Candidatura al prestigioso premio Compasso d’Oro 2024, l’Oscar italiano del design, per l’allestimento della mostra “Universo Parisi. I vetri e le ceramiche di Ico e Luisa” inaugurata lo scorso dicembre presso la Pinacoteca Civica e terminata lo scorso maggio.
Una mostra che non solo ha riunito un centinaio di pezzi, appartenenti alle collezioni civiche e a diverse collezioni private, realizzati da Ico Parisi e dalla moglie Luisa Aiani tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, ma che ha saputo immergere queste opere in un’atmosfera che è lei stessa una piccola opera d’arte, frutto di un pensiero e di una riflessione profondi che hanno permesso a questo allestimento di ricevere la “nominarion” al massimo premio italiano per il design.
A idearlo, con il sostegno del Comune di Como e dei Musei Civici, in stretta collaborazione con la curatrice della mostra Roberta Lietti, sono stati due giovani architetti comaschi, di nascita e d’adozione, Giacomo Brenna e la moglie, di origini portoghesi, Cristiana Lopes, titolari dello studio Lopes Brenna Architetti a Chiasso, già vincitori di diversi premi internazionali e docenti di architettura tra Mendrisio, Genova e Milano.
“Per realizzare questo allestimento abbiamo ragionato su cosa volesse davvero dire mettere in mostra un oggetto d’arte – spiega Brenna – e per farlo abbiamo preso spunto da una frase del poeta Iosif Brodskij che, in “Fondamenta degli Incurabili”, parlando della luce invernale di Venezia, scrive che ‘L’unica ambizione delle sue particelle è quella di raggiungere un oggetto e di renderlo, piccolo o grande che sia, visibile. È una luce privata, la luce di Giorgione o del Bellini, non la luce del Tiepolo o del Tintoretto […] Un oggetto, dopo tutto, è ciò che rende privato l’infinito’”.
E proprio da questa riflessione sulla luce, e sul suo modo di svelare gli oggetti che sfiora e attraversa, è nata l’idea di questo allestimento in grado di valorizzare le opere attraverso uno sguardo inconsueto ”L’idea è stata quella di rielaborare la condizione della luce solare creando diversi tavoli circolari che, grazie a un movimento anch’esso circolare, potessero far passare le opere dalla luce alla penombra, fino all’ombra, come in una sorta di universi mai fermi”.
“Questa candidatura nella categoria Allestimenti è già di per sé un grandissimo riconoscimento – è il commento della curatrice della mostra Roberta Lietti, alla sua seconda ”nomination” dopo quella ricevuta per un’altra mostra dedicata a Parisi – noi siamo i più piccoli davanti a ‘mostri’ come il progetto di ristrutturazione del Museo di Volterra o nomi come quelli di Michele De Lucchi o Mario Cucinella e per questo, già essere parte di quel vero e proprio breviario di tutto il meglio del design dell’ultimo anno che è il Design Index 2023 pubblicato da ADI Design Museum-Compasso d’Oro è un’enorme soddisfazione”.