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“Tassa più alta al confine per lo shopping in Italia? Cara Svizzera, Como non ti teme. Qui risparmio e qualità al top”

Non sembra preoccupare eccessivamente i commercianti comaschi il previsto taglio dell’esenzione dall’Iva per gli acquisti fatti in Italia da parte dei residenti in Svizzera. Ne abbiamo parlato con Marco Cassina, presidente di Federmoda di Confcommercio Como (incarico che ricopre ormai da un decennio) e titolare del negozio Peter Ci in piazza Duomo.

“Di fatto si tratta di un riallineamento a quanto già avvenuto in Italia per il tax free – spiega Cassina – che è stato abbassato da 150 a 70 euro (in vigore dal 1° febbraio di quest’anno), ma la qualità del prodotto venduto qui in Italia e anche il discorso prezzo continueranno a fare arrivare clienti a Como dal Canton Ticino. L’idea del risparmio sull’acquisto è una spinta impossibile da rallentare. Venire a Como, nel nostro distretto dello shopping per l’acquisto non solo di abbigliamento, ma anche per fare la spesa, il food e la bellezza dei luoghi è ormai una tradizione consolidata. Qualcosa potrebbe cambiare, è vero, magari l’abbassamento da 300 a 150 franchi (a persona) spingerà gli svizzeri a venire qualche volta in più oltreconfine, oppure a non venire soli, in modo da dividere spesa e scontrini e risparmiare sul viaggio e sul parcheggio”.

Il provvedimento potrebbe però avere un effetto sulle frontiere, con rischio code e intasamento per le operazioni di dogana, come aveva denunciato il sindacato del personale doganale Garanto, che pochi giorni fa ha lanciato un allarme attraverso le pagine del Blick: “Ci aspettiamo un notevole aumento dei costi alla frontiera dall’inizio dell’anno”, aveva detto Daniel Gisler, copresidente del sindacato.

La prova del nove sulle possibili code ci sarà ai primi di gennaio, il 4 inizieranno infatti i saldi invernali in tutta la Lombardia. “Escluderei l’ipotesi di un blocco delle dogane, magari ci sarà qualche picco in qualche giorno di punta. Dalla parte italiana la procedura ormai è automatizzata a livello elettronico. Da quella svizzera si procede con un’autodichiarazione – dice ancora Cassina – potrebbe aumentare il numero delle fatture, per il motivo che indicavo prima, ovvero per le auto con più persone, nel caso tutti facciano acquisti per restare il più possibile nelle franchigie”.

Qualche difficoltà potrebbe scaturire almeno fino all’aggiornamento dell’applicazione QuickZoll che automatizza la procedura. Fino a quel momento i cittadini dovranno recarsi agli uffici doganali per importare le merci con l’aliquota ridotta. Situazione che potrebbe portare a un sovraccarico di lavoro per gli uffici. L’app QuickZoll è il mezzo digitale con cui i privati possono dichiarare autonomamente le merci importate per uso proprio o da regalare e di pagare direttamente le tasse doganali dovute. L’utilizzo dell’app, però, comporta l’accettazione della condizione che l’aliquota Iva dell’8,1 % viene applicata anche alle merci in realtà soggette all’aliquota ridotta del 2,6 % (in particolare derrate alimentari, alimenti per animali, medicamenti e libri).

Ricordiamo che la divisione degli scontrini tax free dovrebbe sempre riguardare acquisti diversi e in caso di marito e moglie, o familiari conviventi, potrebbe essere che non venga accettata la divisione e richiesto il pagamento dell’Iva. I controlli in frontiera ci sono, ma non sono capillari veicolo per veicolo e questo vale sia per gli acquisti fatti da svizzeri in Italia, sia viceversa.
“Ecco, diciamo a questo proposito, se posso – conclude Cassina – che gli svizzeri sono molto più bravi a non pagare, come previsto dalla legge, il 22% di Iva sugli acquisti fatti in Italia. Gli italiani che invece fanno shopping in Canton Ticino lo sono un po’ meno…”.

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