“È incomprensibile la bocciatura dell’intitolazione del Lungolago di Como ad Alida Valli, artista di assoluto prestigio e icona istriano-dalmata, celebrata anche poche settimane fa dall’Intergruppo Cultura, Arte, Spettacolo al Senato in occasione dei suoi 100 anni”.
La questione ormai è nota e ha fatto il giro d’Italia (va detto che Como in questi anni non si è risparmiata le cronache nazionali e mai in positivo): il Consiglio comunale ha detto no all’intitolazione di un piccolo tratto di lungolago a Alida Valli, icona del cinema mondiale, esule istriana, comasca d’adozione.
Così, come da dichiarazione introduttiva, interviene anche il deputato lariano di Fratelli d’Italia (Gruppo che ha portato la proposta in Consiglio) Alessio Butti. Lo fa con una nota a firma congiunta con il collega Federico Mollicone, responsabile Cultura del Partito.
Spiegano i due: “Alida Valli aveva un profondo legame con la città di Como, dove si era trasferita dalla natia Pola, dove visse l’adolescenza ed ebbe una storia d’amore con l’aviatore comasco Carlo Cugnasca, perito tragicamente nel 1941 in Libia. A Como tornò sia per gli affetti che per girare diversi film”.
Poi la chiamata in campo diretta: il primo cittadino comasco, Mario Landriscina, intervenga: “Il sindaco proceda d’ufficio all’intitolazione, il Consiglio non serve. Lanciamo un appello all’amministrazione di Como affinché riveda la decisione e onori questa grande interprete del cinema italiano.”
3 Commenti
Mio padre nacque a Como e fu tenuto in braccio dall’Alida Nazionale, o almeno così è sempre stato raccontato in famiglia. Vedo che l’amministrazione comunale che ha votato la proposta di FdI ha colto l’occasione per ribadire che il Lario deve rimanere nella propria dimensione piccolo-provinciale. Certo, ci saranno cose più importanti, si dice, ma… succede mai niente d’importante a Como?
Se il consiglio non serve, perché allora lo stesso gruppo presenta una mozione consigliare? Ha dei rappresentanti in giunta, dovevano proporla in tale ambito. Brutta figura su tutti i fronti. E poi, soprattutto, non c’è niente di meglio di cui occuparsi?
Certo anche la democrazia non serve!