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FOTO – Il cuore di Jago, i comaschi e il cenacolo di Musa, Munari di Malacrida, la Libertà di Greco: immense luci d’arte con Città dei Balocchi (e gli appunti segreti)

Con le ultime proiezioni, nell’ambito di Città dei Balocchi  è al completo il progetto #INTANGIBLE (LE FATICHE DELL’ARTE E DELLA SUA BELLEZZA)

Città dei Balocchi ha diffuso gli appunti da dialoghi e ragionamenti tra Fabrizio Musa e Chiara Rostagno, cioè la genesi dell’enorme lavoro:

La realizzazione di una “sezione artistica”, in una circostanza gioiosa come la “Città dei Balocchi”, ha un fine molto semplice: è un omaggio alla città e alle persone. L’idea, è quella di permettere alle persone di intraprendere un viaggio sentimentale nei luoghi del quotidiano e del patrimonio che sentiamo appartenerci. Gioia, affetto, orgoglio, leggerezza, memoria, consapevolezza e commozione: abbiamo deciso di lavorare, da un lato, su un pentagramma di emozioni che potesse essere un terreno comune e, dall’altro, su una serie di luoghi che potessero esse-re per tutti familiari, ma anche capaci di stupire.

L’obiettivo è quello di ispirare “meraviglia”, di lavorare con l’effetto wonder di cui l’arte è capace … per passare dall’osservazione, alla visione e, alla fine, al sogno. Del resto, una città vestita a festa attraverso immagini e luci, non è una pura e meravigliosa illusione? Durante il lockdown tutti abbiamo compreso come, nelle relazioni umane e nell’arte, siano l’intenzione e la profondità dei sentimenti ad avere valore, non so-lo la tangibilità materiale.

Per questo motivo un gruppo di artisti, composto da Andrea Greco, Jago, Massimo Malacrida riunitosi attorno a Fabrizio Musa, ha deciso di dedicare la propria opera alle persone, in questo Natale di ri-nascita. Io ho seguito le loro idee e, assieme, abbiamo compreso come conformarle alle necessità, cercando di far sì che anche ogni difficoltà fosse – in fondo – una circostanza creativa.
Ogni opera, come accade nella vita, ha avuto le sue necessarie contrarietà, e questo le rende più autentiche e aderenti alla realtà.

Come l’Apparato circolatorio di Jago, che non potendo pulsare sul fronte di Porta Torre, sarà trattenuto in un fotogramma all’interno del corpo dell’edificio per esplodere e poi pulsare (finalmente!) sui nostri dispositivi. Così come L’Ultima Cena di Fabrizio Musa, che dialoga con la mole dell’abside del Duomo, con le sue asperità materiali i suoi volumi, accettando l’inevitabile differenza tra reale e ideale, così come accade nel rapporto con la spiritualità.

Anche nelle biografie creative della città, Fabrizio ha dovuto “soffrire” nel conte-nere il suo tributo alle figure che il supporti tecnici hanno imposto, vivendo in prima persona la difficoltà di definire il limite tra il ricordo e l’oblio. “Sempre Libera”, di Andrea Greco affronta la sfida di dare un corpo alla musica, a lungo e ancor oggi negata. In alcuni momenti della giornata, il Teatro che la ospita sul fronte la sprigionerà anche fisicamente, in altri verrà resa necessaria-mente tangibile attraverso i nostri dispositivi: perché possa essere comunque “sempre libera”. Massimo Malacrida con Melissa Rigamonti assieme alle classi 4 e 5 della Scuola Primaria “Bruno Munari” di Cantù, hanno piantato un “Bosco immaginario” in Piazza Volta, popolato di fantasia e di gioia e di vita. I bambini, hanno gioiosa-mente invaso lo spazio lasciato libero dalle giostre abituali di Piazza Volta e ci aiuteranno a capire (come diceva Bruno Munari) che “Il pensiero pensa, l’immaginazione vede”.
E’ una metafora della vita: nelle fatiche dell’arte, c’è il segreto della sua bellezza!

GALLERY SFOGLIABILE (FRECCE LATERALI)

LE OPERE

#INTANGIBILE (INTANGIBILE / TANGIBILE)
PORTA TORRE
Apparato Circolatorio
Jago

DUOMO DI COMO (abside)
The Last Supper.txt
Fabrizio Musa

PIAZZA DEL POPOLO
Comum Portaits.txt
Fabrizio Musa

PIAZZA VOLTA
Tributo a Bruno Munari
Massimo Malacrida

TEATRO SOCIALE
Sempre Libera
Andrea Greco

#INTANGIBLE (LE FATICHE DELL’ARTE E DELLA SUA BELLEZZA)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Premesso che tutte le proiezioni della città dei balocchi sono un attentato al buon gusto (salvo solo quelle sul Teatro Sociale), la cosa che più mi stupisce è la mancanza totale di una visione d’insieme del progetto da parte di chi lo organizza. Si passa dalle immagini super kitsch a tema natalizio in Piazza Duomo e piazza San Fedele, a queste proiezioni estemporanee di artisti (o presunti tali) che poco hanno a che fare col Natale.

    Ci tengo a sottolineare che l’idea di dare vita alla città con delle proiezioni mappate durante il periodo Natalizio è ottima, ma bisognerebbe rivolgersi a dei professionisti che si occupano esclusivamente di questo per evitare dei pasticci del genere.

  2. Ma sono solo io che non arrivo a capire il valore artistico di questa diapositiva definita il “cuore di Jago” ??? Ed il valore artistico di proiettare luci colorate sui più bei monumenti di Como ???

    Ah già, dimenticavo chi è l’editore di questo sito…

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