dettagli dell’attività investigativa della Polizia Municipale nell’ambito dell’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che ha portato all’arresto di 2 comaschi con l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti, tra gli 11 finiti in manette in tutta Italia.

Nel 2017, infatti, l’Unità Specialistica Tutela del Territorio e dell’Ambiente (USTTA) della Polizia Locale di Como ha cominciato a monitorare l’attività anomala di SMR Ecologia, ditta di smaltimento e trasporto rifiuti, basata in località la Guzza (ec Econord).
Gli agenti, come spiegato dal Commissario Marialuce Benedetti, hanno inizialmente rilevato ingenti carichi di rifiuti in arrivo presso l’impianto della società, arrivando a toccare le 7mila tonnellate contro le 3mila autorizzate.

Tra il 2017 e il 2018, la Polizia Locale ha potuto poi tracciare lo spostamento dei rifiuti accumulati ad Albate che, invece di essere smaltiti presso impianti regolamentari e legali in tutto il territorio nazionale, venivano portati a Varedo, nel milanese. Qui venivano  scaricati illecitamente sul terreno dell’ ex Snia, un’area industriale dismessa che si estende per migliaia di metri quadrati.

Il traffico di rifiuti ha coinvolto anche la ditta Salcon Sas di Como, priva di autorizzazioni necessarie per il trattamento di rifiuti ma scoperta in possesso di 800 tonnellate di spazzatura analoga a quella stoccata da SMR.

Dopo aver tracciato il traffico di camion da Albate a Varedo, la Polizia Locale ha poi scoperto di star conducendo un’indagine parallela a quella della DDA di Milano con i Carabinieri Forestali. Come spiegato dal commissario, i rifiuti provenivano da comuni della Campania e dalla Provincia di Como.

“Gli elementi raccolti dall’unità della Polizia Municipale ha contribuito alla costruzione del castello accusatorio della DDA e agli arresti condotti nei giorni scorsi” ha commentato il Commissario Aurelio Giannini, auspicando una maggiore integrazione tra i database di Polizia di Stato e forze locali, oltre che a possibilità di azione oltre il territorio comunale, per facilitare operazioni analoghe a quella di Albate.

Proprio su questo punto, il comandante Ghezzo ha anticipato un progetto di Regione Lombardia per facilitare l’azione delle polizie locali: “La Regione ci ha voluto coinvolgere nella predisposizione di nuclei di sicurezza urbana e dei tutela dell’ambiente di natura sovracomunale, incentivando la cooperazione tra forze di polizia. Il traffico di rifiuti scoperto dimostra come spesso sia necessario uscire dal territorio del proprio Comune”.

“Questo è il risultato di una piccola squadra che ha fatto un grandissimo lavoro – ha concluso l’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti – tutto grazie all’intuizione di quattro agenti che poi si è rivelata calarsi nel contesto di un’operazione ancora più grande, su tutto il territorio nazionale”.

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