Non si può mai dare per scontato che una mostra annunciata come grande, poi lo sia davvero.
Anzi, in molti casi del grande nome sbandierato sui manifesti ci sono sì e no un paio di opere. E tutto il resto sono schizzi e bozzetti (nel migliore dei casi) o opere dell’allievo o del vicino di casa o la tazza in cui l’artista faceva colazione al mattino e cose così (nei casi più tragici, che sono poi i più frequenti).
TUTTE LE IMMAGINI: CARLO POZZONI FOTOEDITORE
Invece la mostra “Manlio Rho. Il senso del colore” (anticipata in anteprima su queste pagine) inaugurata stasera al Museo della Seta mantiene tutte le promesse fatte in questi mesi e, forse, va addirittura oltre. E’, insomma, la mostra di ricerca, ricca di pezzi inediti e di pezzi già noti (ma raccontati da un punto di vista davvero sorprendente, non lo sveliamo) che speravamo di vedere.
Poi stasera, come in ogni inaugurazione che si rispetti, è stato anche il momento dei ringraziamenti.
A fare da padroni di casa, di fronte a un pubblico numerosissimo (tra cui si nascondeva anche lo scenografo di fama internazionale Ezio Frigerio, foto nella gallery in fondo al pezzo), il Direttore del museo Paolo Aquilini e la Presidente Bianca Passera, oltre ai curatori Francina Chiara e Luigi Cavadini (ex assessore alla Cultura, giunta Lucini: qui sotto, nella foto, stretto in un inatteso abbraccio con il successore: Simona Rossotti) e la famiglia Rho.
E proprio la presidente, nell’introdurre l’assessore alla Cultura Simona Rossotti ha sottolineato come la sua presenza fosse “il segnale che la città comincia a puntare gli occhi su una realtà piccola come il Museo della Seta, che poi tanto piccola non è dal momento che chiuderà l’anno con circa 10mila visitatori”.
Tutto finito? Applausi di rito e poi tutti a visitare la mostra? Non proprio. Perché, dopo aver portato i saluti di rito del sindaco, della giunta e di tutto il Consiglio (rappresentato dalla presidente Anna Veronelli intenta a immortalare tutto attraverso il suo inseparabile smartphone), dopo le riflessioni sul turismo in crescita e sulla necessità di creare sinergie in campo culturale, a mezzo secondo dall’applauso finale, ecco la frase che dice tutto senza dire niente “Io e la signora Passera abbiamo un sogno in comune e stiamo lavorando perché si concretizzi”.
Applausi – grazie – arrivederci.
Eh no! Intercettata la (influenzatissima) Simona Rossotti la domanda s’è fatta d’obbligo.
Di che sogno si tratta? Ha per caso a che fare con una nuova sede per il Museo della Seta e, magari, con un posto che comincia per S?
No no, lei vuole sapere troppo!
E scappa via (ridendo).
Non resta che vedere la mostra allora. Ma nella prima sala, appena dopo l’autoritratto di Rho, cosa trovo? “Il progetto di intervento sulla facciata del Locale Caldaia della Tintoria Comense”.
La Santarella, insomma. Un caso, ovviamente. Però è un sogno nel cassetto da un bel po’. E comincia per S.
GALLERY, LA MOSTRA
4 Commenti
Ottima idea la Santarella per il museo della seta!! Finalmente una proposta degna
Vedere abbracciati Cavadini (quello che ha distrutto la cultura a Como) e Rossotti (quella che, venendo da Cuneo, forse ci ha fatto il militare come Totò e poi è venuta qui e ha prodotto il mostruoso infopoint) mette davvero i brividi. Meglio che Como lasci stare la cultura e pensi ad affittare ville agli indiani.
Sarebbe bellissimo, dopo tanti, troppi abbattimenti ( ancora piango sulla palazzina liberty di Camerlata). Ci spero fortemente
Alla Santarella ? Perché non sulla Luna ? Parliamo con i fatti non con le (ormai troppe) parole !