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Tfb di Albavilla. La Cisl attacca i Cobas: “Sparuto gruppo che tiene in ostaggio i lavoratori”

“Dalla Cisl solo un atteggiamento responsabile e a tutela dei posti di lavoro. Niente di nemmeno lontanamente paragonabile alla marcia dei 40.000 a Torino, impiegati e quadri che marciavano contro gli operai in sciopero”. La Cisl di Como torna sul caso di Albavilla dove il sindacato che si è schierato davanti all’azienda per bloccare un altro sindacato. Qui il racconto:

Epica operaia ad Albavilla: la Cisl “circonda” la ditta. Contro i picchetti dei Cobas

“In questo caso l’intervento della Cisl è stato chiesto dalla maggioranza degli autisti e degli operai addetti al montaggio che vedono messi in pericolo il loro posto di lavoro da un atteggiamento oppositivo a oltranza”, spiega Adria Bartolich, segretario generale della Cisl dei Laghi.

Il diritto di sciopero è tutelato dall’articolo 40 della Costituzione, evidenzia il segretario, “e va difeso fino in fondo. Certamente è un diritto di ogni lavoratore scioperare qualora ritenesse che venissero violati i suoi diritti. Il sindacato deve sostenere e supportare le ragioni dei lavoratori che vedono lesa la loro dignità . Lo sciopero, però, è uno strumento importante che i lavoratori hanno per fare valere le loro ragioni, ma non è un fine. L’obiettivo di un sindacato serio non può essere quello di scioperare bensì esercitare questo diritto tenendo conto delle compatibilità con la realtà in cui si colloca”.

“Se l’azienda rischia di essere in difficoltà e di perdere quote di mercato – spiega ancora Bartolich, di cui pubblichiamo il pensiero integrale – l’obiettivo del sindacato non può essere quello di aiutare l’azienda a fallire. E se uno sparuto gruppetto di persone che si autocostituisce sindacato pretende di tenere in ostaggio con scioperi continui la maggioranza dei lavoratori, ritardando le consegne e facendo perdere clienti all’azienda, che tra l’altro esce già da un periodo difficile – ed è proprio per questo che la cooperativa della quale fanno parte i lavoratori di Sol Cobas , la Logi-Lead , ha perso l’appalto perché chiamata a pagare una serie di penali per i ritardi accumulati nell’effettuare le consegne (nessuno è stato licenziato! ) – questo gruppetto non attua il diritto di sciopero. Semplicemente ne abusa. Tra l’altro essendo lavoratori di una cooperativa non hanno un rapporto di lavoro da dipendenti bensì sono soci lavoratori. Si tratta, quindi, di un rapporto tra due imprese, sebbene di natura diversa, nel quale i soci della cooperativa, per esempio, pressavano la seconda chiedendole di intervenire presso la loro “azienda” per innalzare loro livello di qualifica, cosa tra l’altro accaduta, perché l’azienda aveva concesso loro il passaggio di profilo seppur non supportato dal contratto nazionale e anche ingiustificato dalla professionalità dei lavoratori. Questa è stata, infatti, una delle ragioni delle agitazioni: innalzare alla qualifica di autisti anche i facchini e i montatori. Oppure la conferma di tutti i contratti a tempo determinato, a prescindere da una valutazione effettiva della qualità del lavoro svolto dalla persona: una stortura totale. Non mi inoltro sul piano del diritto ma ci sarebbe molto da dire. Ai tempi dei 40.000 eravamo dentro un sistema tutto sommato ordinato; qui siamo nel caos delle relazioni del terzo millennio. Il risultato è stato avere messo in difficoltà sia la cooperativa che l’azienda committente, la TBF. La priorità, soprattutto di questi tempi, per noi resta il mantenimento del posto di lavoro. Questo chiedono in primo luogo i lavoratori e le loro famiglie e la Cisl pensa che abbiano ragione. Per questo li supportiamo e sosteniamo nella loro azione”.

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