A tre mesi dalle elezioni comunali di Como, quando si candidò a sindaca per le liste Civitas e Bene Comune, e a pochi giorni dalle elezioni politiche, torna a far discutere una netta presa di posizione di Adria Bartolich. Si tratta di una lunga riflessione affidata al profilo facebook (la alleghiamo integralmente a centro pagina) ma che per la storica provenienza politica di Bartolich (la sinistra Pds/Ds ai tempi dell’elezione in Parlamento e dell’esperienza a Palazzo Cernezzi, poi la sinistra cattolico-sociale nella segreteria provinciale della Cisl) e per l’approdo di oggi (le speranze riposte nella possibile prima donna presente del Consiglio in Italia, ossia Giorgia Meloni, al di là della distanza su molte idee) certamente si inseriscono in un dibattito tutt’altro che solamente locale.
L’esordio della riflessione di Bartolich, in sé è già chiarissimo: “In tutta sincerità, pur non essendo mai stata di destra, sarei contenta se Giorgia Meloni diventasse presidente del consiglio demolendo una barriera che in Italia sembra insormontabile. Anch’io, come Ritanna Armeni, sono stupita anche alcune donne e femministe non riconoscano il valore simbolico che avrebbe per l’Italia il fatto che una donna per la prima volta nella storia del nostro paese, diventi presidente del Consiglio. Voterei una donna solo per questo? No, nell’espressione del voto non può contare solo l’appartenenza di genere, ma non si può fare a meno di constatare che i passi in avanti si fanno anche con l’apertura di nuove possibilità e l’acquisizione di posizioni elevate da parte di donne. Per la Meloni, così come per tutti, la valutazione sarà per quello che avrà fatto. Di per sé è comunque positivo che lei da donna sia segretaria di un partito e che si candidi per la presidenza del consiglio”.
Molti gli elogi rivolti alla leader di Fratelli d’italia con stoccata interrogativa al Pd dell’epoca di Renzi: “E’ intelligente, studia e si vede, ha una personalità forte e carismatica ed esperienza. Sinceramente trovo ridicole alcune osservazioni sul suo conto che la vedrebbero inesperta, in un paese dove l’inesperienza è stata assunta a valore assoluto e positivo – vi ricordate la rottamazione? – tra l’altro applicate ad una che fa politica da quando ha 14 anni, ha fatto il ministro e con alle spalle ben quattro legislature da parlamentare , nonostante abbia solo 45 anni , di cui una da vicepresidente della Camera. Forse una donna non è mai pronta?”.
E ancora: “Al di là delle valutazioni politiche di merito, considero la Meloni, uno dei due veri politici di questa campagna elettorale – gli altri sono al massimo amministratori – dove per politico vero intendo qualcuno che abbia una visione, sia consapevole degli effetti che vuole produrre e abbia una personalità che emerga dal piattume dilagante. Quest’ultimo aspetto vissuto con grande sofferenza e sospetto dalla cultura cosiddetta progressista, in quanto sintomo di volersi elevare sugli altri, e quindi da condannare. Solo di quella recente, però, quella storica è tutta un’altra faccenda : le avanguardie, infatti, per essere tali devono esprimere gli uomini (e le donne) migliori”.
Non manca qualche staffilata al suo campo storico di riferimento: “A sinistra pare però che questo fatto sia considerato positivo solo Ritanna Armeni e da me. Le donne di sinistra sono infatti parecchio impegnate a dimostrare quanto la Meloni rappresenti la cultura patriarcale, anche attribuendole intenzioni, da lei smentite, di volere distruggere alcune conquiste come la legge 194. Qui sta il nodo irrisolto e da qui nasce la considerazione che nei fatti è una verità, e cioè che la destra è stata in grado di promuovere leadership femminile molto più della sinistra. Lagard, Von der Leyen, Merkel, Thatcher, May, Truss. Certo non tutte sono dello stesso livello, esattamente come accade agli uomini, mentre a sinistra c’è solo la premier finlandese Marin, nonostante l’avanzato stato di emancipazione femminile dei paesi di tradizione socialdemocratica del nord Europa”.
E ancora: “Ora, di fronte alla possibilità di un premier donna, io posso essere solo che contenta. Certo è di destra ma autorevole e intelligente. Rappresenta la cultura patriarcale? Le donne di centro/ sinistra sono così certe di non rappresentarla pure loro? Cosa c’è di più affine al patriarcato e alla sua conservazione della cultura comunitaria e del gruppo di controllo delle donne sulle altre donne? Perché, se vogliamo dircela proprio tutta e fino in fondo, quello che demolisce il patriarcato non è il movimento femminista ( che ha certamente avuto il merito di aprire una finestra sul problema) ma la perdita di peso dell’idea di comunità, nella quale le donne svolgono sempre un ruolo di “servizio” e l’affermazione di una cultura dell’individuo e del suo valore in quanto tale. Quindi anche in quanto individuo femmina. Da qui la necessità di accedere ad un lavoro e magari anche alla carriera. La destra, che esalta il merito e le caratteristiche personali, ha una cultura più individualista della sinistra e dell’affermazione dell’individuo in quanto tale, valorizza maggiormente le donne dotate di personalità. La sinistra, ma anche il movimento cattolico, invece vede nell’individualismo un’affermazione aggressiva di se stessi, di se stesse ancora di più. Tradotto , vai bene solo se stai nel gruppo e non emergi”.
“Qui non si tratta di non riconoscere gli atteggiamenti patriarcali della destra – aggiunge Bartolich – bensì di riconoscere quelli palesemente reazionari della sinistra, che impediscono alle donne di avere un ruolo di leadeship vero e non sembrare tante segretarie prestate alla politica, grate e servili nei confronti di chi ha consentito loro di arrivare fin lì, non per meriti individuali ma per cooptazione. Inutile fare le sofisticate su tutto ( il maternalismo vuole che tutte le donne siano tutte uguali e soprattutto dello stesso gruppo) per poi accettare la donna imposta dall’uomo che conta perché si sa, tanto qualcosa si ricava sul piano della ridistribuzione del potere, anche se frattaglie. Eh sì, si ridistribuisce anche quello, non solo la ricchezza. E’ imbarazzante!”.
Insomma, parole e riflessioni che certamente faranno di discutere.
18 Commenti
qyindi il fascismo è morto e la mafia non esiste
Perché doveva dircelo lei che la Meloni è intelligente? Ha “riconosciuto” che la Meloni è intelligente! WOW!
E poi la trovi a piangere perchè il centro-sinistra non l’ha indicata come propria candidata: vecchia politica in cerca di visibilità e pronta a riposizionarsi all’occorrenza.
Non se ne sente la mancanza in consiglio comunale.
Io nel post leggo che la Meloni viene apprezzata per intelligenza, esperienza, visione e anche per il genere…non solo per il genere. Potete anche non essere d’accordo ma almeno saper leggere..Forse a Minghetti mancava qualcosa, di sicuro almeno l’esperienza..
Non ci trovo nulla di male nel tifare per un Presidente del Consiglio donna. Anzi mi sembrano ottime considerazioni quelle di Adria Bartolich. In Italia e soprattutto nei partiti della sinistra essere donna non porta mai troppo bene. Nonostante molte donne di assoluto valore, il PD, a differenza di Fratelli d’Italia e per una metà di Italia Viva (Bellanova), non ha mai espresso un segretario o un coordinatore donna. E nel centrodestra afflitto da machismo, Salvini, Bossi e Berlusconi in versione seduttore, è anche peggio. Quello che invece sorprende, è che Adria Bartolich, pur soddisfatta dell’opportunità di una donna Premier, non considera il ruolo che questa potenziale Premier attribuisce alle altre donne. L’idea che ha sul diritto di scelta delle donne in tema di aborto per esempio, l’idea ottocentesca del ruolo delle donne nella società del XXI°secolo e soprattutto l’idea che ha sulla diversità di genere e sulla presunta superiorità della famiglia tradizionale, marito, moglie e figli, sulle famiglie non tradizionali, compreso quelle delle coppie divorziate. Insomma, ben venga un Premier donna ma, suvvia onorevole Bartolich, deve essere proprio l’antifemminista Meloni?
Perche’ reazionario?’Almeno lui non si firma col nome di in orologio.
Sempre ambiguità; meno male che il PD non l’ha candidata.
PS: Adria con la sinistra cattolico sociale non ci ha mai avuto niente a che fare; appartiene ad altra famiglia politica.
Cosa non si fa pur di restare sulla scena.
Non vedo l’ora di leggere l’endorsement socio-politico-economico-elettoral-culturale di Magatti; non fatemi fibrillare…
Fatemi capire,:
secondo la “filosofia politica” della Bartolich, per la Meloni fà premio e prevale il profilo femminile sui contenuti ideologici politici e programmatici.
Invece nel caso della Minghetti, conta solo il programma.
Due pesi e due misure…..
Potremo dire che per Bartolich Meloni stia alla Repubblica come Rapinese alla Città, malgrado la possibilità di eleggere un Sindaco donna al secondo turno! Ma forse questo evento non sarebbe stato altrettanto rappresentativo del trionfo di genere, o forse Minghetti non è tanto “carismatica” quanto Meloni? Scherzi a parte, rispetto per l’evoluzione del pensiero politico personale, un po’ meno per la coerenza e per la riconoscenza verso la sinistra che da decenni elegge solo donne alla Camera dei Deputati (tra cui la stessa Bartolich, seppur per un solo mandato). Ovviamente, non condivido una parola della provocazione che considera solo dati marginali della candidata di estrema destra e che, soprattutto, omette alcun richiamo alla cultura politica che ella rappresenta e che le ha consentito di emergere.
Io voterò certamente una donna al Parlamento della Repubblica, per le capacità dimostrate, per le idee che mi rappresentano e per l’eleganza e la sobrietà delle sue dichiarazioni. E se fosse stata un uomo con le stesse caratteristiche avrei fatto lo stesso, senza alcuna differenza. Questa per me è la vera parità. Tutto il resto, per me, è noiosa involuzione retorica.
Mi pare evidente che ci sia un chiaro riposizionamento politico da parte sua. Niente di nuovo, non è il primo caso e non sarà l’ultimo.
Concordo.
Riflessioni accettabili se le avesse fatte anche in occasione del ballottaggio a Como.
Ma no, lì prevaleva la repulsione per “i poteri forti” del PD 😁
Oggi invece prevale l’astio per le proprie origini, per la loro ingratitudine.
Un percorso già visto, mesto e malinconico.
La sig.ra Bartolich si dimentica di
– Magdalena Andersson , Svezia, socialdemocratici
– Kaja Kallas, Estonia, liberali
– Katrín Jakobsdóttir, Islanda, sinistra/verdi
– Mette Frederiksen, Danimarca, socialdemocratici
Se vogliamo fare gli elenchi , almeno facciamoli bene.
Le consiglio la lettura di questo articolo
https://www.ilpost.it/2022/08/24/vittoria-meloni-femminismo/
“Sarei contenta vincesse la Meloni, ma non la voterei solo in quanto donna; però studia ed è una vera politica, tuttavia non entro nel merito delle questioni politiche, ecc…”
Ho letto e riletto questo scritto e, con i miei limitati mezzi, riesco a cogliere principalmente due cose: l’ambiguità del messaggio (travestita da profondità analitica) e la disponibilità velatamente interessata verso il prossimo potente.
Per entrambi gli aspetti non è la prima volta e temo non sarà l’ultima.
L’opportunità di un messaggio come questo a sei giorni dalle elezioni fa il resto. Complimenti vivissimi a Bartolich e a chi la sostiene.
Un sindaco donna a Como invece no..Bartolich mostra bene la deriva della Vera Sinistra,ormai da molto tempo.Per fortuna si ridurra’ a giorni a semplice testimonianza e finira’ di fare danno.
A Como invece no. A Como meglio un reazionario come Rapinese invece che il primo sindaco donna. Giusto Bartolich?
Allucinante
Voleva essere lei “il primo sindaco donna”. Siccome non c’è riuscita va di ripicche: dalla “casuale”stretta di mano a Rapinese ai giardini tra primo turno e ballottaggio all’odierna sponsorizzazione della Meloni. Come rovinarsi la (poca) reputazione faticosamente costruita negli anni…