Prima, vera, netta spaccatura nella maggioranza che guida Palazzo Cernezzi: Forza Italia da un lato, Fratelli d’Italia nel mezzo, la Lega dall’altro lato. E proprio nel giorno esatto in cui ricorreva un anno dal ballottaggio vincente di Mario Landriscina su Maurizio Traglio (25 giugno 2017).
A spaccare la maggioranza in due tronconi, un caso specifico almeno nominalmente: l’adesione (o meno) del Comune alla Stazione Unica Appaltante-Sap. In estrema sintesi, la facoltà dell’amministrazione cittadina di affidare alla Provincia la gestione completa degli appalti sopra i 20mila euro, con 8 dipendenti “prestati” alla collaborazione diretta sotto la regia dirigenziale di Villa Saporiti.
Una strada nuova per gestire le gare d’appalto che è obbligatoria per i Comuni non capoluogo ma, appunto, non per Como in qualità del suo status. La giunta, però, ha comunque deciso di aderire alla Sap e ieri l’illustrazione delle motivazioni in aula è spettata all’assessore al Personale, Elena Negretti. Ma Forza Italia ha eretto un muro del no che va ben oltre i confini tecnici della questione.
Che l’aria in maggioranza fosse pesante lo si è capito ancora prima dell’inizio del consiglio comunale, quando nel cortile del Palazzo sono stati avvistati i segretari provinciali di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, e soprattutto di Forza Italia, Mauro Caprani. I due hanno radunato le truppe nella saletta al piano terra, con la Lega e la civica “Insieme per Landriscina” escluse.
Pochissime le indiscrezioni filtrate, ma da quanto si è potuto apprendere, al chiuso della stanza si sono sviluppate due linee: una condivisa da FdI e Fratelli d’Italia, cioè la necessità di porre un argine all’autonomia eccessiva del sindaco su alcune scelte rispetto alla compagine (nomine in primis, a partire da quella di Marco Rezzonico in Acsm Agam).
E poi la volontà di arginare lo strapotere della Lega e della triade sindaco-vicesindaco (Alessandra Locatelli)-assessore al Personale (Elena Negretti). Poi si è parlato della questione Sap (con Fratelli d’Italia che però sostiene la proposta della giunta) e infine, qui con toni fortemente critici generali per quanto accaduto finora, del caso di piazza De Gasperi.
Terminato il vertice, è stato il turno della ribalta pubblica in aula. Dove – pur senza toni cruenti – è andato in scena un lungo braccio di ferro e di nervi tra Negretti, puntuale nel rispondere a tutte le obiezioni reali o palesemente pretestuose anche dei forzisti, e il consigliere di Forza Italia, Enrico Cenetiempo.
Il tutto sempre sotto la regia silenziosa ma occhiutissima del coordinatore provinciale azzurro, Mauro Caprani.
Il voto finale non è arrivato, ma alla fine il reale stato delle cose è emerso: a oggi, Forza Italia (sulla carta 7 consiglieri, anche se Antonella Patera è appena diventata mamma) voterà no all’adesione alla Stazione Unica degli appalti. Il che significherebbe – in caso di bocciatura anche delle minoranze – avere i numeri per affossare la proposta. E dare un ceffone politico in un colpo solo al primo cittadino, all’assessore Negretti e alla Lega.
Una spaccatura profonda e clamorosa, salvo ricuciture nei giorni che separano dal voto, fissato il prossimo 9 luglio.
3 Commenti
Aiaiai….se non trovano la quadra potrebbe essere l’inizio della fine di questa Giunta; ed il botto finale potrebbe arrivare quando si dovrà discutere della “riqualificazione di viale Varese”.
Una nota di aggiornamento dell’ultima ora si andrà al voto lunedì 2 luglio
Ecco che ci risiamo l’ennesimo sindaco che non condivide i provvedimenti con la sua maggioranza in consiglio comunale, qualcuno dovrà spiegagli che non è più il “dirigente supremo” del 118 e che i consiglieri comunali non sono i suoi sottoposti….