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Cultura e Spettacolo

Sogni e progetti di Fondazione Volta, tra cultura e sostenibilità. Levrini: “Motore culturale forte nelle piccole realtà di Como”

La Fondazione Alessandro Volta non si è fermata nemmeno quest’estate, nonostante il freno a eventi e iniziative causato dal Coronavirus.

Tra le attività proposte in città, infatti, spiccano quattro grandissimi concerti dal titolo “Portici in musica” che per il mese di agosto animano lo spazio sotto al Broletto, in collaborazione con il Conservatorio di Como e nell’ambito degli eventi “Estate 2020” del Comune di Como.

Quattro grandissimi concerti con Fondazione Volta e Conservatorio. Si parte col genio di Michael Jennings: il programma completo 

“In questo momento era importante dare un nostro piccolo contributo musicale alla città, in particolare in uno spazio significativo da un punto di vista storico – aveva affermato Luca Levrini, Presidente di Fondazione Volta – I portici del Broletto, nella storia e per secoli, hanno infatti rappresentato un luogo di incontro e confronto per la città, un luogo di dibattito per i comaschi per il bene della città. Uno spazio oggi da abitare e da valorizzare”.

Da due anni alla guida della Fondazione e a un anno dalla scadenza del mandato, il presidente Levrini fa il punto della situazione tra progetti realizzati, sogni ancora nel cassetto e una città con un cuore pulsante ma mani troppo spesso legate.

“Ho iniziato con l’ambizione più alta, ovvero quella legata alla valorizzazione del Tempio Voltiano – spiega – Il Tempio vive in un’area che deve essere ridisegnata e ha problemi strutturali che rendono al momento irrealizzabile il nostro progetto di valorizzazione. Ci siamo dati come termine il 2027, anno delle celebrazioni per i 200 anni dalla morte di Volta. Sono ottimista”.

“Quello di cui mi sono accorto in questi due anni è che un conto è vivere la città da cittadino semplice, un altro è entrare nei meccanismi dell’amministrazione, della politica, delle anime culturali – sottolinea – Nel momento in cui le vivi ti rendi conto di alcune cose. Ad esempio che esiste, da un lato, da parte di moltissimi un instancabile desiderio di fare ma che, dall’altro, ci sono grandi limiti che impediscono la concretizzazione di questi progetti”.

Limiti che, secondo Levrini, sarebbero legati alla burocrazia e all’economia.

“Fondazione Volta si è sempre adoperata per essere un elemento di convergenza e necessaria condivisione, premessa necessaria del fare – spiega – Ma poi ogni progetto si scontra inevitabilmente contro la macchina comunale nella quale anche gli stessi dirigenti si scontrano con una burocrazia del timore, quella che tende a non fare per paura delle conseguenze”.

“Per quanto riguarda l’aspetto economico, si tratta di un problema relativo che si pone solo quando si parla di grandi mostre – aggiunge – Gli indicatori della cultura del Sole 24 Ore segnalano che Como, negli ultimi anni, ha perso sì qualche posizione ma è all’undicesimo posto davanti a città come Brescia, Bergamo o Torino per numero di spettacoli. E questo significa che la nostra città ha nelle piccole realtà un motore culturale veramente forte. Quindi ben vengano bandi per finanziare eventi di piazza”.

Tanti i progetti che il presidente di Fondazione Volta intende realizzare e che toccano l’ambito ecologico, con iniziative culturali e legate alla mobilità sostenibile.

“La cosa che devo assolutamente realizzare è sdoganare il valore di Volta come precursore dell’ecologia con iniziative specifiche – spiega Levrini – a cominciare dalla partecipazione a We Planet, una mostra diffusa a Milano realizzata con grandi globi dedicati al tema della tutela del pianeta. Noi ne esporremo uno in Corso Como, un’occasione per valorizzare la nostra città e l’impegno nel sostenibile. E poi un evento sulla mobilità elettrica di cui Como potrebbe essere protagonista con i battelli elettrici e l’inaugurazione, entro l’anno prossimo, del museo dedicato alla Vis Comensis sotto il Liceo Volta”.

Ma non solo: previste infatti, per Fondazione Volta, anche le celebrazioni per il Bimillenario di Plinio Il Vecchio.

“Entro fine anno vorremmo istituire il comitato locale delle celebrazioni – aggiunge – Per il 2023 mi aspetto scintille dalla città. Ci sarà di certo una grande mostra e iniziative che coinvolgeranno non solo la Lombardia ma tutto il territorio nazionale, se non l’Europa, e Como deve per forza candidarsi a baricentro di queste iniziative”.

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